martedì, febbraio 13, 2024

Come una rana d'inverno

Il sottotitolo di "Come una rana d'inverno" di Daniela Padoan è "Conversazioni con tre donne sopravvissute ad Auschwitz: Liliana Segre, Goti Bauer, Giuliana Tedeschi"...
sono infatti dialoghi, poco più di 200 pagine, ma con pagine restituite decisamente "dense".
Tre donne speciali che raccontano la loro storia. 
Segre precisa che lei non è brava "a scrivere" ed in effetti il suo intervento l'ho trovato qui molto 
più puntuale e preciso rispetto ad altri testi scritti direttamente da lei. Segre parla di Nedo Fiano e delle stesse Goti Bauer e Giuliana Tedeschi.

Molti anche i riferimenti che Liliana cita (altri che vengono citati da Padoan):

Elenco i principali:

- Liliana Picciotto, "Il libro della memoria", Mursia 1991
[L'elenco - 952 pagine - degli ebrei deportati dall'Italia. Disp. SBAM]

- AAVV, "Voci dalla Shoah", La nuova Italia 1995
[Disp. SBAM]

- Giuliana Tedeschi, "C'è un punto sulla terra...," , Giuntina 1995
[Disp. SBAM]

- Annette Wieviorka, "L'era del testimone", Cortina Raffaello 1999 
[Già letto e recensito: ottimo libro, fonte inesauribile di rimandi bibliografici. Disp. SBAM]

- Zygmunt Bauman, "Modernità e Olocausto", Il Mulino 1992
[mia Disponibilità]

- Georges Bensoussan, "L'eredità di Auschwitz. Come ricordare?", Einaudi 2014
[mia Disponibilità]

- Giuliana, Marisa e Gabriella Cardosi, "Sul confine", Silvio Zamorani editore 1998
[mia Disponibilità]

Goti Bauer cita invece il film "Memoria".
Oltre a ricordare Nedo Fiano, Liliana Segre, Settimia Spizzichino, Luciana Nissim, Lilli Kopecky e Suzi Gross unica donna ebrea diventata Kapò (processata dopo la guerra).

L'ultima intervistata è Giuliana Tedeschi che cita il suo libro "Questo povero corpo" (1946) [Disp. SBAM] e l'interessantissimo "Auschwitz e 'la menzogna su Auschwitz'" di Till Bastian [Disp. SBAM]. Poi ancora:

- Carole Angier (traduzione di V. Ricci), Il doppio legame. Vita di Primo Levi, Mondadori, 856 pagine, ottobre 2004 (in realtà vita la versione inglese, non essendo ancora stata tradotta all'epoca in italiano).  [Disp. SBAM]

- Elie Wiesel, La notte, Giuntina 1980
[Letto, mia Disponibilità]

- AAVV, La deportazione femminile, Convegno internazionale. Torino, 20-21 ottobre 1994, Franco Angeli, Consiglio reg. Piemonte, ANED
[mia Disponibilità]

- Imre Kertész, Kaddish per il bambino non nato, Feltrinelli 2006
[Disp. SBAM]

- Imre Kertész, Essere senza destino, Feltrinelli 1999 
[mia Disponibilità]

Nella postfazione l'autrice, Daniela Padoan oltre ad altre deportate quali Ruth Klüger, Helen Lewis, Edith Bruck, Margarete Buber-Neumann, Liliana Millu, cita (oltre ad alcuni testi di Levi):
- Rudolf Hoss, Comandante ad Auschwitz, Einaudi 1960
[Letto, mia Disponibilità]

- A cura di Dalia Ofer, Lenore J. Weitzman, Donne nell'Olocausto, Le lettere, Firenze 2001
[Disp. SBAM]

-  Ruth Klüger, Vivere ancora, Einaudi, Torino 1995
[Disp. SBAM]

- Liana Millu, Il fumo di Birkenau, Giuntina, Firenze 2001
[Disp. SBAM]

- Charlotte Delbo, Un treno senza ritorno, Piemme 2002
[Disp. SBAM]

-  Margarete Buber-Neumann, Milena l'amica di Kafka, Adelphi, Milano 1999
[Disp. SBAM]

- Tzvetan Todorov, Di fronte all'estremo, Garzanti 1992
[Disp. SBAM]

- Elie Wiesel, Parole di straniero, Spirali, Milano 1986
[Disp. SBAM]

-  Jean Amery, Intellettuale ad Auschwitz, Bollati Boringhieri, Torino 1987
[Disp. SBAM San Maurizio C.se]

- Robert Antelme, La specie umana, Einaudi, Torino 1969
[mia Disponibilità]

- Jorge Semprun, Il grande viaggio, Einaudi, Torino 1964
[mia Disponibilità]

- Lidia Beccaria Rolfi, L'esile filo della memoria, Einaudi, Torino 1996
[Disp. SBAM]

- Elisa Springer, L'eco del silenzio, Marsilio, Venezia 2003
[mia Disponibilità]

- Elisa Springer, Il silenzio dei vivi, Marsilio, Venezia 1997
[mia Disponibilità]

- Edith Bruck, Signora Auschwitz, La nave di Teso, Milano 2023
[Disp. SBAM]

- Jacques Derrida, L'istante della mia morte, in rivista "aut-aut", 267-268, maggio-agosto 1995 p. 43

- Articolo di Elena Loewenthal, La forza della memoria, "La Stampa", 25 gennaio 2002 

- Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Einaudi, Torino 2004 (710 pagine)
[Disp. SBAM]

- Hermann Langbein, Uomini ad Auschwitz, Mursia, Milano 1984
[mia Disponibilità]

- a cura di M. Cling e Y. Thanassekos, Atti dell'incontro audiovisivo internazionale sulla testimonianza dei sopravvissuti dei campi di concentramento e di sterminio nazisti, Fondation Auschwitz e Fondation pour la Mémoire de la Déportation, Bruxelles-Paris 1995

- Federica Sossi, Nel crepaccio del tempo. Testimoniare la Shoah, Marcos y Marcos, Milano 1997

Cercando in rete altre informazioni ho trovato quest'opera che non conoscevo: "Il dovere della parola" di cui propongo il link che rende disponibili anche i video delle interviste: https://fondazionelivorno.it/il-dovere-della-parola-la-shoah-nelle-testimonianze-di-liliana-segre-e-di-goti-herskovitz-bauer/ 

venerdì, febbraio 09, 2024

Foibe - Il RIcordo

 Ieri sera, al Teatro Concordia, la sala doveva essere quasi piena, almeno a guardare la disponibilità di posti online, in realtà eravamo in quattro gatti tant'è che, dal mio posto 9 in Fila F,  mi sono poi collocato proprio sotto al palco. Sanremo ha inciso, ahimè, pesantemente...

Lo spettacolo "Foibe - Il Ricordo" di e con Anna Tringali e Giacomo Rossetto è notevole e merita di essere visto, riesce infatti, con una lettura alternata di testimonianze di parte italiana e slava, a ricomporre e a far comprendere, almeno in parte, quanto accaduto tra la fine della prima guerra mondiale e, mi verrebbe da dire, inizio anni 2000 con la creazione del memoriale di Basovizza. 

La bravura degli interpreti ha emozionato la sala che ha seguito ogni parola con un silenzio perfetto.

Ringrazio qui Anna e Giacomo, non essendo riuscito a farlo di persona.


"Le cose umane" di Karine Tuil - La combo

Dopo aver visto il film "L'accusa" (Regia di Yvan Attal) ho deciso di leggere il libro "Le cose umane".

Il film è una fedelissima trasposizione del libro, quindi grandi meriti per Karine Tuil, l'autrice, per due opere che mi sono piaciute molto.

La sintesi? Come uno stesso evento - drammatico in questo caso - può essere visto, interpretato, raccontato, vissuto in modi diversi, radicalmente diversi.
Quest'incertezza è più enfatizzata nel film, a dire il vero.

Questo il finale:
"Era nell'ordine delle cose. Si nasceva, si moriva. Tra l'alfa e l'omega, con un po' di fortuna, si amava, si era amati. La cosa non durava, prima o poi si finiva con l'essere sostituiti. Non c'era da ribellarsi, era il corso invariabile delle cose umane."

Karine Tuil, Le cose umane, traduzione di Fabrizio Ascari, La nave di Teseo, Settembre 2021