martedì, luglio 20, 2010

il voltagabbana del duemila

nel 1993 berlusconi dichiarò che a roma, nelle elezioni di fine anno, se avesse potuto votare per l'elezione del sindaco, avrebbe optato per gianfranco fini e non per quel figo di rutelli.
seguirà, come noto, il partito azienda "forza italia" (grazie al gran lavoro di dell'utri) e la "discesa in campo", il "milione di posti di lavoro" e il "nuovo miracolo italiano"...che forse si è concretizzato: c'è gente che ti paga la casa di nascosto, che ti offre le picie (la parola è un idiotismo, difficilmente traducile. volendo si può usare il termine puttana, escort, mignotta, bella di notte, graziosa, peripatetica, passeggiatrice, squillo, cortigiana o, il mio preferito, zoccola) che ti fa sniffare a scrocco che è gentile con te, specie se ricopri un posto di rilievo, di potere dal quale elargire poi favori e mantenere promesse.

da quel momento il ragazzo di bologna e l'MSI vengono sdoganati, escono dal ghetto nel quale la repubblica fondata sull'antifascismo li aveva messi, salvo "recuperi a tempo determinato" quando i voti missini potevano servire, vedi il referendum sul (o meglio "contro il") divorzio...dove comunque furono irrilevanti alla fine.
l'opera che giorgio almirante aveva cercato di realizzare, ad esempio con il progetto "destra nazionale", riesce al delfino, in barba alle posizioni più radicali e coerenti di pino rauti e alla storia del partito di estrema destra e alla volontà della "base".
Fini, freddo voltagabbana, inizia con calcolo da ragioniere a rivedere una per una le proprie posizioni e a riscrivere le proprie enfatiche dichiarazioni (leggere "il fascista del duemila") passando dall'omaggio a preddappio a quello per le vittime delle fosse ardeatine, fino ad indossare la kippah in israele.

le vicende degli ultimi anni sono di fresca memoria, la svolta di fiuggi e poi quella del predellino, dall'MSI ad AN, da AN al PDL. sigle vuote, al pari, senza voler essere qualunquista, di altre (unione, PDS, DS o PD. ulivi, margherite, stelle alpine e quant'altro).
le comiche degli ultimi anni sono esilaranti: gianfrà fa una finta opposizione interna e passa per "illuminato", gran politico di professione, dicendo enormi banalità a fronte degli intrallazzi più abnormi, conclamati e scellerati di 150 anni di Italia. a sinistra (centro sinistra, sinistra soft) si apprezza la "svolta" finiana, in assenza di una qualsiasi opposizione non dico ferma, ma almeno credibile.
tutti a dire ma quant'è equilibrato, serio e bravo il presidente della camera, sembra "un leader di sinistra". assurdo.
adesso l'ultima vergognosa riscrittura.
frase finta, decisa a tavolino come tutto il resto.
fini va a palermo, nel giorno della commemorazione di borsellino e falcone, unici ed autentici servitori ed eroi (diffidate dalle imitazioni) dello stato, e dice la cosa più vergognosa che poteva dire su mangano, lo stalliere di arcore l'eroe di silvio e marcello: "E' un cittadino italiano condannato per mafia, non un eroe".
E' evidente che mangano non è null'altro che un mafioso, ma
non lo puoi dire dopo averlo omesso sempre e da SEMPRE!
evidentemente, come sempre, la posizione di gianfrà è esclusivamente
funzionale alla polemica del momento.
chi enfatizza o approva, si compiace o esulta
per le parole di uno storico voltagabbana confonde la forma
con la reale sostanza delle cose.
a' gianfà, e falla finita...

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