martedì, ottobre 30, 2007

tra OGR e IKEA

super giornata quella di sabato scorso! vado in fretta, mi piacerebbe averne memoria tra qualche mese, quindi procedo fissando qualche evento.
risolta l'annosa quistione degli arredi bagno, dopo tre mesi di precariato potrò finalmente pulirmi il culo prendendo la carta igienica dall'apposito supporto!
apparentemente è una piccola conquista, ma se ci aggiungi anche il porta asciugamano puoi avere il giusto valore del cambiamento.
chissà se si può fare pubblicità gratuita a Gedy...in via carlo alberto a turin.
probabilmente il DDL sull'editoria lo vieta, ma io la faccio lo stesso!
siamo andati in questo negozio e abbiamo trovato un ottimo rapporto qualità prezzo anche superiore a quei grossi centri - che non citerò - nei quali ci si reca pensando di spendere meno.
usciti dal negozio siamo stati alla camper...ops questa pubblicità!
dove kinder ha comprato un 40 e un 39. cioè non consapevolmente: l'abbiamo poi scoperto il giorno dopo. veloce kebab da demir, piazza adriano, il migliore di torino con carni solo piemontesi...lo dico per poter chiedere lo sconto la prossima volta. tra un rutto e l'altro, colpa di quella celebre bibita statunitense dal logo bianco su sfondo rosso, ci siamo recati alle Nuove, le carceri di torino.
non si andava a trovare parenti, ma a fare un giro adesso che son chiuse.
un gruppo di volontari organizza la visita al braccio femminile, a quello dei detenuti politici 1943-45, alla cappella e relativi cubicoli, al braccio della morte, quello che ospitava i condannati a morte nei giorni precedenti l'esecuzione.
il tour merita assolutamente. specie in questo che risulta essere un momento di transizione. ci sono poco soldi e di conseguenza "il museo" è sostanzialmente "nature", ossia è il carcere così come l'hanno lasciato i detenuti nel 1988 non offeso dai restyling per accogliere il turista con gadget e restrizioni di percorso, guide e brochure. E' l'anno zero, come lo era la venaria prima di ricevere i fondi europei, tenuta in vita dallo splendido lavoro dei volontari. diciamo che queste visite naif sono le più belle, le più autentiche. purtroppo non si possono fare foto...c'è già il copyright, ma in questo caso benvenga, servono soldini per portare avanti le attività. io il mio supporto l'ho dato acquistando un volumetto che parlava di padre ruggero cipolla che dal '44 e per i cinquant'anni successi fu il confessore all'interno del carcere. ovviamente le Nuove come la reggia si era anche pensato di tirale giù! facciamoci del male!

usciti dal carcere, dopo questo momento di evasione (immagine molto pop...meritava una foto il poster strappato di maradona in una cella che era stata un tempo usata per i partigiani condannati a morte e riutilizzata successivamente, a fronte di spazi diventati angusti, per contenere tutti i colpevoli, o supposti tali) ma anche di riflessione, abbiamo tentato il colpo gobbo: la visita alle OGR!



andata! trulli trulli ci siamo introdotti nell'edificio ottocentesco realizzato per effettuare riparazioni sui treni del regno d'Italia e poi utilizzato fino al 1995 e presto diventato location ideale per spot pubblicitari (l'ultimo della grande punto ad esempio) e film.
al telefono mi avevano detto che non c'era più posto per le visite guidate (le uniche possibili essendo un cantiere)...ma poi la faccia triste e la richiesta gentile hanno fatto sì che potessimo essere aggregati, pagando il giusto, all'ultima visita in programma.

fuggiti dalle officine ho portato kinder al paradiso del consumatore squattrinato: IKEA! niente alce questa volta, ma nuovamente tende! diciamo che è un po' la mia condanna e l'IKEA la mia prigione componibile!
lasciata la mia metà ho recuperato il tempo perduto sfrecciando a folle velocità verso il catino infuocato oggetto dei miei incubi notturni e dei miei sogni pomeridiani: lo stadio olimpico dove si sarebbe disputata una partita sulla carta interessante, torino-cagliari.
la faccio breve, mi sono divertito perché abbiamo vinto due a zero, ma non è statoun match particolarmente ben giocato da entrambe le formazioni. un grande foggia, buone giocate dei nostri, ma poca roba.
ok c'era un rigore per il cagliari.
tornato all'IKEA, ci siamo fermati in un ristorante interno del centro commerciale le gru per mangiare la volo una bistecca con patatine. "W il consumismo" ho pensato.
cercando di non essere beccato dal kinder mi sono sbirciato Napoli-juventus godendo come un porco nel vedere i gobbi prendere goals su rigori inesistenti!
con moggi non sarebbe mai successo e per dirla con beccantini "non c'è più religione". adesso, per bilanciare il rapporto torti/vantaggi, rimangono solo 109 anni di torti.

dulcis in fundo, siamo stati al medusa per vedere lo splendido ratatouille, la storia del topo gourmet, un bel film di animazione pixar-walt disney.
fine

lunedì, ottobre 29, 2007

labor limae

«Nei miei balletti ho sempre curato ogni cosa nei minimi dettagli, tutto è stra-importante, tutto! Anche lo smalto on my feet. Non lascio nulla al caso: ogni cosa è minuziosamente pensata, anche i dettagli più futili.»

giovedì, ottobre 11, 2007

web 2.0

è vero web 2.0 è solo una formuletta, uno slogan vuoto.
cosa c'è veramente dietro: chissà, boh.

dimenticate quindi le sterili possibilità del web 1.0 e comprendete finalmente, grazie a questo video, come può essere un approccio ricco,
un'applicazione che permette un'interazione evoluta e gratificante per l'utente.
in una parola cos'è sto web 2!

A-i na nija pì ant ël vin che ant l'eva*


Non ho ancora ben compreso se le iniziative di eataly alle quali ho preso parte recentemente, una “degustazione letteraria” e una serata “in cucina con i grandi chef”, mi siano piaciute così tanto per la loro qualità o per il fatto che il bicchiere di vino viene riempito ogni volta che lo svuoti.
Oddio oggi non è proprio il giorno adatto – sto ancora smaltendo i postumi della bevuta del giorno prima, reduce dalla serata con il grande chef – per porsi il quesito, ma indubbiamente il vino aiuta a star meglio.
Credo che una persona che ha dei problemi li possa sicuramente risolvere bevendo.
Lo so, è la banale parafrasi della pubblicità della sanpellegrino “bevo e sono felice”, ma nella sua semplicità è concetto validissimo.
Se hai un piccolo problema, fatti una bionda. Ossia bevi una birra, se poi vuoi farti anche una bionda ti rilasserai sicuramente.
Se i problemi iniziano ad essere più grandi, bevi una bottiglia di rosso. Sei nella merda? Apri un “jota e be”, come dicono gli spagnoli, l’amato J&B.
Prevengo l’obiezione dei più acuti.
Anche se problemi non ne hai, ma vuoi essere più brillante, bevi.
Sei timido? Bevi. Ad esempio elisa si è messa a bere e poi è andata liscia liscia con le domande allo chef della serata, marisa torta dell’osteria del castello.
Le domande erano anche bastarde:”come si fa la purea?”
O meglio a noi, che con molta difficoltà gestiamo i “quattro salti in padella” (che Dio li benedica), sembravano bastarde. Agli astanti decisamente no!
Non si era ancora spenta l’eco del quesito del mio cucciolo che un autentico moto di stizza e disgusto si era sollevato dai primi banchi dell’aula 2 di eataly, dove si teneva la serata.
Poi il clima si è fatto più sereno, anche gli altri partecipanti alla dimostrazione della Torta sono stati ammorbiditi da un buon nebbiolo. Continuavamo a guardarci male, ma con meno odio rispetto all’inizio.

Il menù proposto dallo chef prevedeva la cacciagione: quaglie con tartufo bianco, lepre al civet e, come dolce, pere cotte con zabaglione e caramello.
Fantastico! Un trionfo del palato e…della nostra maleducazione!
Suscitando ulteriore ribrezzo infatti io ho chiesto il bis (che proletario) di lepre ed elisa di zabaglione.
Avendo dato fondo anche al flute del cucciolo, sono uscito dall’aula satollo e un po’ alticcio.
Non pensavo più al GANTT del progetto X, né al taglio di budget su quello Y, ma neanche all’annosa vicenda dell’acquisto tende per camera da letto, salotto e cucina e la terribile immagine della scirea festante era qsi sbiadita…
Un uomo nuovo, almeno fino alle 6.45 del giorno dopo.


* Ne annegano più nel vino che nell'acqua

martedì, ottobre 09, 2007

sotterranea

se ero stato giustamente critico in passato sulla gestione della viabilità cittadina(cfr. post del 7 agosto) ovviamente oggi, con il prolungamento del tratto della metropolitana, lo devo esser meno.

Ieri ho preso la metro…che triste parlare come un bauscia!
Rifo: Ieri ho preso la sotterranea a susa e son sceso a porta nuova. il tratto è breve, neh, ma ho guadagnato lo stesso molto tempo, viceversa se fossi rimasto sul mio sadem (tratta caselle- to p.n.), sarei rimasto imbottigliato nel traffico in superficie per chissà quanto. figa, direbbe l’ambrosiano.

La cosa divertente era osservare gli altri pendolari. Tutti impersonavamo la stessa parte.
Ossia per non risultare provinciali, tutti facevamo finta di essere transitati mille volte per questa stazione nuova di pacca, inaugurata solo venerdì scorso in pompa magna dal “professore”.
Se un milanese ci avesse visti, sicuramente ci sarebbe cascato. Come qsi ci cascavo io.
Tutti sembravano conoscer bene il posto e muoversi non per curiosità, ma per consuetudine.
E’ vero, io non sono dei più furbi ma proprio tonto nemmeno. Vero è che la mattina son sempre più rincoglionito del solito…ma la recita era davvero ben fatta.
Oddio molto possiamo migliorare rispetto a roma o a milano, ossia c’è ancora troppa educazione.


La gente non si spinge, aspetta educatamente, non corre, non sgomita. Nessuna ombrellata - è anche vero che non pioveva - ma neanche nessuno che spingeva l’extracomunitario che aveva accanto sotto la carrozza in arrivo - è vero che tecnicamente non è possibile, essendoci le protezioni alle fermate.
Fortunatamente appena risalito alla luce, fioca, del giorno mi son subito ri-sentito a mio agio, fuori da un copione mal interpretato e dall’odore di pulito, o di plastica nuova.
Gente che spingeva per prendere il 4 o il 63 in via sacchi, ma mi ha fatto anche piacere ritrovare anche il solito pensionato che guardava torvo il marocchino mormorando tra se e se il suo “minchia a torrino non si può più girrare, non è più come una volta, diofa”.

Ho poi scorto tra la folla anche il bambino, amore, con la maglia di del piero che voleva salire lui per primo, benché arrivato per ultimo…
Ops è caduto dalla pensilina! Giuro l’ho colpito involontariamente, non l’avevo proprio visto.

a torino non l'avremmo mai detto, adesso però come preannunciava, mi pare, culicchia, possiamo darci il gancio biascicando: "allora ci si vede verso le 11 alla 're umberto', minchia"...

lunedì, ottobre 08, 2007

la voce del designatore

(ANSA) - Roma 08 OTT:
Collina chiarisce i dubbi circa il supposto fuorigioco di trezeguet in fiorentina-juventus.
Secondo le interpretazioni IFAB, trezeguet è sì in fuorigioco ma quando Frey distoglie lo sguardo dal francese per rivolgerlo in direzione del giocatore che calcia verso la porta lì inizia una nuova azione.
Frey ha "sanato" la posizione irregolare cambiando prospettiva visiva.
Se il portiere avesse continuato a seguire visivamente l'attaccante avrebbe garantito la continuità dell'azione precedente.

venerdì, ottobre 05, 2007

son contento!

ebbene sì! questo corso di difesa personale su base jeet kune do è stata proprio una bella idea. oddio quando l'istruttore cita le mosse in cantonese io e il mio cucciolo non capiamo una fava, ma quando siamo noi allievi a provarle capiamo che sono movimenti che dobbiamo certo acquisire. e' comune infatti fare - e subire - un gran male al compagno d'esercizio. il dubbio sul fatto che il movimento sia poi quello corretto rimane, ma vi assicuro che prendere un bel calcio sulla rotula o un dito nell'occhio è dolore assicurato. cool. il dito nell'occhio poi, per chi come me porta le lenti a contatto, è anche psicologicamente devastante. mi capita infatti di passare poi il resto della lezione a cercare di capire se ho ancora o meno la mia lente.
del resto, la componente psicologica è importante, ci dicono i maestri. trendy.
io ad esempio mi sto convincendo che devo far del male al mio cucciolo.
è per lei! quando la colpisco infatti soffro più io che non lei...ma devo farlo!
se poi non picchio duro non serve e allora giù botte.
è la storia dei "no". a volte è più difficile dire un "no" che tanti "si".
idem a volte colpire una carotide è peggio che accarezzare un clitoride.
no, no, non c'entra nulla il litigio della sera prima o il fatto che mi abbia destinato i prossimi 45 sabato mattina - che io passerei al balon - a cercar la tenda giusta per il salotto. non c'entra niente neanche l'invito a festeggiare i suoi genitori domenica prossima in contemporanea a torino-sampdoria...e neanche il fatto che io mi alzi tutte le mattine alle 6.45 e lei alle 8.30.
è del resto così bello vederla dormire saporitamente mentre io, senza accendere la luce, colpisco tutti gli spigoli presente in casa ed esco in strada mentre è ancora buio...non c'entra. anche svegliarmi alle 2 di notte, quando il cucciolo va a dormire, è un momento di discussione e condivisione che amo attendere. easy.

alla prossima lezione mi presenterò con la tua nuova e quando arriverà anche il testo che ho ordinato:"il tao del dragone" del maestro bruce lee non mi fermerà più nessuno!

martedì, ottobre 02, 2007

in tutta verità

il lettore più attento attenderà il commento sulla partita di domenica sera, il derby. scrivo solo adesso perché solo oggi mi riprendo dalla terribile mazzata. c'è, tra gli "amici" gobbi chi ha speso anche belle parole, ammettendo il grosso culo, chi ha detto che il goal era regolare ma solo per i cavilli del regolamento...beh poco importa! conta solo la palla nel sacco e la brutta sensazione che ne è seguita.
l'onore delle armi dei vari buffon, pettiti, del piero e trezeguet fa comunque piacere...l'antipatia resta per tutti gli altri.
eppure era stato un week-end piacevole fino al 93 della ripresa.
venerdì sera io e il mio 'kinder' siamo stati a degustare e ad ascoltare quanto proposto da luca glebb miroglio, una serata bellissima, presso eataly, continuata all'unione industriale. qui, in via fanti 17, beccantini e gramellini, accompagnati da cobolli e cairo, presentavano i testi con i quali "La Stampa" - un giornale di torino lievemente schierato a difesa degli interessi della famiglia regnante, la casata degli agnelli - ha monetizzato anche il derby! la serata è stata comunque piacevole. il libro non l'ho comprato però! al massimo lo ruberò al prossimo salone del libro, ma comprarlo mai! cioè i libri sarebbero due...ma con tutta la stima per beccantini il suo proprio non riuscirei a leggerlo. oddio ho letto sicuramente di peggio ma preferisco colpirmi i testicoli con una mazza o al limite, parafrasando guccini, farmeli massaggiare da qualcuno.
devo ammettere, in questo bagno di sincerità, addirittura ho trovato non troppo antipatico il nobile cobolli gigli vien dal mare...ma adesso stop elogi alla goeba. Certo devo rilevare che a fronte di un alessandrino - meneghinizzato quanto vuoi, ma sempre nativo della ridente masio - e di un torinese trasferito a roma loro rispondevano con un bolognese, che vive a milano, e un milanese (antico vassallo della dinastia motorizzata torinese, già dirigente de "La Rinascente")...ma tant'è la vecchia signora è la baldracca d'Italia ops, scusate, volevo dire la peripatetica d'Italia, non poteva essere diversamente.
tra i granata mi ha fatto piacere vedere ossola, sala, culicchia e, soprattutto, michele ferrero ormai diventato il mio guru per quanto concerne la "passione granata".
chiusa la serata di venerdì subito a nanna per un sabato intenso.
domenica, prima della mia gara "tirata" a fenis nel pomeriggio e quella sfigata della sera, ho partecipato al torino today tour organizzato da urban center, ossia una rilettura dei lavori effettuati a torino dal '94 in poi.
il raddoppio del politecnico, la spina 1, la 2 e la tree - come direbbe mike - l'area dell'environment park ecc.
la serata cercherei di dimenticarla, essendo stata dedicata alla festa di inaugurazione della nostra casa con i parenti.
riepilogando tante cose da ricordare ma un paio da dimenticare.
purtroppo il tocco di dellafiore, peraltro autore di una bellissima gara, e quello di trezeguet saranno indelebilmente fissati nella mia memoria.
forse è proprio vero che noi granata viviamo di ricordi...
arvezi!
 
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giovedì, settembre 27, 2007

Ipotesi

“Nooo!!!” È questa l’esclamazione sollevatasi all’unisono ieri sera, verso le 18.05 all’altezza del terzo binario della stazione ferroviaria di Porta Susa.
Un tizio arriva correndo, trafelato, per prendere al volo il diretto per milano delle 17.59, “in fatale” ritardo. Le porte già chiuse non lo dissuadono: cerca di ri-aprirle! ci ri-esce!
Nel momento in cui sta per salire in vettura, il biglietto che maldestramente teneva tra le mani cade nello spazio tra carrozza e banchina, sulle traversine.
Ed ecco la reazione che non t’aspetti!
Il nostro si sta chinando per recuperare quel pezzo di carta che costituisce il suo ‘importantissimo’ documento di viaggio…dal II binario si solleva un coro, un prolungato e sospeso:”no!”
Inaspettatamente, le persone che, stanche e annoiate, attendono il proprio passaggio verso casa dopo una giornata di lavoro dissuadono il ritardatario dal tentativo di recuperare il biglietto di viaggio. Lo fanno con la sola forza di questo invito monosillabico fatto con il fiato corto e una certa apprensione.

“Meno male che non si è chinato a prenderlo! pensa che ritardo fosse stato travolto!”
Sarà questo quello che hanno pensato i cinici torinesi? Non penso.

Purtroppo vittima della mia stessa indifferenza sabauda e preso dalla lettura de “La lunga marcia verso l’esilio. Memorie di un guerriero cheyenne” mi accorgo solo al momento di scendere dal ‘locale’ per casale che il personaggio aveva poi preso il mio stesso treno, quello delle 18.05, e sedeva proprio accanto a me!
Guardandolo con la coda dell’occhio, nel momento di scendere a settimo, ho pensato “ma ses propi fol”. Forse è questo quello che i compassati viaggiatori torinesi avevamo pensato poco prima.

mercoledì, settembre 26, 2007

Test di appartenenza calcistica

un amico con una rossa* mi gira questa mail che ho il piacere di "pubblicare":

Leggi la lettera che segue.
Se sei del Toro ti viene un brivido, se sei gobbo una frase sarcastica.

Tacchi pare che a inizio anno firmasse un assegno in bianco, che a fine stagione il presidente valorizzava con l'importo che riteneva congruo alle prestazioni offerta durante l'anno.
Un po' tipo Rosina e Del Piero...


Caro Presidente,

sono uno dei figli di Juan Carlos Tacchi ed a nome mio, di mia madre e dei miei fratelli desideravamo ringraziarla personalmente e per iscritto per tutti gli onori che avete attribuito a nostro padre.

Ho deciso di scriverle questa lettera alla vecchia maniera, perché nel mondo del calcio di oggi fatto di internet, e-mail e di grandi fattori economici, ritengo che usare carta e penna abbia un valore particolare. E’ un modo per onorare il calcio di una volta fatto più di passione vera e propria per la propria squadra, che di spettacoli televisivi.

Il Torino F.C. ci ha resi molto fieri di nostro padre ed averlo onorato sul vostro sito e su tutta la stampa ci ha fatto capire quanto grande fosse, sia come calciatore che come uomo.

Non mi dilungo oltre, ma la pregherei vivamente, se possibile, di farsi portavoce presso i vecchi Tifosi del Toro, che hanno visto giocare nostro padre, per dir loro che tutta la nostra famiglia li ringrazia per averlo onorato.

Non potendo contattarli personalmente, la pregherei di pubblicare questa lettera sul Vostro Sito affinché sappiano che abbiamo apprezzato la loro partecipazione al nostro dolore.

Ci consoliamo sapendo che nostro padre sta giocando a calcio insieme ai giocatori del Grande Torino.


GRAZIE DI TUTTO E FORZA TORO.

Famiglia Tacchi

* s'intenda macchina...

venerdì, settembre 21, 2007

Il lavoro non mancherebbe

L’altro ieri, poco dopo aver leggo su torinofc.it che era aperta la vendita dei biglietti per il derby del 30 settembre, mi reco velocemente in una biglietteria nel centro di settimo torinese.
Evito quindi le probabili code delle ricevitorie lottomatica in torino. Lunghe file che puntualmente verranno registrate nei giorni successivi. Che noia perder tempo per andare a vedere una neopromossa!

Setu! Sono nella mia “patria natale” perché, in serata, parteciperò alla seconda lezione del corso di autodifesa su base jeet kune do, ossia il kung fu visto da bruce lee.

A lee penso poco, ma ho già l’ansia per la partita con la goeba.
Il tizio alla cassa mi chiede l’abbonamento. Gli abbonati di curva primavera, come me, vengono trasferiti in altro settore per far posto ai gobbi.
Chiedo di avere un biglietto per la tribuna granata II livello.
L’omino mi dice che dovrebbe essere il “sistema”, in automatico, ad assegnare i posti e procede ad inserire i numeri indicati nel retro della mia tessera, lo fa per 2-3 minuti.
La manovra procede con evidente lentezza, con lamentele per l’esiguo margine economico che ne avrebbe ricavato. Finalmente mi viene stampato l’agognato tagliando in formato cartaceo! Anche a colori! Granata, naturalmente!
Poco meno felice del ragazzino che scorge la cugina grandicella senza reggiseno, prendo il biglietto mentre il negoziante, risoluto, mi chiede 60 euro. Non meno deluso del ragazzino di prima che vede chiudersi la porta prima solo socchiusa, faccio presente che la somma non mi torna, avendo letto che il corrispettivo economico era vincolato ai 30 euro, prezzo già gonfiato di una curva, anche se il biglietto è per altro settore.
Confusione, perplessità “ma qui mi dice…io…c’è scritto 60. Non so…il sistema”.
Io, forte della mia navigazione pomeridiana e delle info reperite, insisto:”no, no sono 30 euro!”
A snellire la questione interviene il collega dell’omino, più scafato che ribadisce quanto da me già sottolineato:”annulla quel tagliando e fanne un altro a 30 euro”.

Il negoziante meno scafato si rimette a digitare numeri su una interfaccia che non deve essere troppo amichevole. La coda degli scommettitori della ricevitoria si allunga. “minchia devo prendere du ambi”, “cazzo che palle ste partite”…”dammi un ‘Megamiliardario’ da 10 euro”.
Qualcuno brontola.
Io son tranquillo i musi lungi hanno tutte le sembianze di gobbi nervosi oltre al linguaggio.
Infine, attesi altri 3-4 minuti ricevo il mio biglietto ad “equo canone”. Il venditore mi precisa che c’era un bottone che non aveva visto che avrebbe dovuto cliccare…

Altro giro altra corsa.
Visito il sito di eataly, il mercato enogastronomico che conta anche 7 ottimi ristoranti in turin, di fronte al lingotto ex carpano.
La qualità del cibo è ottima, quello del sito web meno.

Ormai da qualche giorno, cercavo un luogo per festeggiare i 4 anni con elisa, il prossimo 28 settembre.
Perché festeggiare? Good question.
Pare che con buona condotta, sconti di pena e indulto tra 10-11 anni sarò libero.
Orbene quattro anni son quattro anni!
Strappo la promessa che per il 28 invece di spendere soldi per il regalo…investiamo nella casa, ma almeno la cena la faremo.
Di eventi carini a torino e provincia ce ne sono, ma per diverse ragioni li scartiamo tutti.
Ad esempio salta il giro sul ristocolor per via di un menu non gradito alla mia metà, salta “La credenza” per le nostre finanze ridotte ecc.

Decido quindi di aderire al venerdì letterario “la cucina di Almodovar” di eataly…lettura di brani di Luca Glebb Miroglio e degustazione del celebre gazpacho di "Donne sull'orlo di una crisi di nervi".
Sul sito vedo che c’è scritto che chiamando un certo numero si può procedere alla prenotazione.
Preferisco non registrarmi online ma procedere utilizzando la cornetta.

Composto il numero, in realtà mi si dice subito che non è possibile procedere via telefono. Il ragazzo inizia a chiedermi una serie di dati…mi sta registrando lui al sito, senza chiedermelo esplicitamente. Nessun problema, non faccio polemica. Mi chiede quindi vita morte e miracoli della seconda persona: “Nome, cognome, telefono mail...è un regalo?”. Io:”stop, scusa, ti ho dato già tutti i miei dati…metti + 1 e fine, grazie”. Comprendo che possano tornar utili riferimenti per invio di promozioni e pubblicità però…voglio mangiare un piatto non gestire il mio profilo INPS!

Mi viene chiesto di saldare in contanti nel giro di un paio di giorni. Che volgarità! “Vabbè”, dico e mi piego a parlar di denaro.
Così faccio la sera dopo e vado a saldare. Mi presento e chiedo di pagare.
L’accesso online del tizio con il quale sto parlando, all’interno del negozio, è tragi-comico.
Facilito il ragazzo del box-info guidandolo nella ricerca del mio nominativo in un elenco online che lui guarda con troppa fretta, non trovandomi.
Indicatogli il mio nome che, per brevità, spicca di consueto in questo tipo di elenchi, accediamo alla mia scheda personale.
Ho quindi la conferma che la sera prima, al telefono, sono stato iscritto cosa che, del resto, mi era ormai chiara avendo ricevuto anche una mail di conferma (nella quale non era previsto che la registrazione non fosse stata fatta da me medesimo e l’opzione “annulla tutto” non era prevista).
Ed ecco, come alla lottomatica, il nemico dell’utente: l’interfaccia fatta “a culo”. Il povero dipendente eataly cerca il pulsante che io – per esclusiva deformazione professionale - vedo ma che lui non trova e non comprende come far cambiare lo stato da “in attesa” (di pagamento immagino) a “pagato”.
Indico un pulsante “aggiorna”, posto in posizione random, che dovrebbe essere un “salva” di antica memoria…il sistema pare comunque bloccato. Colto da senso di pietas tiro fuori la stampata che avevo fatto nel pomeriggio, avendo letto la mail ricevuta dal “mercato enogastronomico più grande del mondo”, come recita il trionfante motto sulla pagina html.
Il ragazzo si illumina:”cercavo di ottenere proprio quella!”, mi dice, un po’ accaldato e in evidente imbarazzo. Ringrazio comunque per il tentativo e per la grande disponibilità.
Operazione conclusa…ma parafrasando Krug l’interfaccia non ha certo fatto sì che io non pensassi, anzi! Per fare un’azione di 1 minuto ne ho avuti 15 per rifletterci su!

Risultato perdita di tempo, una cattiva immagine per la tabaccheria prima e per il “supermercato” poi, raggiungimento dei miei banali task solo dopo verifiche, controlli e l’italianissimo disfa e rifai, stampa, butta, telefona, chiedi, boh, non so.

C’è parecchio lavoro per chi desidera rendere delle interfacce e, più in generale, dei flussi di lavoro informatizzati più semplici e intuitivi…ma nulla si può improvvisare, tutto andrebbe progettato e testato prima di essere, scusate la rima non cercata, rilasciato.
L’impressione è che prima si lancia l’applicativo o il sito e poi si vanno a tamponare gli errori di progettazione.

martedì, agosto 07, 2007

BigMac? preferisco l'Incontrada

ha piovuto. l'aria è fredda. la città semi-deserta.

negozi chiusi. attese lunghe per i bus. la metropolitana c'è...ma quel pezzettino non serve qsi ad un cazzo, quindi non so neanche se adesso funziona.
ma stasera l'Olimpico - che sarebbe poi il "Comunale" con la metà dei posti di prima - sarà un catino che conterrà grida, canti e gente che salta per dire che non è bianconera, per urlare che torino è granata.
col brugge, stasera, vernissage solo granata, come la città!
'fanculo le vecchie signore, sempre un po' puttane nonostante l'età, le triadi, i patiti dell'UMTS!

lo stadio sarà pressoché pieno, l'attesa c'è. incredibile.
forse i punti varranno per il campionato?
tra un paio di settimane si parte, da roma. ci salviamo? retrocediamo? boh! non c'importa niente...il risultato conta sempre poco: serie B o A, cittadella o san siro è lo stesso, basta giocare mangiando l'erba, sempre.
anche in amichevole.
scegliere tra milanjuveinter e toro è come scegliere tra il Mcdonald's e il presidio slow food...o, se volete, tra nikita e vanessa incontrada

lunedì, luglio 30, 2007

spostamenti


in teoria una volta giunti in terra di germania - vedi post precedente - ci sarebbe da raccontare la visita di norimberga...ma è passato un po' di tempo ormai e non ne ho più molta voglia.

l'ultimo week-end è stato monopolizzato dal trasloco!
1) rasatura a zero della mia ex folta chioma
2) crocs rosse! acquistate la scorsa estate alle hawaii, prima che diventassero oggetto di tendenza qui in italy
3) uno degli innumerevoli pacchi...della mia dolce metà

il trasloco è stato ultimato in data 29 luglio 2007!

mercoledì, luglio 18, 2007

passaggio in svizzera

devastante. altro termine non potrebbe esser maggiormente appropriato.

partiamo, io e wolf, venerdì mattina. W. si presenta con il solito ritardo di 30-40 minuti. stop all'autogrill, si parte alle 9 invece che alle 7,30 come da programma. ci aspettano 669 km per arrivare a stoccarda, saremo ospiti di paolo. queste le info ricevute da w... in realtà scoprirò che p. sta in albergo (ergo saremo ospiti...dell'hotel), non a stoccarda ma ad heilbronn - 30 km circa a nord di stoccarda - w. non ha documenti validi per l'espatrio ecc ecc.
il tragitto per la germania viene reso più lungo da una sosta a romagnano sesia per "recuperare le ore". ossia si allunga di alcune ore il viaggio, ma si recuperano i dati sulle ore di lavoro svolte da w. come operaio presso la pettinatura di romagnano.
w. non apprezza la strada proposta da via michelin e descritta da una simpatica stampa cartacea portata dal sottoscritto. w. preferisce il passaggio anomalo dal traforo del sempione. Io preferisco non ribattere punto su punto alle sue minchiate, essendo in teoria in vacanza. ci ritroviamo così in svizzera, nell'alta valle del rodano, bypassato il controllo dei documenti, in quel di brig (briga). io mi rigiro la cartina tra le mani, siamo bloccati in un vicolo del centro storico di brig...un passante impietosito ci chiede dove dobbiamo andare. w. dice:"zurigo e poi germania". lo svizzero-tedesco ride e ci invita, in italiano, a prendere il treno. noi:"ma siamo in macchina..." lui:"mettere car in treno e attraversare montagna". noi pensiamo :"sticazzi" ed ancora che probabilmente per fare questo 'trigo' bisogna prenotare, aspettare l'orario di partenza che sarà sicuramente il giorno dopo, fare biglietten ecc ecc. in realtà il meccanismo è oliato e perfetto. direzione losanna si svolta verso gampel. si arriva ad un casello similautostradale e senza prenotare, senza scendere dall'auto si sale direttamente sul treno per arrivare, dopo una ventina di minuti, a kandersteg. di qui procediamo per la germany, pronunciando alla carlona i diversi nomi impronunciabili che identificano le località che incrociamo.

l'ingresso in UE è tragicomico. la polizia di frontiera tedesca chiede patente, carta d'identità e libretto. noi siamo pronti a dichiarare anche il numero dei peli del culo, immaginando che a breve ci verranno chiesti.
ovviamente ci chiedono di fermare l'auto e ci fanno attendere. hanno scoperto che la c.i. di w. è scaduta. passano 10-15 minuti di verifiche, alla fine un gendarme invita w. a fare un documento per poter entrare in germania. il pezzo di carta varrà fino al 18 luglio e costa "solo" 25 euro. il w. ha finito i soldi, anticipo io. l'intero corrispettivo non mi verrà mai interamente restituito, ma tant'è! hai voluto andare in germania con w.!!!
la deutschland appare davvero immensa e viene spontaneo ironizzare sullo spazio vitale desiderato da zio adolf...ma che cazzo ci doveva fare con tutta sta terra! boh.
in breve dopo un numero infinito di ore e di soste presso autogrill, aree verdi, piazzole per pisciare, verso le 19 siamo ad heilbronn ridente cittadina medioevale. l'edificio più vecchio dimostrava 50 anni. la città infatti, come tutte le altre cittadine tedesche, è stata rasa al suolo nel corso della seconda guerra mondiale.
...poi all'improvviso eccolo li: il paolino! fresco come una rosa, bello come un glicine correrci incontro e gridarci "Ich liebe!"
arrivati. vedi foto...quelle pubblicabili
nurnberg

lunedì, luglio 09, 2007

minuscole & MAIUSCOLE

non questa ma l'altra domenica sono stato alla fondazione sandretto re rebaudengo per vedere la mostra "silenzio".
la mostra non mi è piaciuta per nulla, presupponeva l'ascolto - sic - di opere "lunghe" anche un paio d'ore...sinceramente troppo. ho però potuto annotare un testo di francesco bonami "lo potevo fare anch'io". Testo prontamente inserito nella lista dei miei desideri aNobii e poi, inevitabilmente, messo nel carrello.

leggendo però queste righe nella IIIa di copertina più che pensare "questo lo facevo anch'io", ho pensato "questa [ndr. "vita"] la vorrei vivere io!!!", provando invidia pari a quella che si prova per il damerino con la stangona. cioè non tanto perchè è damerino, pulitino, figlio di papà quanto perchè ha la stangona oppure, ma meno, per il giocatore che insacca al novantesimo. specie se il sacco è quello della goeba.
qui però c'è una certa differenza. poichè se pensi che la stangona l'ha preso non sei troppo contento...se l'ha preso la goeba sì, sempre, anche se non sei tu il protagonista.

vado a leggere: "F.B. [...] E' stato il direttore della Cinquantesima Biennale di Arti Visive di Venezia nel 2003. E' Manilow Senior Curator del Museo d'Arte Contemporanea di Chicago e direttore artistico di tre fondazioni italiane: Sandretto Re Rebaudengo, Pitti Immagine Discovery e Centro d'arte di Villa Manin. Per Electra Mondadori cura la collana Supercontemporanea. E' curatore di tre porgetti di arte pubblica a Roma per la serie Enel Contempopranea. Collabora regolarmente con "Il riformista", "Vanity fair" e "La gazzetta dello sport". Il suo romanzo "lezioni di fumo" è stato pubblicato da Marsilio Editore nel 2004. Vive negli Stati Uniti."

...come noterete ci sono diverse maiuscole, laddove io le avrei usate solo per gli US, non per questioni di vicinanza ideologica, politica o geo-politica, ma perchè dopo esser stato a NY, alla Hawaii e a San Francisco me ne sono innamorato.

meditate sull'uso e, soprattutto, il "ritorno" garantito dall'uso delle maiuscole...

martedì, luglio 03, 2007

considero valore

Considero valore ogni forma di vita,

la neve, la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finché dura il pasto,

un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato,

due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varrà più niente,

e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite.

Considero valore risparmiare acqua,

riparare un paio di scarpe,

tacere in tempo,

accorrere a un grido,

chiedere permesso prima di sedersi,

provare gratitudine senza ricordarsi di che.

Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord,

qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.

Considero valore il viaggio del vagabondo,

la clausura della monaca,

la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.

Considero valore l’uso del verbo amare

e l’ipotesi che esista un creatore.

Molti di questi valori non ho conosciuto.



Erri de Luca, Opera sull’acqua e altre poesie, Einaudi (2002)

martedì, giugno 12, 2007

superata visita medica!


1) il mio profilo:
nonostante questo fosse quello che intravedevo - ven 08.06.07 - riflesso sullo specchio presente nello studio medico: per la 16esima volta ho superato la visita medico-sportivo per attività agonistica!