lunedì, novembre 24, 2008
venerdì, novembre 21, 2008
lo stadio della gobba
è stato presentato il nuovo stadio della gobba? ma che bel futuro per noi torinesi!
il catino ove si festeggeranno i futuri successi della seconda squadra di torino si potrebbe chiamare "Hatù" o "Giubileo" a seconda dello sponsor che si aggiudicherà il diritto, per una dozzina d'anni, di attribuirne il nome.
peccato io avevo proposto "moggi".
basta sarcasmo, devo smetterla di pensare vecchio.
non devo pensare che l'operazione, costata un fracco di miliardi pagati dallo Stato (NOI), per l'edificazione di un inutile stadio in vista di "Italia 90" si sia di fatto conclusa regalando il "vetusto impianto" alla gobba...
devo pensare ggiovane. cambiare registro (di cassa?):
che bello!
potrò passare tutto il week-end alla continassa!
salubre luogo vicino alla venaria reale (devo verificare la notizia, lo sentita a voyager?, che vorrebbe l'area sede di antiche terme di epoca romana)!
in mattinata, appena aprono i negozi, un po' di shopping alla rinascente,
pranzo veloce leggendo "La Stampa" o "Tuttosport" e guardando qualche news su "juvechannel",
nel pomeriggio un giro al "motor village fiat" e uno allo "juvestore" per l'ultima maglietta col nome e numero di molinaro (o erik olof mellberg, dubbione)
la sera al cinema a vedere "vacanze di natale 2011",
poi al macdonald a mangiare un bigmac e seratone, pop-corn e birra analcolica, a vedere juve-siena.
altro che toro e tremendismo!
a ben pensare devo ammettere di essere contento per aver contribuito, come tutti gli italiani,
a questo grande progetto!
il catino ove si festeggeranno i futuri successi della seconda squadra di torino si potrebbe chiamare "Hatù" o "Giubileo" a seconda dello sponsor che si aggiudicherà il diritto, per una dozzina d'anni, di attribuirne il nome.
peccato io avevo proposto "moggi".
basta sarcasmo, devo smetterla di pensare vecchio.
non devo pensare che l'operazione, costata un fracco di miliardi pagati dallo Stato (NOI), per l'edificazione di un inutile stadio in vista di "Italia 90" si sia di fatto conclusa regalando il "vetusto impianto" alla gobba...
devo pensare ggiovane. cambiare registro (di cassa?):
che bello!
potrò passare tutto il week-end alla continassa!
salubre luogo vicino alla venaria reale (devo verificare la notizia, lo sentita a voyager?, che vorrebbe l'area sede di antiche terme di epoca romana)!
in mattinata, appena aprono i negozi, un po' di shopping alla rinascente,
pranzo veloce leggendo "La Stampa" o "Tuttosport" e guardando qualche news su "juvechannel",
nel pomeriggio un giro al "motor village fiat" e uno allo "juvestore" per l'ultima maglietta col nome e numero di molinaro (o erik olof mellberg, dubbione)
la sera al cinema a vedere "vacanze di natale 2011",
poi al macdonald a mangiare un bigmac e seratone, pop-corn e birra analcolica, a vedere juve-siena.
altro che toro e tremendismo!
a ben pensare devo ammettere di essere contento per aver contribuito, come tutti gli italiani,
a questo grande progetto!
Pro gelmini anch’io!
Cambiare idea è sintomo di intelligenza.
Ed io ho cambiato idea. Chi parla di tagli indiscriminati (o discriminati?) alla scuola e di riduzione degli investimenti in favore della ricerca è su posizioni preconcette. vetero-comuniste. dobbiamo superare il concetto di welfare. non siamo mica la DDR! Viva la scuola privata! Abbasso quella pubblica, frequentata solo da pecoroni e fannulloni.
Io poi con il maestro unico mi sono sempre trovato bene.
Inoltre se uno ha tutta questa voglia di studiare, può sempre smetterla di rompere i coglioni ed andare all’estero, esperienza di vita sempre molto formativa.
Viva Mariastella e grazie alle “berluschine” che, con il loro calendario, mi hanno fatto capire quanto mi sbagliassi sulla riforma gelmini.

a dimenticavo mi sento anche molto "ecologico" oggi!
grazie pirelli!
restando su un tema caro ai più, la gnocca, segnalo un programma TV che, in stile iene ma con tempi più lunghi, risulta davvero divertente e ben congegnato: il testimone, di pif su MTV. l'ultima puntata (mercoledì 19 novembre) presentava un interessante viaggio in giappone. da non perdere.
Ed io ho cambiato idea. Chi parla di tagli indiscriminati (o discriminati?) alla scuola e di riduzione degli investimenti in favore della ricerca è su posizioni preconcette. vetero-comuniste. dobbiamo superare il concetto di welfare. non siamo mica la DDR! Viva la scuola privata! Abbasso quella pubblica, frequentata solo da pecoroni e fannulloni.
Io poi con il maestro unico mi sono sempre trovato bene.
Inoltre se uno ha tutta questa voglia di studiare, può sempre smetterla di rompere i coglioni ed andare all’estero, esperienza di vita sempre molto formativa.
Viva Mariastella e grazie alle “berluschine” che, con il loro calendario, mi hanno fatto capire quanto mi sbagliassi sulla riforma gelmini.

a dimenticavo mi sento anche molto "ecologico" oggi!
grazie pirelli!
restando su un tema caro ai più, la gnocca, segnalo un programma TV che, in stile iene ma con tempi più lunghi, risulta davvero divertente e ben congegnato: il testimone, di pif su MTV. l'ultima puntata (mercoledì 19 novembre) presentava un interessante viaggio in giappone. da non perdere.
mercoledì, novembre 19, 2008
Cui prodest?
Ieri su repubblica si poteva leggere un pezzo su facebook di vittorio zambardino.
in breve le aziende, dice zambardino, stanno decidendo di arginare il fenomeno facebook riducendo la possibilità di navigare su questo sito “ggiovane” per limitare il cazzeggio dei propri dipendenti.
A metà articolo si leggeva “Contro corrente Torino-comune: proibiti solo porno e giochi d' azzardo.”
Io ho pensato: a torino siamo troppo avanti! Ok, peccato per i vincoli sul porno, ma vabbè, non si può avere tutto. Ovviamente mi sbagliavo.
Oggi infatti La Stampa, sulla prima pagina della versione cartacea, sotto la voce “Il Caso/torino” correva ai ripari, ripristinando l’austerità sabauda messa un po’ in dubbio dal pezzo della repubblica, con un articolo di Emanuela Minucci “Ore 13: pausa facebook in Comune”.

Forse è solo una coincidenza, forse no.
Ricordarsi però questo tipo di coincidenze fa bene alla mente.
Riflettete sulla tempestività di certi articoli che si parli di macchine (autovetture), di calcio, di politica torinese, di aziende informatiche…
in breve le aziende, dice zambardino, stanno decidendo di arginare il fenomeno facebook riducendo la possibilità di navigare su questo sito “ggiovane” per limitare il cazzeggio dei propri dipendenti.
A metà articolo si leggeva “Contro corrente Torino-comune: proibiti solo porno e giochi d' azzardo.”
Io ho pensato: a torino siamo troppo avanti! Ok, peccato per i vincoli sul porno, ma vabbè, non si può avere tutto. Ovviamente mi sbagliavo.
Oggi infatti La Stampa, sulla prima pagina della versione cartacea, sotto la voce “Il Caso/torino” correva ai ripari, ripristinando l’austerità sabauda messa un po’ in dubbio dal pezzo della repubblica, con un articolo di Emanuela Minucci “Ore 13: pausa facebook in Comune”.

Forse è solo una coincidenza, forse no.
Ricordarsi però questo tipo di coincidenze fa bene alla mente.
Riflettete sulla tempestività di certi articoli che si parli di macchine (autovetture), di calcio, di politica torinese, di aziende informatiche…
martedì, novembre 18, 2008
volgarità gratuita
Si potrebbe parlare del mitico villa(-ri) che non molla la poltrona…in effetti, umanamente, lo si può anche capire e, come dice gramellini sul “buongiorno” odierno, la sua è pur sempre una forma di lotta alla partitocrazia (e relativa spartizione di prebende).
Si potrebbe parlare della prima intervista da neo-presidente+first lady di Pier Barack e consorte…che arriva a correggere, fatto nuovo (ed inaudito) cotanto marito!
Si potrebbe citare il buon Tanzi che si dipinge come l’ultimo degli sprovveduti: non poteva immaginare che le banche ecc ecc... e fare uno sforzo?
E’ meglio non parlare di facebook che disturba i lavoratori…
Si potrebbe esultare per il rinvio a giudizio dei teutonici vertici della Thyssen group.
Si potrebbe…ma preferisco rimanere sì in ambito torinese, ma per sottolineare un caso di volgarità gratuita del quotidiano locale, La Stampa.
Guardate questa immagine:

ok è vero è la stampa, bellezza, ed io non posso farci niente:
ma che “salza al sindaco” a me cosa interessa?
Anche a me succede, ma mica lo scrivo sui giornali!
Si potrebbe parlare della prima intervista da neo-presidente+first lady di Pier Barack e consorte…che arriva a correggere, fatto nuovo (ed inaudito) cotanto marito!
Si potrebbe citare il buon Tanzi che si dipinge come l’ultimo degli sprovveduti: non poteva immaginare che le banche ecc ecc... e fare uno sforzo?
E’ meglio non parlare di facebook che disturba i lavoratori…
Si potrebbe esultare per il rinvio a giudizio dei teutonici vertici della Thyssen group.
Si potrebbe…ma preferisco rimanere sì in ambito torinese, ma per sottolineare un caso di volgarità gratuita del quotidiano locale, La Stampa.
Guardate questa immagine:

ok è vero è la stampa, bellezza, ed io non posso farci niente:
ma che “salza al sindaco” a me cosa interessa?
Anche a me succede, ma mica lo scrivo sui giornali!
venerdì, novembre 14, 2008
viva l'ignoranza (quella sana)
B: Quali persone stima di più?
P: I giovani operai.
B: Mi spieghi, se crede.
P: Pongono meno schemi, meno diaframmi tra sé e la realtà. Hanno avuto la grande fortuna di non andare a scuola, di non crearsi un mondo più brutto, più pallido, più contorto, più pieno di piccole idee sbagliate, il cui modello è adesso divulgato dalla tv.
B: Non le piace, suppongo, l'Italia.
P: Infatti medito di scappare. Sono colpito dalla borghesizzazione completa. La borghesia, certo, ci ha dato grandi conquiste, ma anche Hitler. Sta accadendo qualcosa di analogo. I giovani cappelloni operai assomigliano, che orrore, alle SS.
da una intervista di Enzo Biagi a Pier Paolo Pasolini, 4 gennaio 1973.
NB.: Il grassetto è mio.
P: I giovani operai.
B: Mi spieghi, se crede.
P: Pongono meno schemi, meno diaframmi tra sé e la realtà. Hanno avuto la grande fortuna di non andare a scuola, di non crearsi un mondo più brutto, più pallido, più contorto, più pieno di piccole idee sbagliate, il cui modello è adesso divulgato dalla tv.
B: Non le piace, suppongo, l'Italia.
P: Infatti medito di scappare. Sono colpito dalla borghesizzazione completa. La borghesia, certo, ci ha dato grandi conquiste, ma anche Hitler. Sta accadendo qualcosa di analogo. I giovani cappelloni operai assomigliano, che orrore, alle SS.
da una intervista di Enzo Biagi a Pier Paolo Pasolini, 4 gennaio 1973.
NB.: Il grassetto è mio.
giovedì, novembre 13, 2008
mercoledì, novembre 12, 2008
sempre toro
Il sondaggio mi ha lasciato dell’amaro in bocca, ma ha anche tranquillo assai.
Zero voli pindarici.
Il pubblico desidera da me soprattutto “cazzate”, ergo posso scrivere senza dover verificare le fonti o curare la punteggiatura.
In realtà volevo spendere due righe su un altro tema che suscita, invece, poco interesse quello calcistico.

Vinto dalla stanchezza, dopo la solita giornata passata non tanto a fare il mio lavoro, cosa che mi piace molto fare, ma a verificare la bontà di quello degli altri, attività meno piacevole, prendo il 4 in direzione porta nuova per il solito viaggetto che in solo 1 ora e mezza mi restituirà alla quiete (?) domestica.
Sono lì che inebetito come tutti gli altri passeggeri tengo un occhio al borsello e uno all’improbabile e pessimo giornale gratuito del momento (“metro”, “city” o “leggo”, non ricordo), purtroppo vengo distratto da un ragazzo che è al telefono con il padre.
Essendo praticamente a 5 centimetri dal figliuolo, ascolto.
Da alcuni riferimenti del puer, comprendo che l’imberbe è milanista. Vabbè, problema suo.
Orbene il giovane irride il genitore interista, facendo appello ad alcuni risultati in campo internazionale non particolarmente entusiastici della formazione nerazzurra.
Interisti e milanisti a torino, ormai spopolano ma perché?
Ditemelo! Perché concittadini torinesi, sbagliate? Vi intestardite?
Vi piacciono così tanto i bauscia?
Con orrore ho pensato: meglio un torinese gobbo!
Ebbene sì! Dico io: ma voi interisti 45-50 enni dove cazzo eravate solo 20 anni fa?
Non uno se ne trovava a torino. Devo ascoltare, nella navetta aziendale per esempio, gruppi di interisti che ironizzano sul fatto che il toro gioca solo e al massimo, il mercoledì sera, la coppa italia. Te figa, amico di moratti/berlusconi, ma vaffanculo!
ormai mi sento chiedere:
sei della juve?
Io: no
Sei dell’inter?
Io: no
Allora sei del milan!
Io: no! Sono del toro!!! Cristo!
Ma siamo fuori? Recentemente ho visto lo spicchio dell’olimpico, in occasione della partita torino-atalanta, gremitissimo di bergamaschi che urlavano “bergamo”, “bergamo”.
Sinceramente li ho apprezzati molto: nonostante la sconfitta fedeli e entusiasti della dea. Chapeau!
E noi di rimando: “bergamasco contadino zappa la terra zappa la terra!” e a chiudere:”odio bergamo, odio bergamo”.
Lungi da me simpatie leghiste, ma una sana goliardia (quella che mi ha fatto scaraventare dalla balaustra per gridare a squarciagola “merdeee, sucate, fanculo a casaaa” in occasione delle nostre due reti) e un sanissimo campanilismo sono parte del divertimento nel seguire una partita di calcio.
Ma è un difetto tipicamente nostrano, salire sul carro del vincitore, scender e risalirci.
Nel 36 tutti fascisti, nel 46 tutti partigiani, dal 50 tutti democristiani, poi socialisti, poi berlusconiani e quindi calcisticamente parlando tutti juventini, interisti e milanisti.
Zero voli pindarici.
Il pubblico desidera da me soprattutto “cazzate”, ergo posso scrivere senza dover verificare le fonti o curare la punteggiatura.
In realtà volevo spendere due righe su un altro tema che suscita, invece, poco interesse quello calcistico.

Vinto dalla stanchezza, dopo la solita giornata passata non tanto a fare il mio lavoro, cosa che mi piace molto fare, ma a verificare la bontà di quello degli altri, attività meno piacevole, prendo il 4 in direzione porta nuova per il solito viaggetto che in solo 1 ora e mezza mi restituirà alla quiete (?) domestica.
Sono lì che inebetito come tutti gli altri passeggeri tengo un occhio al borsello e uno all’improbabile e pessimo giornale gratuito del momento (“metro”, “city” o “leggo”, non ricordo), purtroppo vengo distratto da un ragazzo che è al telefono con il padre.
Essendo praticamente a 5 centimetri dal figliuolo, ascolto.
Da alcuni riferimenti del puer, comprendo che l’imberbe è milanista. Vabbè, problema suo.
Orbene il giovane irride il genitore interista, facendo appello ad alcuni risultati in campo internazionale non particolarmente entusiastici della formazione nerazzurra.
Interisti e milanisti a torino, ormai spopolano ma perché?
Ditemelo! Perché concittadini torinesi, sbagliate? Vi intestardite?
Vi piacciono così tanto i bauscia?
Con orrore ho pensato: meglio un torinese gobbo!
Ebbene sì! Dico io: ma voi interisti 45-50 enni dove cazzo eravate solo 20 anni fa?
Non uno se ne trovava a torino. Devo ascoltare, nella navetta aziendale per esempio, gruppi di interisti che ironizzano sul fatto che il toro gioca solo e al massimo, il mercoledì sera, la coppa italia. Te figa, amico di moratti/berlusconi, ma vaffanculo!
ormai mi sento chiedere:
sei della juve?
Io: no
Sei dell’inter?
Io: no
Allora sei del milan!
Io: no! Sono del toro!!! Cristo!
Ma siamo fuori? Recentemente ho visto lo spicchio dell’olimpico, in occasione della partita torino-atalanta, gremitissimo di bergamaschi che urlavano “bergamo”, “bergamo”.
Sinceramente li ho apprezzati molto: nonostante la sconfitta fedeli e entusiasti della dea. Chapeau!
E noi di rimando: “bergamasco contadino zappa la terra zappa la terra!” e a chiudere:”odio bergamo, odio bergamo”.
Lungi da me simpatie leghiste, ma una sana goliardia (quella che mi ha fatto scaraventare dalla balaustra per gridare a squarciagola “merdeee, sucate, fanculo a casaaa” in occasione delle nostre due reti) e un sanissimo campanilismo sono parte del divertimento nel seguire una partita di calcio.
Ma è un difetto tipicamente nostrano, salire sul carro del vincitore, scender e risalirci.
Nel 36 tutti fascisti, nel 46 tutti partigiani, dal 50 tutti democristiani, poi socialisti, poi berlusconiani e quindi calcisticamente parlando tutti juventini, interisti e milanisti.
venerdì, novembre 07, 2008
aguzza la vista
trova il presidente più abbronzato.

da segnalare la battuta - trascrivo a memoria, non letteralmente - di marco travaglio ad "annozero" di ieri sera:
obama ha 47 anni, berlusconi ne ha 72 e potrebbe quindi essere suo padre.
in questo caso obama si chiamerebbe pier barack.
bellissima.
grande silvio, facce ride! anche se quella sulla thatcher mi era piaciuta di più.
avranno riso anche iracheni ed afghani che adesso che c'è barack muoino come prima con bush, ma soffrono meno.

da segnalare la battuta - trascrivo a memoria, non letteralmente - di marco travaglio ad "annozero" di ieri sera:
obama ha 47 anni, berlusconi ne ha 72 e potrebbe quindi essere suo padre.
in questo caso obama si chiamerebbe pier barack.
bellissima.
grande silvio, facce ride! anche se quella sulla thatcher mi era piaciuta di più.
avranno riso anche iracheni ed afghani che adesso che c'è barack muoino come prima con bush, ma soffrono meno.
martedì, novembre 04, 2008
Ricomincio da tre
La lettura del report settimanale sugli accessi al mio blog, sta diventando un piacevole rituale.
Mi vergogno un po’ a dirlo, neanche fosse l’auditel per la Ventura, ma è così!
bisogna essere sinceri o no?
Ed è questo il tema di oggi: numeri, lettori, stile e sincerità di scrittura, temi da trattare.
Per me che ho fatto il “classico”, la matematica, le statistiche e i numeri in generale sono qsa di simile all’orco cattivo delle favole per bambini.
In realtà la potenza dei numeri – o era il numero che è potenza? boh – ha dei risvolti che, sul lavoro, ho scoperto o ri-scoperto dopo il periodo scolastico-universitario (statistica cmq l’ho passata al primo appello), essere positivi. Monitorare un fenomeno, misurandolo, permette infatti di gestire al meglio la situazione e, se c’è “margine”, di lanciarsi in formazione, nella ricerca, in una parola permette la progettualità. Tutto quello che non si farà più in Italia, grazie a gelmini e soci, quindi.
Tornando agli “accessi”, l’assiduità di alcuni nel leggere quello che scrivo mi ha spinto a cambiare anche argomenti e stile stesso di scrittura. Ossia, lo ammetto, cerco di scrivere qsa che possa avere un minimo di interesse e cerco di essere comprensibile. Non l’avreste detto? Allora devo migliorami.
E’ evidente che se uno scrive su un blog immagina di essere letto e lo desidera. Diversamente prenderebbe l’agenda dell’anno passato e terrebbe il classico “diario” da nascondere in fondo al cassetto. Cosa che del resto io stesso, a più riprese ho fatto e a più riprese ho interrotto, spesso distruggendo quanto scritto, pentendomene poi amaramente.
Cosa scrivere? A me piace fare commenti sulla politica e l’attualità.
mi piace scrivere qsa sul toro, ma io stesso mi rompo poi a leggere sostanzialmente gli stessi concetti. Mi piace soprattutto sparar cazzate, ma è un gioco che comprendo essere sterile.
Mi sembra utile dare consigli letterari o la dritta sulla sagra giusta.
Mi diverto immensamente a disegnare e pubblicare i miei schizzetti.
Tempo addietro lanciai un sondaggio che i più smaliziati compresero essere solamente scherzoso, sempre sulla lettura del mio blog.
Adesso mi piacerebbe proporne uno “serio” per avere feed-back "semi-seri" dai miei utenti…
Detto che effettivamente qualcuno ha la pazienza di leggere quanto scrivo, cosa desta in voi, intrepidi lettori, maggiore interesse?
Votate (vd colonna a dx) SVP!
eventualmente cambierò approccio di scrittura e ricomincio da zero.
anzi, come si diceva troisi, perché proprio da zero?
ricomincio da tre.
Mi vergogno un po’ a dirlo, neanche fosse l’auditel per la Ventura, ma è così!
bisogna essere sinceri o no?
Ed è questo il tema di oggi: numeri, lettori, stile e sincerità di scrittura, temi da trattare.
Per me che ho fatto il “classico”, la matematica, le statistiche e i numeri in generale sono qsa di simile all’orco cattivo delle favole per bambini.
In realtà la potenza dei numeri – o era il numero che è potenza? boh – ha dei risvolti che, sul lavoro, ho scoperto o ri-scoperto dopo il periodo scolastico-universitario (statistica cmq l’ho passata al primo appello), essere positivi. Monitorare un fenomeno, misurandolo, permette infatti di gestire al meglio la situazione e, se c’è “margine”, di lanciarsi in formazione, nella ricerca, in una parola permette la progettualità. Tutto quello che non si farà più in Italia, grazie a gelmini e soci, quindi.
Tornando agli “accessi”, l’assiduità di alcuni nel leggere quello che scrivo mi ha spinto a cambiare anche argomenti e stile stesso di scrittura. Ossia, lo ammetto, cerco di scrivere qsa che possa avere un minimo di interesse e cerco di essere comprensibile. Non l’avreste detto? Allora devo migliorami.
E’ evidente che se uno scrive su un blog immagina di essere letto e lo desidera. Diversamente prenderebbe l’agenda dell’anno passato e terrebbe il classico “diario” da nascondere in fondo al cassetto. Cosa che del resto io stesso, a più riprese ho fatto e a più riprese ho interrotto, spesso distruggendo quanto scritto, pentendomene poi amaramente.
Cosa scrivere? A me piace fare commenti sulla politica e l’attualità.
mi piace scrivere qsa sul toro, ma io stesso mi rompo poi a leggere sostanzialmente gli stessi concetti. Mi piace soprattutto sparar cazzate, ma è un gioco che comprendo essere sterile.
Mi sembra utile dare consigli letterari o la dritta sulla sagra giusta.
Mi diverto immensamente a disegnare e pubblicare i miei schizzetti.
Tempo addietro lanciai un sondaggio che i più smaliziati compresero essere solamente scherzoso, sempre sulla lettura del mio blog.
Adesso mi piacerebbe proporne uno “serio” per avere feed-back "semi-seri" dai miei utenti…
Detto che effettivamente qualcuno ha la pazienza di leggere quanto scrivo, cosa desta in voi, intrepidi lettori, maggiore interesse?
Votate (vd colonna a dx) SVP!
eventualmente cambierò approccio di scrittura e ricomincio da zero.
anzi, come si diceva troisi, perché proprio da zero?
ricomincio da tre.
lunedì, novembre 03, 2008
la solita reticenza
la repubblica di oggi, su andreotti, titola: "non risponde alle domande".
e dov'è la notizia?
e dov'è la notizia?
lunedì, ottobre 27, 2008
sabato pomeriggio
lui: "mi spiega per quale legge della fisica il pallone è andato in quella direzione?"
io: "no. ho fatto scienze politiche."
io: "no. ho fatto scienze politiche."
venerdì, ottobre 24, 2008
Avviso ai naviganti, forse
Il 22 ottobre berlusconi dice che ricorrerà alle “forze dell’ordine” per impedire l’occupazione delle università.
Il 23 ottobre, dietrofront, il premier nega di aver mai parlato di “polizia nelle università”.
Sinceramente silvio mi ha preso in contropiede.
Avrei voluto scrivere, ma non ho avuto il tempo per farlo, che mi faceva ridere, in primis, il comportamento dell’opposizione che, nella persona di veltroni, convoca una conferenza stampa per chiosare queste dichiarazioni del presidente del consiglio. Stigmatizzandole e facendo il suo predicozzo.
In buona sostanza, Silvio affermava in realtà una banalità assoluta, per un rappresentante delle istituzioni, ossia che non avrebbe tollerato un atto illegale, l’occupazione in questo caso.
Se il falso in bilancio fosse ancora reato, per assurdo, il presidente del consiglio dovrebbe minacciare azioni per perseguirlo? E’ un po’ ridondante, dovrebbe perseguirlo stop.
Chi occupa una università compie un atto illegale e se ne assume la responsabilità.
può essere moralmente lecito (ma anche corretto politicamente) compiere un atto illegale, diversamente se aspettiamo che sia l’ordine costituito a riformare sempre se stesso saremmo ancora ad aspettare modifiche alla politica estera dell’impero romano d’occidente.
Proprio i nipoti dei “galli” – popolazione che poco apprezzava una politica estera un attimino aggressiva da parte dei romani - ci insegnano che se una cosa non sta nè in cielo né in terrà è lotta dura: in francia scioperi e dimostrazioni sono scontri duri e lo stato risponde con forza.
Ma almeno è una cosa seria!
La vicenda dimostra come sempre l’ipocrisia di fondo della nostra società.
Il Berlusconi del 22 ottobre sosteneva una posizione ferma e coerente con il suo ruolo e “ci stava”.
Ridicola l’opposizione di veltroni. Il 23 ottobre si scopre che era il solito teatrino e paradossalmente il patetico predicozzo veltroniano ha sortito un insperato successo.
Saviano recentemente citava pound, sostenendo che un uomo che non è pronto a correre dei rischi o non vale niente o è su posizioni ideali che non valgono niente.
Lo studente è pronto a correre dei rischi, che arrivi o meno la polizia quindi si occupa, si rischia. Questi politici ondivaghi non corrono “rischi” perché valgono poco e si limitano a flirtare, senza coerenza alcuna, con quello che è l’umore del momento. Un giorno dico una cosa, un altro ne sostengo un’altra ancora. Nessuno ci capisce niente e io continuo così, mentre i problemi veri rimangono irrisolti.
Taglio da una parte e porto soldi da un’altra (nella fattispecie i soldi che non prendo più dall’ICI li taglio sulla scuola e li giro alle banche. Grazie!).
Questa mancanza di coerenza ovviamente si esercita anche nella politica estera.
In Afghanistan si tiene il moccolo agli stati uniti per aiutarli a fare la guerra ai talebani.
Ci si nasconde dietro formule ambigue quali missione di pace, supporto alla popolazione e cazzate simili, vabbè sarà che si deve dire così e fare cosà. non diciamo che facciamo la guerra? Ci può stare. Facciamola. ma almeno facciamola bene!!!
Leggo invece che frattini, in un suo lineare avviso ai talebani, è pronto al dialogo con le aree moderate dei movimenti talebani, al di là della contraddizione in termini, il concetto è evidente: sconfiggere i talebani con la forza pare non essere possibile allora diventiamo “amici”, o almeno parliamone. frattini precisa però che il dialogo non implica la legittimazione dei telebani.
Boh. Vorrà dire che parlerà loro ma sarà molto scortese, non essendo i talebani legittimati (da chi?) a parlare con chicchessia.
La mancata legittimazione dei talebani da parte di frattini pare abbia gettato nella frustrazione i talebani…probabilmente la chiave di volta del conflitto sarà questa batosta psicologica sui combattenti afghani.
geniale!
Il 23 ottobre, dietrofront, il premier nega di aver mai parlato di “polizia nelle università”.
Sinceramente silvio mi ha preso in contropiede.
Avrei voluto scrivere, ma non ho avuto il tempo per farlo, che mi faceva ridere, in primis, il comportamento dell’opposizione che, nella persona di veltroni, convoca una conferenza stampa per chiosare queste dichiarazioni del presidente del consiglio. Stigmatizzandole e facendo il suo predicozzo.
In buona sostanza, Silvio affermava in realtà una banalità assoluta, per un rappresentante delle istituzioni, ossia che non avrebbe tollerato un atto illegale, l’occupazione in questo caso.
Se il falso in bilancio fosse ancora reato, per assurdo, il presidente del consiglio dovrebbe minacciare azioni per perseguirlo? E’ un po’ ridondante, dovrebbe perseguirlo stop.
Chi occupa una università compie un atto illegale e se ne assume la responsabilità.
può essere moralmente lecito (ma anche corretto politicamente) compiere un atto illegale, diversamente se aspettiamo che sia l’ordine costituito a riformare sempre se stesso saremmo ancora ad aspettare modifiche alla politica estera dell’impero romano d’occidente.
Proprio i nipoti dei “galli” – popolazione che poco apprezzava una politica estera un attimino aggressiva da parte dei romani - ci insegnano che se una cosa non sta nè in cielo né in terrà è lotta dura: in francia scioperi e dimostrazioni sono scontri duri e lo stato risponde con forza.
Ma almeno è una cosa seria!
La vicenda dimostra come sempre l’ipocrisia di fondo della nostra società.
Il Berlusconi del 22 ottobre sosteneva una posizione ferma e coerente con il suo ruolo e “ci stava”.
Ridicola l’opposizione di veltroni. Il 23 ottobre si scopre che era il solito teatrino e paradossalmente il patetico predicozzo veltroniano ha sortito un insperato successo.
Saviano recentemente citava pound, sostenendo che un uomo che non è pronto a correre dei rischi o non vale niente o è su posizioni ideali che non valgono niente.
Lo studente è pronto a correre dei rischi, che arrivi o meno la polizia quindi si occupa, si rischia. Questi politici ondivaghi non corrono “rischi” perché valgono poco e si limitano a flirtare, senza coerenza alcuna, con quello che è l’umore del momento. Un giorno dico una cosa, un altro ne sostengo un’altra ancora. Nessuno ci capisce niente e io continuo così, mentre i problemi veri rimangono irrisolti.
Taglio da una parte e porto soldi da un’altra (nella fattispecie i soldi che non prendo più dall’ICI li taglio sulla scuola e li giro alle banche. Grazie!).
Questa mancanza di coerenza ovviamente si esercita anche nella politica estera.
In Afghanistan si tiene il moccolo agli stati uniti per aiutarli a fare la guerra ai talebani.
Ci si nasconde dietro formule ambigue quali missione di pace, supporto alla popolazione e cazzate simili, vabbè sarà che si deve dire così e fare cosà. non diciamo che facciamo la guerra? Ci può stare. Facciamola. ma almeno facciamola bene!!!
Leggo invece che frattini, in un suo lineare avviso ai talebani, è pronto al dialogo con le aree moderate dei movimenti talebani, al di là della contraddizione in termini, il concetto è evidente: sconfiggere i talebani con la forza pare non essere possibile allora diventiamo “amici”, o almeno parliamone. frattini precisa però che il dialogo non implica la legittimazione dei telebani.
Boh. Vorrà dire che parlerà loro ma sarà molto scortese, non essendo i talebani legittimati (da chi?) a parlare con chicchessia.
La mancata legittimazione dei talebani da parte di frattini pare abbia gettato nella frustrazione i talebani…probabilmente la chiave di volta del conflitto sarà questa batosta psicologica sui combattenti afghani.
geniale!
boia faus
in questi giorni, a londra, sono stati messi all'asta diario e altri oggetti appartenuti all'ultimo boia di sua maestà, un certo harry allen.
allen seguì l'eliminazione di un centinaio di condannati, uno poi totalmente riconosciuto innocente. lui non si scompose più di tanto, una volta venuto a conoscenza di questo dettaglio. un lavoratore preciso e un po' pignolo.
come per ogni cosa, scusate la deformazione professionale, c'è una procedura.
il buon harry aveva la sua.
in buona sostanza il primo step del boia era salutare con un "buongiorno" il morituro, a seguire legare le mani dietro alla schiena ecc ecc
doveva essere proprio un bel giorno per i condannati a morte, boia faus!
allen seguì l'eliminazione di un centinaio di condannati, uno poi totalmente riconosciuto innocente. lui non si scompose più di tanto, una volta venuto a conoscenza di questo dettaglio. un lavoratore preciso e un po' pignolo.
come per ogni cosa, scusate la deformazione professionale, c'è una procedura.
il buon harry aveva la sua.
in buona sostanza il primo step del boia era salutare con un "buongiorno" il morituro, a seguire legare le mani dietro alla schiena ecc ecc
doveva essere proprio un bel giorno per i condannati a morte, boia faus!
martedì, ottobre 21, 2008
Gregorio, giovanni, livio ed enrico
Mi diverte moltissimo andare sui campi ad arbitrare e tra i molteplici aspetti che compongono questo divertissement uno di questi è, sicuramente, poter vedere un "piemonte" che di solito ci sfugge.
Nel week-end c’è poco traffico, si può guidare senza troppi assilli e senza finire imbottigliati in kilometriche code. Poi di certo a buronzo o a rovasenda - non stiamo quindi parlando di pollenzo o alba ormai noti a livello internazionale - "per caso" è difficile finirci, ma ci si passa per forza per andare a fare una partita in qualche campetto sperduto tra le risaie. O almeno io cerco di incrociare questi luoghi perché queste cittadine, nelle quali sembra che negli ultimi secoli non si sia proprio costruito moltissimo, hanno dei “profili” medioevali da non perdere.

Andando a vedere la mostra a palazzo bricherasio su gregorio calvi di bergolo ho ritrovato quegli scorci che ancora si trovano nelle province piemontesi. Ho riconosciuto quelle luci invernali o autunnali che mi spingono a fermare l’auto e rimanere in contemplazione per qualche minuto, respirando quell’aria che sarà sempre inquinata ma lo è meno di quella di torino.
Mi piace poi quel silenzio irreale e poter incedere nella mia solitudine. Mi serve a riflettere, e in quei momenti mi diventa facile separare gli accadimenti banali dalle cose davvero importanti.
Leggendo i pannelli che sono corollario alla mostra, si intuisce che calvi di bergolo ha avuto molto tempo per riflettere, per dedicarsi alle sue passioni, in una parola per godersi la vita.
L’invidia che ho provato è pari all’immediatezza e bellezza delle opere esposte.

Quindi consiglio la mostra e consiglio un libro scoperto per caso al mercato di ciriè…venerdì mattina, tra un branzino pescato e un tonno inscatolato ho passato un giorno di ferie che mi ha permesso di riappropriarmi della vita extra-lavoro infrasettimanale; ok il week-end, ma anche in settimana non mi dispiacerebbe farmi “li cazzi mia”, come si dice a latina.
Mi sembrava di esser tornato studente, con montagne di tempo libero passato a cazzeggiare più che a studiare.
Purtroppo il tran, tran (o tram tram come scriveva mio zio) lavorativo quotidiano te lo fa dimenticare. ma questa è solo la mia campana.
Lavorare, Lavorare, Lavorare, preferisco il rumore del mare
Il libro, i fuochi dei kelt, è straordinario l’ha scritto uno scrittore poco noto: giovanni d’alessandro. stilisticamente particolare.
È un romanzo storico, la storia della campagna di gallia scritta dagli sconfitti, quelli che mi stanno sempre più simpatici dei vincitori.
Vi suggerisco anche questa intervista a d’alessandro e sottolineo queste parole: “questo è lo scrivere, un combattere”. Ed ancora “La scrittura è una cosa seria. Una disciplina impegnativa.”
Una lettura “importante” da sorseggiare con calma, come si farebbe con un buon barolo.
Quindi riepilogando venerdì incontro casuale con giovanni, sabato toccata e fuga in quel di bordighera con il “suocero” (livio, il gobbo. "Fuori" come pochi ma simpatico), domenica con gregorio e in mezzo serata con enrico…un pazzo che si diletta a fare veri e propri film con i filmati delle vacanze con sceneggiatura, storyboard, musiche ecc, istruire e far esami simulando a pc il volo di un boeing, aggiungere strumenti, sempre con l’ausilio di un pc, alla musica di Mozart, monitorare le temperature, piogge ecc degli ultimi dieci anni per elaborarne statiche. E io che mi diverto a giocare a call of duty!
che bambino!
Nel week-end c’è poco traffico, si può guidare senza troppi assilli e senza finire imbottigliati in kilometriche code. Poi di certo a buronzo o a rovasenda - non stiamo quindi parlando di pollenzo o alba ormai noti a livello internazionale - "per caso" è difficile finirci, ma ci si passa per forza per andare a fare una partita in qualche campetto sperduto tra le risaie. O almeno io cerco di incrociare questi luoghi perché queste cittadine, nelle quali sembra che negli ultimi secoli non si sia proprio costruito moltissimo, hanno dei “profili” medioevali da non perdere.

Andando a vedere la mostra a palazzo bricherasio su gregorio calvi di bergolo ho ritrovato quegli scorci che ancora si trovano nelle province piemontesi. Ho riconosciuto quelle luci invernali o autunnali che mi spingono a fermare l’auto e rimanere in contemplazione per qualche minuto, respirando quell’aria che sarà sempre inquinata ma lo è meno di quella di torino.
Mi piace poi quel silenzio irreale e poter incedere nella mia solitudine. Mi serve a riflettere, e in quei momenti mi diventa facile separare gli accadimenti banali dalle cose davvero importanti.
Leggendo i pannelli che sono corollario alla mostra, si intuisce che calvi di bergolo ha avuto molto tempo per riflettere, per dedicarsi alle sue passioni, in una parola per godersi la vita.
L’invidia che ho provato è pari all’immediatezza e bellezza delle opere esposte.

Quindi consiglio la mostra e consiglio un libro scoperto per caso al mercato di ciriè…venerdì mattina, tra un branzino pescato e un tonno inscatolato ho passato un giorno di ferie che mi ha permesso di riappropriarmi della vita extra-lavoro infrasettimanale; ok il week-end, ma anche in settimana non mi dispiacerebbe farmi “li cazzi mia”, come si dice a latina.
Mi sembrava di esser tornato studente, con montagne di tempo libero passato a cazzeggiare più che a studiare.
Purtroppo il tran, tran (o tram tram come scriveva mio zio) lavorativo quotidiano te lo fa dimenticare. ma questa è solo la mia campana.
Lavorare, Lavorare, Lavorare, preferisco il rumore del mare
Il libro, i fuochi dei kelt, è straordinario l’ha scritto uno scrittore poco noto: giovanni d’alessandro. stilisticamente particolare.
È un romanzo storico, la storia della campagna di gallia scritta dagli sconfitti, quelli che mi stanno sempre più simpatici dei vincitori.
Vi suggerisco anche questa intervista a d’alessandro e sottolineo queste parole: “questo è lo scrivere, un combattere”. Ed ancora “La scrittura è una cosa seria. Una disciplina impegnativa.”
Una lettura “importante” da sorseggiare con calma, come si farebbe con un buon barolo.
Quindi riepilogando venerdì incontro casuale con giovanni, sabato toccata e fuga in quel di bordighera con il “suocero” (livio, il gobbo. "Fuori" come pochi ma simpatico), domenica con gregorio e in mezzo serata con enrico…un pazzo che si diletta a fare veri e propri film con i filmati delle vacanze con sceneggiatura, storyboard, musiche ecc, istruire e far esami simulando a pc il volo di un boeing, aggiungere strumenti, sempre con l’ausilio di un pc, alla musica di Mozart, monitorare le temperature, piogge ecc degli ultimi dieci anni per elaborarne statiche. E io che mi diverto a giocare a call of duty!
che bambino!
giovedì, ottobre 16, 2008
Saviano come Alcott
In buona sostanza, al di là delle lettere aperte (non bastava mandarle, chiuse, solo a Saviano?) grondanti retorica dei presidenti – metto il titolo non vorrei mai si offendessero - Napolitano e Berlusconi, è questo il geniale invito di Franco Roberti.
No, Franco non è quello di Zelig, è invece il coordinatore del pool anticamorra di napoli, secondo il quale Saviano “dovrebbe staccarsi un po’ dai temi della criminalità organizzata” (letto questa mattina sul giornale Repubblica).
Delirio. Se fosse questo il consiglio della mamma di Saviano, ci potrebbe stare, ma non me l’aspettavo dal coordinatore del pool anticamorra.
E’ ovvio che anch’io credo che Saviano non si possa permettere, purtroppo, di girare per casal di principe, troppo rischioso per lui, per la scorta, per tutti i cittadini ma che non gli sia garantita neanche libertà di parola è una sconfitta per lo Stato.
Niente contro Louisa May Alcott, autrice di quel romanzo di aspra denuncia sociale intitolato “piccole donne” (la versione cartone animato la ricordo con piacere, anche se era un po’ da frocio guardarla).
PS.: libro e film sono da leggere e rileggere, da vedere e rivedere
No, Franco non è quello di Zelig, è invece il coordinatore del pool anticamorra di napoli, secondo il quale Saviano “dovrebbe staccarsi un po’ dai temi della criminalità organizzata” (letto questa mattina sul giornale Repubblica).
Delirio. Se fosse questo il consiglio della mamma di Saviano, ci potrebbe stare, ma non me l’aspettavo dal coordinatore del pool anticamorra.
E’ ovvio che anch’io credo che Saviano non si possa permettere, purtroppo, di girare per casal di principe, troppo rischioso per lui, per la scorta, per tutti i cittadini ma che non gli sia garantita neanche libertà di parola è una sconfitta per lo Stato.
Niente contro Louisa May Alcott, autrice di quel romanzo di aspra denuncia sociale intitolato “piccole donne” (la versione cartone animato la ricordo con piacere, anche se era un po’ da frocio guardarla).
PS.: libro e film sono da leggere e rileggere, da vedere e rivedere
mercoledì, ottobre 15, 2008
tuttopaccottiglia
invito tutti alla registrazione al sito tuttosport.com.
gli articoli sono trascurabili, ma si può partecipare a interessanti sondaggi.
io mi sono registrato millantando una passione per lo Spezia e una simpatia filojuventina. ho poi lasciato questo entusiastico commento (oggetto: sondaggio per dare un nome al nuovo stadio della goeba. si il "vecchio" , si fa per dire essendo degli anni '90, e sfigatissimo "Delle Alpi" pagato oltre duecento miliardi di lire - da tutti noi - e che sarà presto abbattuto e ricostruito. costava oltre una decina di miliardi di lire all'anno di sola manutenzione. sticazzi):
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"il progetto mi entusiasma. sarà la culla di grandi successi, nel solco della tradizione. proprio per questo vorrei un richiamo esplicito al periodo maggiormente vincente della società. il nome che vorrei è "Stadio Luciano Moggi". Perché? perché sono 29! Senza vergogna."
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Loro non sono dotati di autoironia...ne consegue che è più bello prenderli per il culo. Probabilmente non verrà mai pubblicato, nonostante questo feed-back (peraltro efficace dal punto di vista utente).
gli articoli sono trascurabili, ma si può partecipare a interessanti sondaggi.
io mi sono registrato millantando una passione per lo Spezia e una simpatia filojuventina. ho poi lasciato questo entusiastico commento (oggetto: sondaggio per dare un nome al nuovo stadio della goeba. si il "vecchio" , si fa per dire essendo degli anni '90, e sfigatissimo "Delle Alpi" pagato oltre duecento miliardi di lire - da tutti noi - e che sarà presto abbattuto e ricostruito. costava oltre una decina di miliardi di lire all'anno di sola manutenzione. sticazzi):
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"il progetto mi entusiasma. sarà la culla di grandi successi, nel solco della tradizione. proprio per questo vorrei un richiamo esplicito al periodo maggiormente vincente della società. il nome che vorrei è "Stadio Luciano Moggi". Perché? perché sono 29! Senza vergogna."
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Loro non sono dotati di autoironia...ne consegue che è più bello prenderli per il culo. Probabilmente non verrà mai pubblicato, nonostante questo feed-back (peraltro efficace dal punto di vista utente).

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