lunedì, ottobre 26, 2009

m'arrazzo, poco

piero, cazzo, ma anche con l'auto blu dovevi andarci?

almeno non l'hai nominata assessore regionale alle pari opportunità...

venerdì, ottobre 23, 2009

paradossi e stili di vita

l'altro giorno in una riunione noisissima di lavoro, benché in città, guardo fuori e vedo un albero lievemente mosso dal vento e, in lontananza, altro verde.
penso alla natura, le montagne, gli animali, l'odore dell'erba.
le persone parlano tra loro, ma io sono assente, decisamente altrove.
nessuno se ne accorge, credo.

tra me e me penso: ma cosa sto a fare qui mentre potrei essere fuori, all'aria aperta...facendo qualche km potrei "riguadagnare la natura". ri-avere ritmi "naturali".
ma poi mi rendo conto che la cosa triste è in realtà che il mio è un pensiero poco originale mutuato da qualche lettura o da qualche film ambientalista.
il mio habitat è quello costituito dalla scrivania, le pareti grigie e il monitor del pc sempre acceso! anche il mio banale stile di vita (casa-lavoro) è in realtà altro motivo di corruzione. bella la campagna...ma dopo un po' che palle.

venerdì, ottobre 16, 2009

sparecchio io, pulisco io, pago io...e il lavoratore se ne sta a casa

addirittura anche in cina, come scrive rampini, IKEA è un luogo di culto e, per entrarvi, bisogna aver pazienza e mettersi in coda.
l'altro giorno anch'io, ma senza dover fare coda, non ho resistito alla tentazione ed ho varcato le soglie del nuovo centro commerciale di collegno.
dovevo comprare una mensola da 5.99 E, sono uscito avendo speso circa 92 euro di materiale vario (raccoglitori per doc, cornici, la famosa mensola ecc) e 12 euro per l'immancabile pasto a base di polpette svedesi e salmone marinato.
rispetto alla "vecchia" IKEA di grugliasco, lo spazio espositivo è decisamente aumentato, il percorso guidato è identico ma ci sono delle scorciatoie utili.
andarci poi in settimana senza le migliaia di neo-fidanzatini che mettono su casa
- chissà quanti di questi avranno poi come ricordo agro-dolce questo momento, una volta che il loro rapporto si sarà inevitabilmente spento o concluso - è il massimo.

il brutto è che è un po' come andare al McDonald...prendi tantissime cose e poi rimani inevitabilmente gonfio ma non sazio (ergo meglio andare al "Mac Bun" di via susa 22/e a rivoli TO, ossia una agrihamburgheria autarchica che, proprio per il nome scelto, sta avendo qualche problemino con la nota multinazionale USA).
anche all'IKEA ti sembra di aver fatto i migliori affari della tua vita, ma poi dopo due settimane quando vedi la libreria billy la prenderesti a martellate.
tendenzialmente la roba che si acquista costa poco, ma quasi sempre vale anche poco. in ogni caso, sarà una questione di frequenza, andare all'IKEA è sempre un bel momento di gran lunga più divertente rispetto alle mie saltuarie visite al MacD.

l'altro giorno, all'IKEA, ho notato un paio di elementi assolutamente specchio dei tempi e della crisi economica: riduzione del personale.
vi propongo questo fantastico cartello

altro dato evidente è questo: sono state introdotte moltissime casse automatiche. non sarà invece che se il vassoio lo ripongo io - e il conteggio della spesa me lo faccio io - voi aumentate utili e tagliate sul personale?

martedì, ottobre 13, 2009

angelino cannavaro

ieri sera ho ascoltato per caso al TG5 l'intervista a fabio cannavaro, capitano della nazionale di calcio.
si lagnava del polverone nato attorno alla puntura di vespa che l'ha costretto a prendere del cortisone per
non rischiare uno shock anafilattico (fossi stato il medico, io il rischio l'avrei corso...)

questa la vicenda:
il coni invia richiesta a juventus di comprovare con documentazione integrativa quando dalla società
correttamente comunicato (ossia l'assunzione da parte di cannavaro del cortisone).
questa richiesta viene ignorata per errore dalla juventus.
il polverone nasce da qui.

di cosa si lamenta il cannavaro?
il coni avrebbe dovuto chiamarlo (si, si! voleva che qualcuno gli facesse una telefonata)...come ho letto questa mattina al bar su "la stampa".

siamo alle solite: siamo un paese di buffoni e, grazie a qualche dote pedatoria e molta astuzia (vedi rigore di grosso con australia oppure materazzi che provoca zidane ecc), di "campioni del mondo".
è corretto quindi che il capitano della squadra campione del mondo chieda un trattamento speciale, di favore, dal coni...
come era stata chiesta l'amnistia (non dal "drugo" del bar di mirafiori sud, in prima fila c'era l'onorevole mastella...), in virtù della coppa del mondo, per le ruberie della juventus di moggi e giraudo.

è la logica del lodo alfano alla fine: c'è qualcuno che non deve rispondere, come fanno gli altri,
alle regole che ci siamo dati. anzi, se le rispetti sei un po' pirla.

tornando al pezzo su "la stampa" di oggi (ma evitate di comprare il giornale! per favore)
nonostante tutte le dichiarazioni appaiano come pronunciate direttamente da cannavaro (sono tra virgolette) sono in realtà state sapientemente edulcorate.
cannavaro dice di aver fatto una "cazzata"? sul giornale diventa: una cosa stupida. birichino!
cannavaro dice "mi girano i coglioni"? sul giornale diventa: mi girano le scatole. birbantello!

ma poi che problema è?
è un perbenismo tipicamente torinese? anche, ma non solo.
peraltro in controtendenza con il linguaggio del nostro milanese premier:
che parla di sputtanamento della stampa estera...e riceve grandissimi applausi.
meditiamo con il buon benigni. roberto imita sgarbi con una sequela di improperi.
e commenta che silvio, probabilmente, lo farà: "presidente della commissione cultura".
in italia la realtà supera sempre la fantasia.

venerdì, ottobre 09, 2009

eroine e somari

la più bella della settimana è questa: morte le zebre dello zoo sotto le bombe israeliane, i palestinesi si arrangiano con vernice e asini.
la trovo una idea geniale, molto "italiana".
la considerazione a margine è che l'animale zebra non ha proprio nulla di affascinante ed è alla fine un somaro con le righe...volete mettere il fascino mitologico di un toro?

a seguire, nelle notizie belle di questi giorni, la bocciatura del lodo alfano, è stato un autentico momento eiaculatorio.
di nuovo a margine è invece triste che dopo gli attacchi a consulta, presidente della repubblica e chi più ne ha più ne metta, il buon silvio abbia anche denigrato, intervenendo telefonicamente dal buon - per lui... - vespa, rosy bindi, con una vecchia battuta già sentita: "più bella che intelligente".
è vero che la bindi non è una gran topa, ma il dibattito deve essere su "argomenti" (fatti, numeri) e non su attacchi personali.
mi sarei aspettato - vabbè sono retorico, lo ammetto - una replica del ministro delle pari opportunità a difesa di un parlamentare donna...ma pare che la carfagna non abbia stigmatizzato nulla.

a mo di pungolo per la nostra ministra, vorrei citare un libro che ho comprato - l'ennesimo...devo smetterla! - ieri e che ho subito molto apprezzato: "per sempre lontano" un romanzo di amy bloom che racconta la storia di una autentica eroina pronta a tutto, anche a vendersi, per riabbracciare la figlia...
ma questo è un romanzo. tra una vicenda verisimile e la realtà ci sono diversi scranni, partecipazioni televisive, ricchi premi e cotillons.

giovedì, ottobre 08, 2009

dilemma

cultura bassa o alta? ma poi...ha senso distinguere?
è cultura tutto quello che si ricorda.
però, mi chiedo, tra 50 anni ricorderemo ancora il "fanculo" di zangi o gli scritti polemici di saramago? non lo so o, meglio, sono molto indeciso.

vedi video del zangi:


domani sera, alle h 21 presso il circolo dei lettori in via bogino n. 9 in turin (tel.: 011 432 68 27),
appuntamento immancabile con il premio nobel per la letteratura (nel '98) josè saramago.
esce infatti "il quaderno" una raccolta di articoli sul blog di saramago usciti tra settembre 2008 e marzo 2009 e pubblicati da bollati boringhieri editore.

ci saranno con lui anche il giornalista luca rastello e il regista gabriele vacis, ingresso libero fino a esaurimento posti.
se andate prima c'è anche il ristorante aperto (cell.: 348 241 63 67)...ma non l'ho ancora testato, cucina piemontese in ogni caso.

martedì, ottobre 06, 2009

un palazzo che brucia in città...

siamo alle solite.
il mio amore mi fa soffrire.
ma non è un problema tra me e lui.
no, non c'è un altro, non sto parlando di un triangolo ambiguo.
stiamo insieme da oltre cent'anni, ma mi fa sempre star male per come gioca (o non gioca): il mio toro!

carenza di personalità e via un altro scialbo pareggio con l'ancona, ieri sera.
noi prendiamo goal da centrocampo (da un nostro ex giocatore delle giovanili)
riusciamo a pareggiare al 94...e cosa succede?
il centravanti sale sulla balaustra e si mette a litigare, novello cantona, con un tifoso!
io apprezzo la grinta, ma il rischio di squalifica del bomber si fa ora grandissimo.
siamo al masochismo.

come quando vedi due giocatori, gasbarroni e di michele, litigare per battere una punizione, l'unica ottenuta, dal limite.
secondo me "gas" ha detto al capitano: "batto io ma te la metto sulla testa"
poi invece ha cercato il tiro diretto.
di michele è infatti andato poi a posizionarsi e sembrava convinto di dover giocare un pallone ovviamente mai arrivato!

nel dopo-partita ascolto uno speciale sulla gara.
è vero insisto a volermi fare del male.
a "radio nostalgia" testa, noto tifoso del toro e conduttore di varie trasmissioni televisive sui granata, è stato molto duro.
specie con colantuono, il nostro romanissimo "mister".
ha ragione testa: che cazzo ti lamenti, caro mister, per anticipi e posticipi che ti complicano la gestione della squadra!!!
ma non farmi ridere! anche gli altri li gestiscono, senza troppi problemi. è che siam scarsi nella testa!
se si va in "A" voglio un bel repulisti, altrimenti si torna dove siam ora, nell'inferno della "B".
siamo perfino riusciti ad uscire con il livorno (ha fatto 1 goal solo in tutto il campionato! e a noi ne ha fatto due).

il problema è che poi queste critiche (vedi testa) e questo malumore (primi fischi...ma come si fa a sopportare questo schifo?)
si riflettono negativamente sulla formazione.
voglio dire: non hanno la personalità per ripartire da queste critiche per cambiare andazzo.
rischiamo solo di spaventarli oltre!
è assurdo. dobbiamo anche applaudirli quando vengono sotto la curva...
altrimenti mettono il broncio e poi giocano male.

come è assurdo che si battibecchino continuamente con questi avversari.
dico io: hai davanti non ibra, ma mastronunzio.
devi metterti a discutere con mastronunzio??? ma chi cazzo è? nunzio è il nome e mastro il cognome?
o il lavoro?
devi distruggere l'avversario sul campo e stop.
ci sta che loro, essendo evidentemente scarsissimi tecnicamente (tanto da farci dire, a ragione, che noi siamo superiori di gran lunga), le provino tutte, sta a noi non cascare nel tranello.
ma mi sembra che ci caschiamo sempre.

come facciamo ad essere ammoniti più noi di loro?
l'ancona che viene a torino dovrebbe tornare a casa con 10 ammoniti!
ci han contenuto invece senza fatica e noi abbiamo preso le solite assurde ammonizioni legate ad inutili proteste e piagnistei.
che poi coppola se gioca così una la salta e una la gioca.
è totalmente fuori: entra con una foga assurda, sempre
è sempre a rischio giallo...e parla troppo con l'arbitro.
grinta si...ma con un po' di malizia!!!

ma rimango pazzo di te...

lunedì, ottobre 05, 2009

grande dino!

More about I miei mostri
sul frontespizio si apprezza questa citazione: "Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?"
...non è proprio un problema che condivido, ma posso sempre usarla con la moglie!

luxus e felicità

mostra al museo di antichità, via xx settembre 88/c a torino (vicino al duomo per capirci)...da non perdere.
io ci avrei messo anche una parte interattiva e/o qualche immagine filmata selezionata, come era stato fatto per la mostra sui guerrieri di terracotta cinesi.
fantastici gli "odori" come fantastiche le citazioni (marziale, ovidio ecc), a partire dalla lettera sulla felicità di epicuro (no, non l'ha scritta muccino!)...da leggere, rileggere senza soluzione di continuità.

bella la statua dell'ermafrodito che fa riflettere su quanto si sia involuta, per certi aspetti, la nostra società.
sarà che 2000 anni di chiesa cattolica han lasciato qualche segno?

purtroppo le foto erano vietate...quindi dovete andare a vederla (chiude a gennaio, c'è tempo).

lettera sulla felicità (a Meneceo)

Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell'animo nostro.

Chi sostiene che non è ancora giunto il momento di dedicarsi alla conoscenza di essa, o che ormai è troppo tardi, è come se andasse dicendo che non è ancora il momento di essere felice, o che ormai è passata l'età. Ecco che da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a conoscere la felicità. Per sentirci sempre giovani quando saremo avanti con gli anni in virtù del grato ricordo della felicità avuta in passato, e da giovani, irrobustiti in essa, per prepararci a non temere l'avvenire.

Cerchiamo di conoscere allora le cose che fanno la felicità, perché quando essa c'è tutto abbiamo, altrimenti tutto facciamo per possederla.

Pratica e medita le cose che ti ho sempre raccomandato: sono fondamentali per una vita felice.

Prima di tutto considera l'essenza del divino materia eterna e felice, come rettamente suggerisce la nozione di divinità che ci è innata. Non attribuire alla divinità niente che sia diverso dal sempre vivente o contrario a tutto ciò che è felice, vedi sempre in essa lo stato eterno congiunto alla felicità.

Gli dei esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la gente comune, la quale è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha.

Perciò non è irreligioso chi rifiuta la religione popolare, ma colui che i giudizi del popolo attribuisce alla divinità.
Tali giudizi, che non ascoltano le nozioni ancestrali, innate, sono opinioni false. A seconda di come si pensa che gli dei siano, possono venire da loro le più grandi sofferenze come i beni più splendidi. Ma noi sappiamo che essi sono perfettamente felici, riconoscono i loro simili, e chi non è tale lo considerano estraneo.

Poi abituati a pensare che la morte non costituisce nulla per noi, dal momento che il godere e il soffrire sono entrambi nel sentire, e la morte altro non è che la sua assenza. L'esatta coscienza che la morte non significa nulla per noi rende godibile la mortalità della vita, senza l'inganno del tempo infinito che è indotto dal desiderio dell'immortalità.
Non esiste nulla di terribile nella vita per chi davvero sappia che nulla c'è da temere nel non vivere più. Perciò è sciocco chi sostiene di aver paura della morte, non tanto perché il suo arrivo lo farà soffrire, ma in quanto l'affligge la sua continua attesa. Ciò che una volta presente non ci turba, stoltamente atteso ci fa impazzire.

La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più. Invece la gente ora fugge la morte come il peggior male, ora la invoca come requie ai mali che vive.
Il vero saggio, come non gli dispiace vivere, così non teme di non vivere più. La vita per lui non è un male, né è un male il non vivere. Ma come dei cibi sceglie i migliori, non la quantità, così non il tempo più lungo si gode, ma il più dolce.

Chi ammonisce poi il giovane a vivere bene e il vecchio a ben morire è stolto non solo per la dolcezza che c'è sempre nella vita, anche da vecchi, ma perché una sola è la meditazione di una vita bella e di una bella morte.

Ancora peggio chi va dicendo: bello non essere mal nato,
ma, nato, al più presto varcare la soglia della morte.

Se è così convinto perché non se ne va da questo mondo? Nessuno glielo vieta se è veramente il suo desiderio. Invece se lo dice così per dire fa meglio a cambiare argomento.

Ricordiamoci poi che il futuro non è del tutto nostro, ma neanche del tutto non nostro. Solo così possiamo non aspettarci che assolutamente s'avveri, né allo stesso modo disperare del contrario.

Così pure teniamo presente che per quanto riguarda i desideri, solo alcuni sono naturali, altri sono inutili, e fra i naturali solo alcuni quelli proprio necessari, altri naturali soltanto. Ma fra i necessari certi sono fondamentali per la felicità, altri per il benessere fisico, altri per la stessa vita.
Una ferma conoscenza dei desideri fa ricondurre ogni scelta o rifiuto al benessere del corpo e alla perfetta serenità dell'animo, perché questo è il compito della vita felice, a questo noi indirizziamo ogni nostra azione, al fine di allontanarci dalla sofferenza e dall'ansia.

Una volta raggiunto questo stato ogni bufera interna cessa, perché il nostro organismo vitale non è più bisognoso di alcuna cosa, altro non deve cercare per il bene dell'animo e del corpo. Infatti proviamo bisogno del piacere quando soffriamo per la mancanza di esso. Quando invece non soffriamo non ne abbiamo bisogno.
Per questo noi riteniamo il piacere principio e fine della vita felice, perché lo abbiamo riconosciuto bene primo e a noi congenito. Ad esso ci ispiriamo per ogni atto di scelta o di rifiuto, e scegliamo ogni bene in base al sentimento del piacere e del dolore.

E' bene primario e naturale per noi, per questo non scegliamo ogni piacere. Talvolta conviene tralasciarne alcuni da cui può venirci più male che bene, e giudicare alcune sofferenze preferibili ai piaceri stessi se un piacere più grande possiamo provare dopo averle sopportate a lungo.

Ogni piacere dunque è bene per sua intima natura, ma noi non li scegliamo tutti. Allo stesso modo ogni dolore è male, ma non tutti sono sempre da fuggire.
Bisogna giudicare gli uni e gli altri in base alla considerazione degli utili e dei danni. Certe volte sperimentiamo che il bene si rivela per noi un male, invece il male un bene.

Consideriamo inoltre una gran cosa l'indipendenza dai bisogni non perché sempre ci si debba accontentare del poco, ma per godere anche di questo poco se ci capita di non avere molto, convinti come siamo che l'abbondanza si gode con più dolcezza se meno da essa dipendiamo. In fondo ciò che veramente serve non è difficile a trovarsi, l'inutile è difficile.
I sapori semplici danno lo stesso piacere dei più raffinati, l'acqua e un pezzo di pane fanno il piacere più pieno a chi ne manca.

Saper vivere di poco non solo porta salute e ci fa privi d'apprensione verso i bisogni della vita ma anche, quando ad intervalli ci capita di menare un'esistenza ricca, ci fa apprezzare meglio questa condizione e indifferenti verso gli scherzi della sorte.

Quando dunque diciamo che il bene è il piacere, non intendiamo il semplice piacere dei goderecci, come credono coloro che ignorano il nostro pensiero, o lo avversano, o lo interpretano male, ma quanto aiuta il corpo a non soffrire e l'animo a essere sereno.
Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza.

Di tutto questo, principio e bene supremo è l'intelligenza delle cose, perciò tale genere di intelligenza è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia intelligente, bella e giusta, né vita intelligente, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili.
Chi suscita più ammirazione di colui che ha un'opinione corretta e reverente riguardo agli dei, nessun timore della morte, chiara coscienza del senso della natura, che tutti i beni che realmente servono sono facilmente procacciabili, che i mali se affliggono duramente affliggono per poco, altrimenti se lo fanno a lungo vuol dire che si possono sopportare ?

Questo genere d'uomo sa anche che è vana opinione credere il fato padrone di tutto, come fanno alcuni, perché le cose accadono o per necessità, o per arbitrio della fortuna, o per arbitrio nostro. La necessità è irresponsabile, la fortuna instabile, invece il nostro arbitrio è libero, per questo può meritarsi biasimo o lode.
Piuttosto che essere schiavi del destino dei fisici, era meglio allora credere ai racconti degli dei, che almeno offrono la speranza di placarli con le preghiere, invece dell'atroce, inflessibile necessità.

La fortuna per il saggio non è una divinità come per la massa - la divinità non fa nulla a caso - e neppure qualcosa priva di consistenza. Non crede che essa dia agli uomini alcun bene o male determinante per la vita felice, ma sa che può offrire l'avvio a grandi beni o mali.
Però è meglio essere senza fortuna ma saggi che fortunati e stolti, e nella pratica è preferibile che un bel progetto non vada in porto piuttosto che abbia successo un progetto dissennato.

Medita giorno e notte tutte queste cose e altre congeneri, con te stesso e con chi ti è simile, e mai sarai preda dell'ansia. Vivrai invece come un dio fra gli uomini.

Non sembra più nemmeno mortale l'uomo che vive fra beni immortali.

patrizie

commentare con ritardo un fatto d'attualità spicciola ha poco senso.
però due parole sulla patrizia, devo farle.
no, non mi riferisco al trans con cui si appartò lapo.
parlo della d'addario.
orbene credo non si debba parlare, in questo caso
di "servizio pubblico" per la trasmissione annozero.
non è stato dato nè il numero di cellulare nè il tariffario con le specialità in evidenza.
forse era questo che voleva sapere belpietro.
malignità a parte, ha ragione berlusconi ossia questa trasmissione gli porta voti.
credo, seriamente, che a star zitta la d'addario ci avrebbe guadagnato.
mi è parsa una povera tapina, pur se tale non deve essere.
come fai a dare risponde così poco credibili alle domande più probabili?
("perchè hai registrato tutto?" ecc).
di pessimo gusto il citare il padre morto ad ogni piè sospinto.
massimo rispetto per le escort, ci mancherebbe ma credo che si possa anche far altro (che battere)
per portare avanti un progetto paterno. boh

parlando invece della trasmissione, da notare gli altissimi ascolti che fanno pensare:
bravissimo santoro da una parte a creare l'attesa, ma sicuramente c'è moltissima gente che vuole qualcosa di segno opposto o comunque diverso dai vari fede o vespa.
in ogni caso la "sceneggiatura" (è smaccato il fatto che santoro abbia una tesi e ogni filmato, ogni parola, è congeniale a farla formare anche al telespettatore) della puntata è stata meno efficace di quella della settimana precedente.
"costruita" anche quella ma costruita meglio, meno attaccabile.
a seguire il puntatone del vespa che cannibalizza annozero omettendo, guarda caso, le parole durissime del premio pulitzer carl bernstein.
oddio un premio pulitzer può anche dire cazzate,
ma non è successo questa volta!

venerdì, ottobre 02, 2009

call center enel

ma che bel servizio!
---------------------
buongiorno,
nella mattinata di martedì 29 settembre 2009
il sottoscritto, marito della vostra cliente
(codice fiscale XXXXX e numero cliente XXXXX),
per ben tre volte chiama il vostro numero 800 900 800.

la domanda è banale:
nella bolletta con N. fattura XXXXXX del XX/09/2009
bimestre agosto-settembre 09 (totale da pagare XX,XX euro)
nella pagina 2 alla voce "Altri proventi e oneri (L)"
viene effettuato un
"rimborso deposito cauzionale" (non soggetto IVA) di -15,49E
e un
"addebito deposito cauzionale" (non soggetto IVA) di 15,49E
il Totale L è quindi pari a zero.
perché è stato effettuato un addebito di 15,49 euro?
NB.: il rimborso ci è dovuto per la domiciliazione in banca della bolletta

nella prima telefonata:
la risposta al perché sia presente un "addebito" di 15,49 euro è stata che ci deve essere stato un cambiamento di conto o di tariffa che ha determinato rimborso e addebito. chiedo ulteriore chiarimento e la comunicazione cade.

nella seconda telefonata
la risposta alla stessa domanda è stata, nuovamente, che c'è stato un cambiamento di tariffa (questa volta la signoria sottolinea che saremmo passati da tariffa "bioraria" a "normale") che ha determinato rimborso e addebito. la telefonata si chiude normalmente.
verifico poi con mia moglie che da parte nostra non c'è stato né chiusura di conto né richiesta di cambio tariffa

nella terza telefonata
la risposta alla stessa domanda è la medesima delle volte precedenti:
dico che non c'è stato nessun cambiamento di conto o tariffa e chiedo nuovamente che mi sia chiarito
questo addebito di 15,49E: la consulente inizia una spiegazione poco convincente con riferimento alla bolletta precedente e quando chiedo un chiarimento la comunicazione cade.
(esprimo, con uso tastiera telefono, valutazione della consulente pari a 1)

tralasciamo qualsiasi commento sulla stranezza di una comunicazione ottima fino alle mie richieste di chiarimento,
e Vi chiediamo nuovamente, cortesemente, di avere una risposta alla domanda iniziale:
perché è stato effettuato un addebito di 15,49 euro?


Sicuri di una Vostra spiegazione, cogliamo l'occasione per ringraziarVi anticipatamente e per salutarVi
cordialmente,

seguono firme