venerdì, maggio 24, 2019

UNA PICCOLA STORIA TRISTE Torinese

Sono al Mercatino dell'usato di via Gorizia che, solitamente, presenta una grande e varia scelta di libri usati, a ravanare tra centinaia di titoli
ed è proprio qui il bello: separare il grano dal loglio, per portarsi poi a casa qualche chicca da leggere in serata.
Per fare al meglio l'operazione di cernita, sono fermo di fronte ad uno scaffale a controllare sullo smartphone le recensioni di qualche titolo interessante.
Una signora attempata mi si avvicina per guardare i libri dello stesso scaffale, le faccio posto mettendomi da parte,
lei si affretta a dirmi di star pure lì dove sono.
Io mi sposto lo stesso perché la verifica della bontà del grano non è operazione veloce, ma favorevolmente colpito dalla sua gentilezza e, vedendo che armeggia una lista di titoli,
facendomi immaginare che sia una buona lettrice,
mi permetto di consigliarle un libro che ho proprio davanti a me.
Prendo in mano un'edizione economica, con la copertina rossa, di "Stoner" di John Edward Williams e dico:
"Non conosco le sue preferenze di lettura, ma questo libro a me è piaciuto molto;
'non succede niente' nel romanzo, ma l'autore è molto bravo a descrivere questo 'niente'."
L'attempata prende velocemente il libro e lo fa proprio, mi ringrazia ampiamente.
Rimango un po' colpito dalla velocità con la quale accetta la mia proposta e, con una certa vanità, tronfio della mia capacità persuasiva.
La signora mi sorride e ringrazia e prende in mano un libro di Danielle Steel, facendomi così capire che non apprezzerà mai il libro che le ho appena proposto.
Non volendo obbligare nessuno a far qualcosa che non desidera veramente e per evitarle un acquisto probabilmente inutile
preciso, per "salvarla":"non si aspetti colpi di scena da 'Stoner' o cose simili eh...è semplicemente il racconto della vita del protagonista, un insegnante".
"Lo prendo, lo prendo, La ringrazio molto", risponde lei.
Ci salutiamo cordialmente, la signora dopo un po' va a pagare ed io rimango invece ancora lì a cercare,
trovando alla fine tre libri che mi convincono:
"Nel turbine della storia" di Ryszard Kapuscinski
"Il re. La vera storia dietro Scarface" di Evan Wright e Jon Roberts
"La cupola di Brunelleschi. La nascita avventurosa di un prodigio dell'architettura e del genio che la ideò" di Ross King
Vado infine alla cassa e pago.
Uscendo noto sul bancone una pila costituita da 3-4 libri che evidentemente al momento di essere venduti, per qualche ragione, non sono
poi stati effettivamente acquistati, per un qualche ripensamento.
Butto il mio occhio miope e, nonostante il mio difetto, non posso non scorgere il povero "Stoner", nella sua copertina rossa,
sconsolato in mezzo alla paccottiglia costituita da un Buticchi, un qualche manuale per
dimagrire e l'onnipresente e illeggibile volume mariano, edizioni paoline.
Quando si parla di libri, si crea una certa vicinanza con l'interlocutore di turno:
devo dire di aver provato una certa amarezza per questa intimità inutilmente tradita...
ma che problema c'è a declinare un consiglio spassionato? invece di inscenare questa stupida pantomima?
La sciagurata evidentemente doveva essere "intimamente" torinese,
un po' falsa, un po' cortese.