lunedì, luglio 23, 2018

Buon compleanno Alessio!

Dopo anni di nulla, ricordo la gioia di vederlo correre sulla fascia e saltare come birilli gli avversari.
Direi che di persone che possiamo disprezzare, noi del Toro, ne abbiamo a bizzeffe.
Ecco, io non sceglierei Cerci per fare questa operazione, non lo merita.
 

Tutti a ricordare cosa scrisse la fidanzata e mai nessuno a pensare a quello che si è tatuato sulla pelle...
Poteva finire meglio, d'accordo, ma è inutile rivangare il passato. Con questi parametri, cosa dovremmo mai dire di un Balzaretti?

Io ad Alessio vorrò sempre bene

venerdì, luglio 13, 2018

Quanto pesano i fantasmi

Ho finito ieri sera questo libro «The Things They Carried» (nell'edizione italiana del 1991) che è stato recentemente ripubblicato con un nuovo titolo italiano ("Le cose che portiamo") e una nuova traduzione di Carlo Prosperi.
O'Brien era un autore che non conoscevo e che ho scoperto da poco grazie ad un articolo de "La Lettura" ( CFR.: «la Lettura» #342, in edicola da domenica 17 a sabato 23 giugno 2018).
Nell'articolo O'Brien citava come miglior libro sul Vietnam "Dispacci" di Michael Herr e miglior film «Il cacciatore» di Michael Cimino (1978). Avendo amato entrambi, ho pensato bene di leggere il libro di O'Brien che mi è piaciuto ma non mi ha convinto del tutto, forse per limiti miei. O'Brien prende spunto da eventi reali per trasfigurarli, modificarli e inventare situazioni verosimili. Il gioco è dichiarato esplicitamente, ma personalmente questa "crasi" non mi è piaciuta. Anche perché sull'espediente l'autore gioca molto raccontando per esempio la stessa storia cambiandola diverse volte, al limite dello stucchevole. Il senso l'ho colto e non ne nego l'efficacia, ossia il messaggio sull'assurdità del conflitto passa chiaramente, ma personalmente avrei preferito leggere due libri: un romanzo e un racconto veritiero/saggio. In alcune recensioni su "Quanto pesano i fantasmi" ho letto un accostamento a "A sangue freddo" di Capote (un capolavoro assoluto), per quanto concerne la tecnica utilizzata. Accostamento secondo me errato là infatti i fatti erano tutti veri, arricchiti con espedienti tipici del romanzo. Qui non si capisce mai quello che è vero e quello che non lo è.
La scrittura è di alto livello e alcune immagini sono davvero magistrali, quindi la lettura è consigliata. Per le perplessità di sopra ho però deciso che non leggerò il suo romanzo più famoso "Inseguendo Cacciato"...avendo letto che il libro è "stralunato, grottesco, onirico".
Il particolare quando leggo il termine "onirico" associato ad un libro è quello che mi fa capire immediatamente che non fa per me. Con unica, significativa eccezione de "Il maestro e Margherita"...