martedì, maggio 02, 2023

Note su Hiroshima

 Di tanto in tanto si sente di storie persino più tristi di quelle appena citate, come quella di una ragazza che, gettando per caso uno sguardo sulla sua cartella clinica, ci vide scritto 'leucemia mieloide' e s'impiccò. Quando mi capita di venire a conoscenza di storie del genere, mi sento molto fortunato a non fare parte di una nazione cristiana. Provo un sollievo indescrivibile al pensiero che un dogmatico senso di colpa cristiano non abbia impedito a quell'infelice ragazza di suicidarsi. Nessuno di noi vivi può difatti biasimarla per il suo gesto estremo. La nostra sola libertà deve essere quella di ricordare l'esistenza di persone che 'malgrado tutto scelgono di non togliersi la vita'. A questo proposito, come giapponese, penso di essere quel tipo di persona che, se scoprisse di avere il cancro, si suiciderebbe in piena libertà, senza sensi di colpa nè paura dell'inferno. Comunque sia, posso affermare in tutta sicurezza di non sentirmi assolutamente in diritto di dissuadere chicchessia dal commettere suicidio. Chissà, forse è perchè sono intaccato da una sorta di 'muffa' che mi svigorisce, ed è proprio per questa mia natura che posso riguadagnare coraggio tutte le volte che m'imbatto nella moralità pura e umana della gente di Hiroshima che 'malgrado tutto sceglie di non togliersi la vita'.


Kenzaburo Oe, Note su Hiroshima, Garzanti giugno 2021, pp 92-93

Traduzione di Gianluca Coci

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