martedì, luglio 27, 2021

Olocausto - Storie di sopravvissuti

 Sitografia tratta dalla graphic novel "Olocausto - Storie di sopravvissuti" (Valentina edizioni 2017)
di Zane Whittingham e Ryan Jones

1. BBC Learning Children of the Holocaust animations
https://www.bbc.co.uk/programmes/p01zx5g7

2.Flette animation
http://fettleanimation.com/

3. Holocaust Survivors Frienship Association
https://www.holocaustlearning.org/

4. 6 Milion Plus
https://www.6millionplus.org/

5. Holocaust Memorial Day Trust
https://www.hmd.org.uk/

6. The National Holocaust Centre and Museum
https://www.holocaust.org.uk/

7. Anne Frank Trust
https://annefrank.org.uk/

8. Imperial War Museum London
https://www.iwm.org.uk/events/the-holocaust-exhibition

9. Yad Vashem
https://www.yadvashem.org/

10. Wiener Library London
https://wienerholocaustlibrary.org/

11. International Tracing Service
https://arolsen-archives.org/

12. USC Shoah Foundation
https://sfi.usc.edu/

13. United States Holocaust Memorial Museum
https://www.ushmm.org/it

14. Auschwitz-Birkenau Memorial and Museum
http://auschwitz.org/en/

(Pagina 96 di "Olocausto - Storie di sopravvissuti" Edizione italiana)

lunedì, luglio 26, 2021

COS'ERA MAI QUESTO TORO?

Quando veniva giù lo striscione, tutti alzavano le mani per facilitarne la discesa.
I fumogeni ti prendevano la gola, ma il cuore ti si gonfiava nel petto per l'orgoglio di far parte di quello spettacolo, che era solo nostro.

Noi ci caricavamo a mille, convinti di poter incidere sulla partita...ed in effetti era proprio così perchè i nostri, in particolare sotto la Maratona, sputavano sangue per essere all'altezza di un amore così grande, così potente e così insensato.

Se portavi un amico, a fine gara diventava dei nostri, impressionato dal nostro tifo.
E poi, nel momento dell'ingresso delle squadre in campo, il boato, a squarciagola, ritmato e ripetuto: Forza Vecchio Cuore Granata!

Eseguito il nostro rito, a quel punto tutto ci sembrava possibile e lo diventava davvero.
Ecco cos'era il Toro...





 

 

 

 

 

 

 

#maratona #FVCG #SFT #Torino #Toro #ultras #granata

lunedì, marzo 01, 2021

UN'AUTOBIOGRAFIA INTELLETTUALE

"Io sono tra coloro che non rimpiangono la giovinezza, perchè oggi mi sento molto più realizzato di un tempo. Ma il pensiero che tutta quell'esperienza andrà perduta nel momento della mia morte, questo sì, è causa di sofferenza. Il pensiero che quelli che verranno dopo di me conosceranno quanto me, e ancora di più, non mi consola. E' come bruciare la Biblioteca di Alessandria o distruggere il Louvre...Rimediamo a questa tristezza scrivendo, dipingendo o costruendo città. Eppure, per tanto che possa trasmettere raccontandomi e raccontando, anche se fossi Platone, Montaigne o Einstein, per tanto che scriva o dica, non potrei mai trasmettere la somma della mia esperienza, ad esempio i miei sentimenti nel vedere un volto amato o una rivelazione avuta guardando un tramonto. Questo è il vero incoveniente della morte, e anche i filosofi devono ammettere che c'è qualcosa di spiacevole nella morte."
Ottobre 2015, Umberto Eco

mercoledì, settembre 16, 2020

Perchè fare l'arbitro di calcio?

 SÌ VIAGGIARE

Arbitrare mi manca come il pane ad un affamato, è noto.
L'altro giorno riflettevo che a mancarmi non é solo la partita, ma anche il viaggio per andare a farla e, soprattutto, quello del ritorno.
Tutto era un po' rituale, in effetti: l'attesa della designazione e poi la preparazione, nei giorni precedenti, del percorso, la "predisposizione" del referto, prima cartaceo e poi, negli ultimi anni, digitale.
Ammetto che il rito lo preferivo gestito in totale solitudine e la presenza di colleghi, per la terna, rendeva lo stesso un po' meno piacevole o meglio diverso.
Amavo il silenzio del viaggio di andata, rigorosamente fatto evitando l'autostrada.
Mi piaceva partire con un anticipo largo, per permettermi di avvicinarmi gradualmente alla gara, concentrandomi. Ricordando, se ce n'erano, i precedenti su quel campo e le caratteristiche stesse dell'impianto per partire con il piccolo vantaggio di conoscere già l'arena, tra virgolette, dello scontro.
Le riflessioni sulle squadre e i giocatori.
Di solito prendevo, prima di arrivare al campo sportivo, un cappuccio e una brioche come pranzo, andando nel bar conosciuto o in uno che mi ispirasse e soprattutto che avesse il giornale, per allentare un po' l'attesa. Bar non sempre facile da trovare nei paesini...e poi la dissimulazione difficilissima, per non essere identificato in anticipo come l'arbitro della partita, un piccolo evento nei piccoli centri piemontesi o valdostani.
Della partita ho parlato spesso.
Quindi la salto per arrivare alla doccia.
Primo vero momento di recupero, più mentale che fisico, dopo quanto accaduto sul terreno di gioco.
Una doccia calda per lavare via il sudore ma anche le "incrostazioni" - i diverbi, gli scontri, le contrapposizioni, le proteste - della gara appena conclusa.
E poi il viaggio di ritorno forse il momento più "autoformativo" della giornata.
A questo pensavo ieri.
E di questo ho parlato oggi ad un corso sull'intelligenza emotiva. In modo pertinente, per altro.
Nel ritorno, indipendentemente dall'esito della prestazione, dalla stanchezza, analizzavo frame per frame ogni momento della gara. Ripensavo a come avevo agito o reagito ad un evento, a cosa avevo detto o taciuto, se ero stato troppo aggressivo o non quanto sarebbe stato necessario in un determinato frangente.
Anche perché qualsiasi partita ha il suo punto di svolta e tu quel momento non lo puoi fallire...puoi fare tutto bene, ma se manchi in quel momento particolare, non avrai portato a casa una gran prestazione, é sicuro.
Una disamina puntuale, tutto in ottica di far meglio nella gara dopo.
La riflessione parodossale che mi veniva da fare ieri è che per nessun'altra mia attività o occupazione ho messo mai tanto impegno, tanta abnegazione...e qui mia moglie assentirebbe.
Ovviamente a lavoro o in amore ho sempre analizzato e "rivisto" situazioni o momenti, in modo critico, ma mai con la stessa metodicità lo stesso approccio analitico e sistematico di quei viaggi, in auto, di ritorno.
Sará che è stata una passione totalizzante e un'esperienza che mi ha dato tantissimo, sarà l'adrenalina, sarà il "palcoscenico" o il gusto della sfida o che a vent'anni (30/40) si é stupidi davvero...quanto darei per rivivere quel fottuto rito, cristo.
Non mi rimane che spiegarlo ai ragazzi che vado a vedere e che paiono sempre un po' increduli quando dico che io di gare non ne ho mai rifiutata una in vita mia e quindi di godersele tutte e non c'é e non ci deve essere esame o morosa che tenga per saltarne una.

lunedì, maggio 04, 2020

Quel giorno di pioggia - 4 maggio 1949 ore 17:03

Quel giorno di pioggia bambino lo sai
che il cuore mio a pezzi non scorderà mai
sul viso una ruga che prima non c'era
lo sguardo nel vuoto quel vuoto che sai

Quel giorno di pioggia ti dissi com'è
la vita ti vive senza un perché
vita che scorre pian piano lontana da me
quel giorno di pioggia tu forse ricordi qual è
quel giorno di pioggia tu forse ricorderai che

Quel giorno di pioggia la stanza era densa
la tua espressione era di circostanza
le mani mai ferme portate alla bocca
e gli occhi tuoi gonfi guardavano me

Io risi poi piansi fai un po' come vuoi
la pioggia batteva sul viso tra noi
batteva sul nostro dolore più vivo che mai
quel giorno di pioggia tu forse lo ricorderai
quel giorno di pioggia tu forse non lo scorderai

Quel giorno di pioggia non pioverà più
col tempo si cambia e cambierai tu
si cambia con forza o forse non so
si cambia per forza ma non scorderò

Quel giorno di pioggia lo schianto nel cielo
che spense in un lampo il Grande Torino
quel lampo che porta il ricordo per chi non c'è più
quel giorno di pioggia io spero non torni mai più
quel giorno di pioggia io credo non tornerà più

Bacigalupo, Ballarin, Maroso,
Grezar, Rigamonti, Castigliano,
Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola
...e tutti i cuori granata che non battono più

[Sensounico]

venerdì, febbraio 14, 2020

Susan Sontag

Lettera a Borges
Lei ha detto che dobbiamo alla letteratura tutto ciò che siamo, o siamo stati. Se spariranno i libri, sparirà la storia, e spariranno anche gli esseri umani.
Sono certa che lei abbia ragione. I libri non sono soltanto la somma arbitraria dei nostri sogni,
e la nostra memoria. Ci offrono anche un modello di autotrascendenza. C'è chi pensa che la lettura sia soltanto una forma di evasione: un'evasione dal mondo "reale" di tutti i giorni, verso un mondo immaginario, il mondo dei libri. I libri sono molto di più. Sono una maniera per essere pienamente umani.
Susan Sontag


"A dire il vero, credo che il rock and roll sia la ragione per cui ho divorziato. Credo siano stati Bill Haley and the Comets e Chuck Berry [ride] a farmi decidere che dovevo divorziare, lasciare il mondo accademico e cominciare una nuova vita."

Susan Sontag, Odio sentirmi una vittima, Intervista su amore, dolore e scrittura con Jonathn Cott, Il Saggiatore 2013, pagina 53

martedì, gennaio 21, 2020

Il grande Gualino. Vita e avventure di un uomo del Novecento. Giorgio Caponetti

Ho letto il libro di Caponetti e, come ho avuto modo di scrivere in una mia recensione pubblicata in rete, l'ho sorseggiato. Letto lentamente perchè bello, bello, bello. Le vicende, vere, sono assolutamente mirabolanti e la scrittura è piacevole con le esclamazioni in piemontese (tradotte) che rendono efficace la delineazione dei personaggi.

Una storia romanzata ma corretta storicamente per eventi, luoghi e persone. Caponetti non smentisce la sua bravura nelle ricostruzioni storiche (leggete anche "Quando l'automobile uccise la cavalleria"). Libro consigliato.

Indimenticabile la lettera che, prevedendo la sua morte, Gualino scrisse alla sua amata Cesarina che poi ebbe vita lunghissima: morì a 102 anni nel 1992.
Nella lettera si fa elenco delle proprietà e Gualino suggerisce come mantenere il tenore di vita, alto, di cui avevano goduto fino ad allora.

Eccola:
Cesarina Carissima,
Mi pare che si stia avvicinando l’ora in cui dovrò lasciarti, dopo tanti anni così belli di vita in comune, e non ti nascondo che sono preoccupato per il vuoto che ti lascerà la mia mancanza, e per le noie della parte economica.
Poiché per il dolore della mia dipartita nulla posso fare, desidero darti qualche suggerimento per la parte economica affinché tu sia, da questo lato, tranquilla.
Comincerò spiegandoti bene la situazione.
Le spese complessive delle case di Roma e di Firenze ammontano a circa lire 600 000 mensili (compresi 280 000 di stipendi);
Le spese di Firenze, per giardiniere, tasse podere etc. ammontano a circa lire 300 000 mensili (però ricaviamo dal podere olio, vino, latte, frutta, verdura, fiori, etc.);
Le spese di Roma, quando noi siamo a Firenze, importano circa lire 200 000 mensili;
Le spese di Lilly (e signorina) circa 260 000 lire mensili quando vivono a Torino o vanno a villeggiare.
In conclusione avrai occorrenza di circa 1 000 000 al mese (oltre alle spese di Lilly) se continuerai a tenere le due case di Roma e di Firenze, e quella di Torino per Lilly.
Come sai, ho versato per te circa 60 000 000 alla Società di Assicurazioni di Torino, per assicurarti un vitalizio di 1 500 000 per trimestre, cioè di 500 000 mensili.
In più, ho versato in Conto Corrente al 6% presso gli uffici di via Po 36 (rivolgersi per ogni pratica a Gelsi o a Renato) 40 milioni a tuo nome, dai quali avrai 2 400 000 annui (1 200 000 per semestre). Infine troverai depositati sotto tuo dossier, in via Po 36:
50 000 azioni della Rumianca, delle quali (benché tutte a tuo nome): 20 000 sono tue; 10 000 sono di Lilly e 20 000 di Renato. Dalle cedole delle tue 20 000 azioni riceverai un dividendo presunto di 100-125 lire per azione, e cioè 2 000 000 a 2 500 000 annui.
25 000 000 in obbligazioni al portatore Rumianca 5% che ti daranno 1 375 000 annui.
Per Lilly ho depositato, in Conto Corrente al 6%, in via Po 36,40 milioni, che le daranno 2 400 000 annui, e 25 milioni in obbligazioni Rumianca 5% che le daranno 1 375 000 anno.
In conclusione, tu disporrai dei seguenti redditi annui:
6 000 000
dal vitalizio con l’assicurazione di Torino.
2 400 000
dal conto corrente al 6%
2 000 000
dalle cedole delle 20 000 Rumianca (azioni)
1 375 000
cedole su 25 000 in obbligaz. Rum. 5%
11 775 000
E Lilly a sua volta disporrà dei seguenti redditi:
2 400 000
conto corrente 6% per 40 0000
1 000 000
cedole su 10 000 Rumianca (azioni)
1 375 000
cedole su 25 000 obbligaz. Rum. 5%
4 775 000
Riassumendo, tu avrai il milione mensile che ti occorre per tenere le due case, e Lilly avrà 400 000 mensili, eccedenti tutte le sue esigenze.
Questa è la situazione contabile, ma io desidero fare qualche considerazione. La prima è che potresti eliminare la residenza di Lilly a Torino, sia perché non sembrerebbe giustificata la sua lontananza da te durante 6 o 8 mesi mentre tu saresti sola, e poi perché ridurresti le spese di oltre 200 000 al mese.
Infatti, se Lilly rimanesse con te, sia pure con una signorina a carico, costerebbe al massimo 100 a 120 000 lire mensili, mentre ne risparmieresti almeno 300 000.
Il solo affitto di corso Galileo Ferraris è di 75 000 mensili!
Tenendo dunque Lilly con te, tu sommeresti il reddito tuo (11 775 000) con quello di Lilly (4 775 000) e così avresti in totale un introito di circa 16 milioni annui contro una spesa di 13 o 14 includendo la spesa per Lilly e la sua signorina.
Tu rimarrai inoltre proprietaria delle due case di Roma e di Firenze, intestate a te fin dal loro acquisto.
Ritengo che tu potresti realizzare, in caso di vendita, 100 a 125 milioni per la proprietà di Firenze e 225 a 275 milioni per la casa di Roma (molto adatta per una sede diplomatica).
Tu hai inoltre la proprietà di tutti gli oggetti d’arte presenti nelle due case, i quali hanno un altro valore realizzabile. Qualora tu decidessi di mantenere ambedue le case, ti suggerirei di vendere da 75 a 100 milioni di oggetti, così da ottenere da 4 a 6 milioni annui, in modo da essere molto larga di mezzi. Ritengo che dalle vendite di un Picasso (grande), del Modigliani (o del Degas), del Tamayo (o dello Chagall) ricaveresti da Sotheby o da altri circa 100 milioni.
In casa, per contro, quasi non ti accorgeresti della vendita, tanti sono gli oggetti d’arte che ancora ti rimarrebbero.
In tutte le tue occorrenze, affidati a Renato: è intelligentissimo, di carattere adamantino e difenderà i tuoi interessi come fossero i suoi.
Ti stringo al cuore con immenso affetto
Riccardo

Il personaggio merita di essere approfondito, come del resto la storia del Teatro di Torino da lui fondato e, ahimè, distrutto durante la seconda guerra mondiale. Nei pressi dell'Università di Torino, proprio sotto la mole Antonelliana, si vedono ancora i ruderi.
www.teatrotorino.unito.it

Il documentario (introvabile) "Sulle tracce di Gualino" è reperibile presso:
Biblioteca della Regione Piemonte "Umberto Eco"
via Confienza, 14
10122 Torino (TO)
Telefono: 011/5757371 - Fax: 011/5757304


Riporto la bibliografia del testo di Caponetti:
P. F. Gasparetto, Sogni e soldi. Vita di Riccardo Gualino, Nino Aragno Editore, Torino 2007.
C. Bermond, Riccardo Gualino finanziere e imprenditore, Centro Studi Piemontesi, Torino 2005.
N. De Ianni, Gli affari di Agnelli e Gualino 1917-1927, Prismi, Napoli 1998.
M. Fagiolo Dell’Arco, B. Marconi, Cesarina Gualino e i suoi amici. Musa, mecenate, pittrice, Marsilio, Venezia 1997.
Documentario Sulle tracce di Riccardo Gualino di Beppe Anderi con le ricerche di Elena Bocchietto, VideoAstolfoSullaLuna, Biella 2003.
R. Gualino, Frammenti di vita, Arnoldo Mondadori editore, Milano 1931.
R.Gualino, Solitudine, Marsilio, Venezia 1997.
Carlo Chevallard, Diario 1942-1945. Cronache del tempo di guerra,  Blu edizioni, Torino 2005.
Il vate e il mecenate a cura di Giovanni Tesio, Nino Aragno Editore, Torino 2015.
Jessie Boswell a cura di Ivana Mulatero, Giulio Bolaffi editore, Torino 2009.
Senz’olio contro vento di Rita Levi-Montalcini, Baldini Castoldi Dalai editore, Milano 1996.
Sette storie del «Numero 1», Centro Studi Piemontesi, Torino 1979.
Curzio di Osvaldo Guerrieri, Neri Pozza, Vicenza 2015.
Virginia Agnelli, madre e farfalla di Marina Ripa di Meana e Gabriella Mecucci, Minerva edizioni, Bologna 2010.
Vestivamo alla marinara di Susanna Agnelli, Mondadori, Milano 1975.
Storia della Massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni, di Aldo A. Mola, Bompiani, Milano 1992.

Caponetti invita a guardare: www.noibiellesi.com

Stefano Baldi, a Nicoletta Betta e a Cristina Trinchero, Il teatro di Torino di Riccardo Gualino (1925-1930). Studi e documenti. Con DVD, Torino 2014 
sito www.teatrotorino.unito.it

giovedì, gennaio 16, 2020

Delitti a Torino – La Stampa

Una dozzina d'anni fa, uscì una interessante collana di libri "Delitti a Torino" che raccontava efferati episodi di cronaca nera ricostruiti con taglio giornalistico.

In rete, ahimè, non ho trovato l'elenco completo dei titoli che uscirono.

Personalmente ho ritrovato questi otto titoli:

Renzo Rossotti, Denti di lupo, 2007
Sottotitolo: La banda Cavallero

Claudio Cerasuolo, Il sosia, 2007
Sottotitolo: 1988-1991: il caso dei tre sosia

Lorenzo Gianotti, L’enigma Codecà, 2007
Sottotitolo: Uno sparo in via Villa della Regina

Claudio Giacchino, L’ultima notte con Martine, 2007
Sottotitolo: 1969 il mistero Beauregard

Maurizio Ternavasio, Diabolich l’assassinio di via Fontanesi, 2008
Sottotitolo: Il misterioso delitto di Borgo Vanchiglia

Angelo Caroli e Patrizia Durante, Fantasma di donna, 2008
Sottotitolo: Marina Di Modica scompare

Angelo Caroli, La morte nella valigia, 2008
Sottotitolo: Un delitto atroce sconvolge Chivasso

Bruno Gambarotta, Il postino suona sempre due volte, 2008
Sottotitolo: Il furto del secolo alle poste di Torino: carta straccia al posto dei miliardi

Ne saranno usciti altri?
Boh

domenica, dicembre 15, 2019

Buongiorno pigrizia

I miei dieci contro-consigli
- il lavoro salariato è la moderna condizione di schiavitù. Tenga a mente che l'impresa non è il luogo del successo personale, altrimenti si saprebbe. La sola ragione per cui lavora è la paga di fine mese, "punto a capo", come si dice spesso in azienda.
- Inutile tentare di cambiare il sistema: ogni opposizione lo rafforza; ogni contestazione gli dà più consistenza. Certo, può divertirsi quanto vuole con gli scherzi anarcordi, come proporre di instaurare una giornata "Chiama in ufficio e datti malato" o adottare lo slogan "Ruba all'azienda perché l'azienda ti deruba". È sempre intrigante, ma la rivoluzione andava bene per i contestatori degli anni '70, e adesso tutti possiamo vedere dove li ha portati (alla direzione generale).
- Il suo lavoro, alla fine, non serve a niente, e lei potrà essere sostituito dall'oggi al domani dal primo cretino che capita. Quindi lavori il meno possibile, e passi un po' di tempo (ma comunque non troppo) a "vendersi" e a "costruirsi una rete di appoggi" in modo da risultare intoccabile (e intoccato) in caso di ristrutturazione.
- Non sarà giudicato in base a come svolge il suo lavoro, ma in base alla sua capacità di uniformarsi docilmente al modello ufficialmente promulgato. Più parlerà in neolingua, più sarà considerato à-la-page.
- Non accetti mai e per nessuna ragione un incarico di responsabilità. Significherebbe solo avere più lavoro, senza altra contropartita che qualche soldino in più (tanto vale dire "noccioline"), e anche lì...
- Scelga le imprese più grandi, e in esse i posti più inutili: consulente, esperto, ricercatore, analista. Più sono inutili, più sarà difficile quantificare il suo "apporto alla creazione della ricchezza dell'impresa". Eviti come la peste i posti operativi ("sul campo"). L'ideale è mirare a essere "armadizzato": avere un incarico improduttivo, spesso trasversale", senza conseguenze né pressione gerarchica; insomma, un nascondiglio.
- Una volta nascosto, eviti soprattutto ogni cambiamento: fra i quadri, solo i più esposti si fanno licenziare.
- Impari a riconoscere da segnali pressoché impercettibili (dettagli di abbigliamento, battute a mezza voce, sorrisi) chi è con lei e non crede nel sistema, essendosi accorto dell'assurdità.
- Quando "inquadra" nella sua impresa collaboratori a tempo (co.pro., interinali, consulenti esterni) li tratti con cordialità  non dimentichi mai che sono gli unici che lavorano davvero.
- Si ripeta costantemente che quest'ideologia ridicola veicolata e promossa dall'impresa non é più "vera" del materialismo dialettico (soprannominato "diamat") eretto a dogma dal sistema comunista. È solo una fase e crollerà di certo, prima o poi. Lo diceva anche Stalin: alla fine è sempre la morte a vincere. Il problema è solo quando...

Buongiorno pigrizia, Corinne Maier, pagine 151-153 Bompiani febbraio 2005

martedì, ottobre 01, 2019

Ebhardt non è esattamente Isaacson...

Forse, lo ammetto, ho fatto l'errore di leggere questo libro subito dopo aver letto la raccolta di articoli su Marchionne stesso proposto dal "Corriere della Sera" ("Marchionne, il Sogno Incompiuto", 2019). La sensazione quindi che ho provato è di rileggere eventi e fatti a me già noti, senza trovare molto di più a livello di approfondimento. 

Tommaso Ebhardt fa un lavoro serio e cita correttamente quanto scritto dai suoi colleghi, cita anche la biografia di Steve Jobs che probabilmente Tommaso ha cercato di prendere ad esempio...ma le similitudini tra le due opere si fermano alla scelta grafica della copertina (ossia un primopiano d'impatto su sfondo bianco). Walter Isaacson ha scritto un capolavoro che personalmente non risucivo a smettere di leggere. E' vero che fu Jobs stesso a commissionare la biografia senza dare nessun limite all'autore, mentre Marchionne ha fatto del rispetto della sua privacy un punto fermo della sua vita, ma allo stesso tempo a Ebhardt sarebbe stato giusto chiedere di andare ad approfondire eventi e fatti nonostante questa non fosse, come ripete spesso, la volontà di Marchionne. Poi il libro di Ebhardt è scritto bene, ma risulta monotono e ripetitivo senza quegli eventi extralavorativi che ogni biografia, grazie a Dio, dovrebbe avere. Marchionne viveva per il lavoro, perfetto. Ma la sua vita in Canada prima di diventare lo stakanovista che conosciamo? Oppure, faccio un altro esempio: si accenna un paio di volte al rapporto matrimoniale, precedente quindi la relazione con la compagna Manuela, chiuso in modo repentino e brusco. Perfetto...perchè? La motivazione a mio avviso avrebbe potuto aggiungere molto sul profilo psicologico del protagonista. Il rapporto con i figli? Ebhardt ci ha speso due parole in croce (il libro consta comunque di 277 fitte pagine). Credo anche che Ebhardt stesso fosse a conoscenza del rischio di diventare monotono e ripetitivo tant'è che nelle prime pagine aggiunge annotazioni squisitamente personali su vicende parallelle legate alla sua vita quotidiana...un espediente letterario che poi però abbandona e che, benchè non mi avesse colpito particolarmente in prima battuta, alla fine del libro quasi ho rimpianto...

venerdì, settembre 27, 2019

Georges Simenon - Romans dur

Da oggi, venerdì 27 settembre 2019, con La Stampa vengono venduti a 9.90E i "romanzi duri" di Simenon.
Per capirci le opere nelle quali Simenon maggiormente credeva e nelle quali maggiormente investiva in termini di tempo e attenzione, diversamente dai romanzi "commerciali" con protagonista il commissario Maigret. 
Grazie a queste opere ambiva al Nobel che invece non arrivò...

Il piano dell’opera
1 - Il testamento Donadieu, 27 settembre 2019
2 - Lettera al mio giudice, 4 ottobre 2019
3 - La verità su Bébé Donge, 11 ottobre 2019
4 - La camera azzurra, 18 ottobre 2019
5 - La vedova Couderc, 25 ottobre 2019
6 - Corte d’Assise, 1° novembre 2019
7 - Betty, 8 novembre 2019
8 - Le finestre di fronte, 15 novembre 2019
9 - Tre camere a Manhattan, 22 novembre 2019
10 - Il viaggiatore del giorno dei Morti, 29 novembre 2019
11 - I Pitard, 6 dicembre 2019
12 - Il clan dei Mahé, 13 dicembre 2019
13 - Senza via di scampo, 20 dicembre 2019
14 - La finestra dei Rouet, 27 dicembre 2019
15 - La fuga del signor Monde, 3 gennaio 2020
16 - Le signorine di Concarneau, 10 gennaio 2020
17 - Il grande male, 17 gennaio 2020
18 - Il passeggero del Polarlys, 24 gennaio 2020
19 - I fantasmi del cappellaio, 31 gennaio 2020
20 - Il primogenito dei Ferchaux, 7 febbraio 2020
21 - Pioggia nera, 14 febbraio 2020
22 - Il fidanzamento del signor Hire, 21 febbraio 2020
23 - L’orologiaio di Everton, 28 febbraio 2020
24 - Il gatto, 6 marzo 2020
25 - I clienti di Avrenos, 13 marzo 2020

giovedì, settembre 19, 2019

LIBRI

Per bloccarne l'acquisto compulsivo, avevo ideato una soluzione banale che mi pareva però, nella sua semplicità, efficace.
Mi ero riproposto cioè di comprare solo quel libro che, una volta preso, avrei voluto leggere subito, ancor prima di finire quello in lettura, non cadendo cioè nel tranello del "interessante...lo prendo e lo leggerò poi".
In realtà questa logica non ha calmierato gli acquisti, mi spinge solo a documentarmi di più (ovvero leggendo recensioni, riviste di lettura, frequentando gruppi di lettura ecc), a ricercare - e questo è un indubbio vantaggio e parte del piacere - testi più interessanti o almeno che io reputo tali.
Così negli ultimi giorni ho trovato:
"Faccia da Turco" di Wallraff (oggi), "Il grande Gualino" di Caponetti (stupendo), "Trans Europa Express" di Rumiz (ebook), "La cena" di Koch (preso in biblio però)...

venerdì, settembre 06, 2019

Vita privata

Cercavo recensioni sensate sulla collana di 5 volumi curata da Duby e Ariès.

1. Vita privata
Dall'Impero romano all'Anno mille.

2. Vita privata
Dal Feudalesimo al Rinascimento.

3. Vita privata
Dal Rinascimento all'Illuminismo.

4. Vita privata
Ottocento.

5. Vita privata
Novecento.

Le ho trovate qui!
https://moloch981.wordpress.com/

venerdì, agosto 02, 2019

Eichmann. Il gestore della "soluzione finale"

Libro "Eichmann"
Il gestore della "soluzione finale"
scritto da Giulia Baj e Tullio Scovazzi
Introduzione di Luigi Garofalo
Uscito a maggio 2019 nella collana "I Grandi Processi della Storia"
VOL. 7 in abbinamento al "Corriere della Sera"

Riporto i riferimenti presenti nel Capitolo finale "Percorsi di approfondimento"

LIBRI
1. H.Arendt, La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme (ce l'ho, letto nel 2012)

2. I.Arel, La casa di via Garibaldi. Come ho catturato Adolf Eichmann
(il capo del Mossad racconta la storia della ricerca e cattura di Eichmann)

3. G.Hausner, Sei milioni di accusatori. La relazione introduttiva del procuratore generale al processo Eichmann (ordinato)

4. U.Goni, Operazione Odessa - La fuga dei gerarchi nazisti verso l'Argentina di Peròn (ce l'ho, in lettura)

5. D.E.Lipstadt, Il processo Eichmann, Einaudi Torino 2014
(il racconto di una storica statunitense di origine ebraica illustra il peso che esso ha avuto nella presa di coscienza della Shoah)

6. P.Longerich, Verso la soluzione finale. La conferenza di Wannsee, Einaudi Torino 2018

7. P.Z. Malkin, Nelle mie mani, Sperling & Kupfer Milano 1991
(cattura e primo interrogatorio di Eichmann in attesa del volo verso Israele)

8. M. Pearlman, Cattura e processo di Eichmann, Utet Torino 2016
(il primo libro - prima edizione 1963 - su cattura e processo di Eichmann, scritto dall'ex portavoce dell'esercito israeliano)

9. F.Pocar, L'esercizio non autorizzato del potere statale in territorio straniero, Cedam Padova 1974
(analisi di questo tipo di violazione di sovranità alla luce del diritto internazionale)

10. Q. Reynolds, E.Katz, Z.Aldubi, Il ministro della morte. La storia di Adolf Eichmnann, Bompiani Milano 1961
(Biografia di Eichmann, dall'infanzia alla cella in Israele, con le informazioni di Katz e Aldubi, membri delle forze armate israeliane)

11. B. Stangneth, La verità del male - Eichmann prima di Gerusalemme, Luiss University Press Roma 2017
(La personalità di Eichmann ricostruita attraverso una meticolosa analisi delle "carte argentine")

SITI/VIAGGI
1. http://www.iltrenodellamemoria.it

2. http://auschwitz.org/en/

3. Visita al Ghetto di Varsavia, la "via della memoria" commemora le 450.000 vittime

4. Steven Spielberg Jewish Film Archive
https://en.jfa.huji.ac.il

5. Gerusalemme il Gerard Behar Center (prima era il Belt Ha'Am) teatro del processo. Ospita manifestazioni artistiche ed eventi commemorativi della Shoah

FILM
1. "Operation Finale" di Chris Weitz (2018)
basato su "Nelle mie mani" storia della cattura

2. "The Eichmann show" di Paul Andrew Williams (2015)
Finzione più documentario delle udienze processo

3. "Uno specialista. Ritratto di un criminale moderno" di Eyal Sivan (1999)
Filmati originali processo criticato però dal portavoce dello Steven Spielberg Jewish Film Archive



lunedì, luglio 22, 2019

L'importanza dei preliminari

PAZZO PER IL TORO
Sinceramente non so se son così di mio, cioè fuori di testa, o se è “lui” che mi ha reso così.
Forse è colpa sua, del Toro…mi piace pensarlo almeno, a mia parziale discolpa.
Mentre il mio collega sogna probabilmente - e vanamente - una "notte magica" a Istanbul, il sottoscritto questa notte è riuscito ad avere questo “incubo”.

Calcio di rigore per il Toro in terra d'Ungheria. Non so bene chi lo batta, in ogni caso il giocatore sul dischetto opta non per il tiro diretto, banale, ma per il passaggio laterale sulla sinistra ad un giocatore che effettua il cross a scavalcare l'assembramento a centro area, per l'attaccante accorrente che, con una gran zuccata, insacca. Goal! Debrecen 0 - Torino 1! E’ fatta, Europa arriviamo.
A battere un rigore così, a ben vedere, sono solo i pazzi o quelli che sanno di essere i più forti. Lo fece una volta il Grande Torino e, recentemente, se non erro, il Barca.
Mi scuso con i fratelli granata per aver accostato in un singolo post gli Invincibili all'attuale Torino.

Ma torniamo a bomba, la partita, sbloccata, prende la piega che solo un tifoso granata può immaginare ossia loro ne fanno prima uno, un mezzo autogoal, poi due, in contropiede, e poi tutto va in vacca ops e finisce 3-1.

A quel punto, forse perché è vero noi non molliamo mai...la mia mente, tra il sonno e il risveglio, inizia a immaginare la via d’uscita un'andata che si è conclusa sul 2-0 che, di fatto, renderebbe utile anche questo insulso 3-1.
Poi mi sveglio, madido di sudore, stravolto e di pessimo umore. Ma giusto così, è lunedì, si muore di caldo e per noi "mai una gioia" non è mai tanto per fare i simpatici...

In ogni caso, mai gobbi
#TorinoFC #SFT #FVCG

venerdì, maggio 24, 2019

UNA PICCOLA STORIA TRISTE Torinese

Sono al Mercatino dell'usato di via Gorizia che, solitamente, presenta una grande e varia scelta di libri usati, a ravanare tra centinaia di titoli
ed è proprio qui il bello: separare il grano dal loglio, per portarsi poi a casa qualche chicca da leggere in serata.
Per fare al meglio l'operazione di cernita, sono fermo di fronte ad uno scaffale a controllare sullo smartphone le recensioni di qualche titolo interessante.
Una signora attempata mi si avvicina per guardare i libri dello stesso scaffale, le faccio posto mettendomi da parte,
lei si affretta a dirmi di star pure lì dove sono.
Io mi sposto lo stesso perché la verifica della bontà del grano non è operazione veloce, ma favorevolmente colpito dalla sua gentilezza e, vedendo che armeggia una lista di titoli,
facendomi immaginare che sia una buona lettrice,
mi permetto di consigliarle un libro che ho proprio davanti a me.
Prendo in mano un'edizione economica, con la copertina rossa, di "Stoner" di John Edward Williams e dico:
"Non conosco le sue preferenze di lettura, ma questo libro a me è piaciuto molto;
'non succede niente' nel romanzo, ma l'autore è molto bravo a descrivere questo 'niente'."
L'attempata prende velocemente il libro e lo fa proprio, mi ringrazia ampiamente.
Rimango un po' colpito dalla velocità con la quale accetta la mia proposta e, con una certa vanità, tronfio della mia capacità persuasiva.
La signora mi sorride e ringrazia e prende in mano un libro di Danielle Steel, facendomi così capire che non apprezzerà mai il libro che le ho appena proposto.
Non volendo obbligare nessuno a far qualcosa che non desidera veramente e per evitarle un acquisto probabilmente inutile
preciso, per "salvarla":"non si aspetti colpi di scena da 'Stoner' o cose simili eh...è semplicemente il racconto della vita del protagonista, un insegnante".
"Lo prendo, lo prendo, La ringrazio molto", risponde lei.
Ci salutiamo cordialmente, la signora dopo un po' va a pagare ed io rimango invece ancora lì a cercare,
trovando alla fine tre libri che mi convincono:
"Nel turbine della storia" di Ryszard Kapuscinski
"Il re. La vera storia dietro Scarface" di Evan Wright e Jon Roberts
"La cupola di Brunelleschi. La nascita avventurosa di un prodigio dell'architettura e del genio che la ideò" di Ross King
Vado infine alla cassa e pago.
Uscendo noto sul bancone una pila costituita da 3-4 libri che evidentemente al momento di essere venduti, per qualche ragione, non sono
poi stati effettivamente acquistati, per un qualche ripensamento.
Butto il mio occhio miope e, nonostante il mio difetto, non posso non scorgere il povero "Stoner", nella sua copertina rossa,
sconsolato in mezzo alla paccottiglia costituita da un Buticchi, un qualche manuale per
dimagrire e l'onnipresente e illeggibile volume mariano, edizioni paoline.
Quando si parla di libri, si crea una certa vicinanza con l'interlocutore di turno:
devo dire di aver provato una certa amarezza per questa intimità inutilmente tradita...
ma che problema c'è a declinare un consiglio spassionato? invece di inscenare questa stupida pantomima?
La sciagurata evidentemente doveva essere "intimamente" torinese,
un po' falsa, un po' cortese.

venerdì, gennaio 25, 2019

Terza pagina La Stampa

Con una certa fatica ho ricostruito elenco uscite della storica Collana Terza Pagina editrice La Stampa curata da Metella Rovero (raccolte per autore degli articoli usciti in "terza pagina" sul quotidiano di Torino).
Informazioni che in rete non ho mai trovato presentate in maniera completa ed esaustiva.
Spero che il lavoro possa servire a qualcuno che, come me, è interessato alla collana (sono riuscito a trovare solo recentemente tutti i volumi!).
Veste grafica minimalista e di classe: blu/rosso vedi immagine.
NB.: i prezzi indicati sono ormai teorici essendo i volumi fuori catalogo da diverso tempo e quindi di difficile reperibilità, ma sono imperdibili.

vedi anche "La terza pagina" 

1. Trentasei articoli (illustrato) di Massimo Mila – 1985 Prezzo: € 11.36
2. Racconti e saggi di Primo Levi 1988 P: € 11.36
3. Le meraviglie del reale (illustrato) di Tullio Regge – 1987 P: € 11.36
4. Briciole di colonna (1975-1987 illustrato) Guido Ceronetti NB: 1987 P: €11.36
5. Dal mondo dell'archeologia (illustrato) di Sabatino Moscati – 1988 P: € 11.36
6. Mille Americhe (illustrato) di Furio Colombo – 1988 P: € 11.36
7. Le mezze verità (illustrato) di Gianni Vattimo - 1988 P: € 11.36
8. Ritratti di antenati di Luigi Firpo - 1989 P: € 11.36
9. Il magico «Kolobok» e altri scritti di Mario Rigoni Stern – 1989 P: € 11.36
10. Frammenti della crisi di Giovanni Spadolini – 1989 P: € 11.36
11. Nel bene e nel male (illustrato) di Giovanni Arpino – 89 P: € 11.36
12. L' utopia capovolta di Norberto Bobbio – 1990 P: € 11.36
13. Strani anelli. La società dei moderni di Luciano Gallino - 1990 P: € 11.36
14. La politica e la storia di Massimo Salvadori - 1991 Prezzo: € 11.36
15. Libertà liberatrice di Alessandro Galante Garrone - 1992 P: € 11.36
16. Viaggi intorno alla Russia di Sergio Romano – 1993 P: € 15.49
17. L' eclisse del comunismo di Enzo Bettiza 1994 P: € 15.49

Nel libro di Bettiza (17) si dice: di prossima pubblicazione:
Marco Rosci, la critica d’arte e la storia che non mi risulta in realtà essere mai uscito



Erroneamente attribuiti alla stessa collana:

Briciole di colonna (illustrato) di Guido Ceronetti – NB 1999 ed. 2 Prezzo: € 12.91 
Identico a Edizione 1987; manca solo il sottotitolo 1975-87) 
Inserito nella collana “Documenti e testimonianze” (n. 6) a cura di Metella Rovero 
Editrice La Stampa (veste grafica diversa da collana Terza Pagina)

Lo scrittore inesistente (illustrato) di Guido Ceronetti – 1999 P: € 12.91
Inserito nella collana “Documenti e testimonianze” (n. 7) a cura di Metella Rovero 
Editrice La Stampa (veste grafica diversa da collana Terza Pagina)

Il magico «Kolobok» e altri scritti (illustrato) di Mario Rigoni Stern – 1999 ed 3 P: € 12.91
Uguale a edizione 1989, con in più una prefazione di Orengo e con illustrazioni non presenti nell'edizione Terza Pagina. Stranamente invece, in questa terza edizione, è stata "tagliata" una interessante "premessa" di Rigoni Stern datata aprile 1989.
Inserito nella collana “Documenti e testimonianze” (n. 8) a cura di Metella Rovero 
Editrice La Stampa (veste grafica diversa da collana Terza Pagina)

Non abbiate paura. Racconti di fantascienza di Tullio Regge – 1999 P: € 12.91 
Inserito nella collana “Documenti e testimonianze” (n. 9) a cura di Metella Rovero 
Editrice La Stampa (veste grafica diversa da collana Terza Pagina)

giovedì, novembre 22, 2018

POCHI SECONDI DI IMMORTALITA'

Con rapido passo, mi accingo allo rientro
satollo di parco pasto,
vagamente flatulente
e del resto m'importa niente

Ella, parvola tra le puelle, nera e seducente come lo dimonio,
distribuisce volantini innanzi a la culla de l'economica canoscenza
non m'illudo, guardo e passo, di desio orbato
non faccio torto al mio comprendonio

Son anni ch'io nei pressi di quel pietroso sagrato, da decine di donzelle presidiato,
vengo bellamente ignorato,
io come li colleghi miei, di ogni analoga consegna privato;
edotto, ahimè, de le ingiurie di Cronos
e di quanto se la tiran quelle

Poscia l'imprevisto! e, lo drugo direbbe, pronto m'incisto!

Ammaliante, repente e siccome luciferina la bellina m'adocchia,
e tende l'amorevole manina che stringe
l'ignoto invito,
a guisa di Babbo Natale per lo ceruleo e spento oculo meo
"L'ammaliante ammaliata?"
speranzoso tra me e me mi dico

Lo guardo mio si ridesta!
l'ascoso memento di vetuste pugne turgido si ridesta:
un party universitario!
oppure una grande festa!

Pochi secondi,
per smettere di sognare
miro tra le dita tremanti
lo volgare pieghevole di "chickenbot.it"
menu Pollo&Patate
ed è quell'ultimo plurale
a farmi smettere,
de la Bernarda
vagheggiare...



venerdì, ottobre 12, 2018

MAI NAGOYA

Entro nel ristorante Nagoya e chiedo di sedermi.
Il ristorante si presenta come "giapponese", ma è evidente, fin dal menu, che
l'unica cosa proveniente dal "sol levante" nel locale è forse il device per prendere le ordinazioni,
il resto rimanda tutto all'impero del dragone.

La cameriera sorride e gesticolando, ignorando totalmente la mia lingua, mi colloca praticamente di fronte ad un ragazzo che sta finendo di mangiare,
i tratti somatici mi fanno pensare che il ragazzo non sia italiano. In effetti scoprirò essere rumeno.
Mi siedo e lo saluto, lui risponde cordialmente.
Ci mettiamo a parlare e gli chiedo consigli su cosa prendere,
lui mi guarda e, in cattivo italiano, mi invita a prendere diverse portate e chiosa:
"Perché in Italia (sic) il cibo è il massimo". Frase surreale, considerando la location.

Capisco immediatamente di trovarmi di fronte ad un fuoriclasse.
Mi dice che per motivi di lavoro passa una settimana in Italia, ma lui vive in Inghilterra
dove il cibo fa schifo, in particolare "il cinese non è buono come qui" (secondo me è il contrario,
al netto che in teoria ci si trova in un giapponese).

Il ragazzo ha voglia di parlare, io di fargli domande.
Sommando le sue affermazioni mi rendo conto che le prime erano incomplete e
contraddette dalle ultime, ma fa lo stesso. C'è simpatia reciproca.

Quando trovo il personaggio che ogni frase è una sentenza inappellabile
io che alla sentenza arrivo, quando ci arrivo, solo dopo riflessioni e approfondimenti cervellotici, rimango affascinato.
Lo ascolterei per ore.
Non lo voglio mettere in difficoltà, né essere "lo stronzo" del caso, alla fine stiamo mangiando
insieme ed è piacevole il confronto.
Scopro che anche lui ha due figli, due bambine...o meglio, dopo dieci minuti mi è chiaro che
ne ha in realtà una e la moglie è in attesa della seconda, ma sono di nuovo dettagli.

Ha 37 anni, ma è evidente che ne ha viste parecchie, più del sottoscritto benchè io ne abbia qualcuno di più.
Mi sembra di capire che sia da molto in Inghilterra, in realtà, scopro poi, che è lì da soli due mesi.
Mi spiega, a mia domanda, che l'inglese lui l'ha imparato in TV in Romania dove i film non sono tradotti e,
dopo 6/7 anni, non devi più leggere i sottotitoli in rumeno...

In ogni caso non è uno stupido, tutt'altro.
La cosa meravigliosa è, forse a sua insaputa, la sua posizione politica.
E' molto più a destra di Salvini. La Germania è il male dell'Europa e l'Europa non serve a niente.
Mi dice che è stato in Italia molti anni ma che qui non ci può più stare per i costi esorbitanti,
vorrebbe aprire una attività, ma ti mangiano il 60% di tasse...

Adesso fa il tatuatore a Londra (forse lavora anche in una tipografia, il passaggio è stato un po' oscuro su questa seconda parte)
e mi mostra diverse foto e filmati che ritraggono le sue opere.
Si dimostra molto appassionato al suo lavoro, il primo tatuaggio se l'è fatto su se stesso e posso
vederlo sul suo braccio sinistro. Mi regala delle autentiche perle di saggezza parlando del suo lavoro, fino a divenire
poetico nel suo racconto della settantenne che decide, alla morte del marito, di farsi il primo tatuaggio in ricordo del
compagno scomparso oppure quando mi spiega, con efficacia, il momento preciso nel quale una persona, secondo lui (ma lui ovviamente non precisa che è solo una sua opinione),
decide di farsi il tatuaggio.

Ha una bella mano - "ci sono tanti più bravi di me", afferma per la prima volta in modo umile -
e i disegni sono sì improponibili, a livello di soggetto, ma realizzati benissimo.
Mi regala delle chicche, a suo modo, un po' su tutto: "E' bene non spendere soldi per i vestiti!"
dice, pur indossando un capo di Armani (taroccato? boh).

Parlando della Romania mi chiarisce che là non vuol tornare.
Perché? chiedo io.
Per via della gente di merda, mi dice.
Mi sento quasi in dovere di precisare che quella non manca manco qui,
ma lui non è d'accordo. Pare avere chiarezza delle storture che ci sono qui, ma anche delle cose belle (il clima, il cibo ecc)
e ne parla con dolcezza.

Passando all'Inghilterra afferma senza tema di esser smentito che lì la gente non si lava, e i colori sono tristi: c'è il marrone, il grigio...
Mi spiega che fa anche tatuaggi a domicilio e vede situazioni al limite della decenza a livello igenico.
Però lì si sta tranquilli.
Puoi decidere di lavorare di più o fare il tuo, di migliorare o di limitarti, come fa adesso
lui, di lavorare, tornare a casa a farti una cannetta e stare con la tua famiglia.

E' andato nella perfida (e sporca) Albione per permettere cure migliori alla figlia che non sta bene.
Non approfondisco il tema perché capisco che non è il caso, potrebbe non fare piacere, allora lui mi dice che è contento di essere lì perché vuole che il suo futuro sia migliore di com'è stato il passato.
Non vuole lavorare solo per vivere, ma vuole fare di più.
E' sicuro che arriverà il momento nel quale aprirà la sua attività.
Ha già in mente i primi investimenti da fare.
Non so se ce la farà, ma mi piacerebbe che fosse così.

Riceve una telefona: deve andare a fare un tatuaggio a Settimo, guarda caso la mia città.
Ci stringiamo la mano e uscendo mi dice che ha lasciato il caffè pagato per me.
Un piccolo gesto ma che capisco fatto con molta sincerità.
Una piccola gioia, in effetti.
"In bocca al lupo", gli dico
con la sua stessa sincerità.