venerdì, ottobre 15, 2010

mauro corona!

ieri sera sono stato alla presentazione del nuovo libro di mauro corona,
"la fine del mondo storto" uscito il 12 ottobre per i tipi di mondadori.
la sala della feltrinelli di piazza c.l.n. era piena di gente e puntuale, verso le 18,
ha fatto il suo ingresso lo scrittore (alpinista, scultore, bevitore ecc).
sinceramente non mi aspettavo di vederlo vestito così come appare su tutte le copertine dei suoi libri o, se vogliamo, con la mise sfoggiata dalla bignardi, alle "invasioni barbariche".
era vestito con un paio di pantaloni modello militare, una maglietta nera senza maniche e l'immancabile bandana nera in testa, scarpe da ginnastica.
il suo ingresso è stato decisamente rumoroso, in forte contrasto con il clima, tipicamente sabaudo, assolutamente ovattato che si respirava fino a quel momento.
non a caso il primo commento, con un tono di voce forte e con cadenza veneta (più che friulana, almeno al mio orecchio), è stato:"dai ragazzi! sembra un funerale! portatemi una birra, visto che non posso più bere il vino. su dai!"

il personaggio è indubbiamente un personaggio.
mi ha divertito molto strappandomi, ma non solo al sottoscritto, sonore risate.
ha mostrato una intelligenza assolutamente vivace e una prontezza alla battuta
molto piacevole e divertente.
ha poi, astutamente, messo lui per primo sul tavolo tutte le obiezioni o critiche che qualcuno gli avrebbe potuto muovere, creandosi un vantaggio strategico e dialettico che l'ha così fatto uscire assolutamente vincitore.
l'unico tema "spinoso" che non aveva affrontato è stato l'oggetto dell'ultima domanda postagli dal silenziosissimo - ma la scelta di lasciargli spazio era obbligata - moderatore:"ma ci vai all'isola dei famosi?"
anche qui è stato sottile, spiegando che ha solo voluto giocare con la redazione rai per lanciare il suo libro, è apparso credibile anche qui.

autoironico quando ha affermato che dopo aver parlato per tanto tempo di montagne, fiori, farfalle, natura, camosci, alberi ha chiosato dicendo "tutte balle, non se ne poteva più".
oppure quando ha invitato a non leggere i suoi libri...ma a comprarli!

mi sono poi trovato d'accordo con lui quando ha detto che occorre fare fatica (e nel mondo "moderno", in effetti, di fatica fisica se ne fa poca), occorre stancare il corpo per poi provare il piacere di sentirsi tranquilli sereni.
la citazione di piero chiara mi è sembrata, nel contesto, azzeccata.
chiara sosteneva che abbruttirsi (bere in modo smodato ecc) era utile poiché permetteva, il giorno dopo, di ripartire, azzerando tutto.
...deve essere capitato anche a me un paio di volte.

è stata un'ora e mezza molto frizzante durante la quale ha quasi sempre parlato corona,
raccontando anche il finale del libro che, giustamente per usare le sue parole, "non è un thriller quindi posso anche raccontarlo".

l'idea è che in una situazione drammatica emergono tutti gli atavici difetti dell'uomo che è peggio di un lupo per l'altro uomo (un po' come si evince, aggiungo io, dal bellissimo fumetto "maus"). al di là di questo aspetto, in assenza di petrolio ed energia elettrica occorre tornare ad utilizzare le mani per fare le cose: solo pochi sopravviverebbero.

divertente il siparietto con una giovane (e qui sta il problema...) ragazza che chiedeva, in pratica, che fine avrebbe fatto, in uno scenario ipotetico di questo tipo, l'arte.
corona l'ha quasi aggredita, verbalmente, dicendole che ovviamente prima riempi la pancia e poi penserai al violino ("ti mangi anche le corde del violino, se hai fame") o al disegno.
in chiusura si è anche scusato per essere stato troppo duro con lei...e anche questo è stato un gesto che ho apprezzato.

chiusa la serata, corona si è dedicato al rito della firma sul suo libro.

io mi sono presentato con "il volo della martora", un suo vecchio testo.
gli ho chiesto una foto dicendogli:"facciamo una foto insieme, la metto sul blog così ti faccio vendere qualche libro in più"
lui ha apprezzato la battuta dicendo che era una buona idea e mi ha chiesto il nome.
mentre stava scrivendo "a ugo" io l'ho bloccato dicendogli che avevamo un paio di interessi in comune (le donne e il vino) e di scrivermi quindi una frase su questo piuttosto che la solita asettica dedica.
si è fermato un secondo e ha poi scritto "donne e vino na va dacort"
(le donne e il vino non vanno d'accordo).
io ho aggiunto un "purtroppo"...lui ha detto che non è così, ossia che ci sta, così ho interpretato io, che sia così.

il segreto della felicità credo stia nel trovare una bella donna a cui piaccia il vino.
fortunatamente di donne astemie ne ho avute poche.
sono un ragazzo fortunato.


la dedica


qui gli sto dicendo che col pezzo sul blog avrebbe venduto più copie


PS.: comprate il libro

mercoledì, ottobre 13, 2010

giornalai, servizi segreti e altre storie

accidenti!
la moglie in trasferta per lavoro (così almeno mi ha detto) e io con la possibilità di poter fare quello che voglio...una chance che ho però sfruttato assai male!
è sempre così, dopo lunga cattività, l'animale non è più abituato alla sua vita originaria, selvaggia.
avevo progettato la visione di "Xfactor" con rutto libero, birrozzo (pedavena) e kebab (egiziano)!
invece, giunto a casa tardi, ho abbandonato l'idea del panozzo con carne per dedicarmi al mio usuale lavorio di finire gli avanzi dei pasti precedenti e, alla fine, mi sono anche perso il mio mito, nevruz joku!
e per cosa?
per seguire la pantomima degli ultrà nazionalistici serbi in quel di marassi
intenti a lanciare oggetti sul campo e cristi nell'etere.

gli sbirri, scottati dalle polemiche occorse durante una gara di champions league a roma (roma-manchester) quando usarono le maniere forti, sono rimasti a guardare. almeno fino a quando le telecamere erano accese.
in questo caso, secondo me, sarebbero dovuti entrare - lo chiedevano gli ultrà serbi stessi - e randellare i capi-popolo in primis e, a seguire, gli altri.
questa decisione - quella di non intervenire - alla fine può anche starci
quello che non esiste è:
dichiarare, come ha fatto (peraltro non "a freddo") il capo gabinetto della questura di genova sebastiano salvo, "i filtraggi hanno funzionato". male, evidentemente: oltre alle pinze c'erano decine di fumogeni.
oppure:"informazione scarna [da parte dell'intelligence serba]" sulla pericolosità dei serbi...
e leggere un qualsiasi giornale? gli incidenti del gay pride chi li aveva provocati, nei giorni scorsi?
sempre loro, ovviamente, nel ricordo e nella continuazione dell'opera delle "tigri di arkan".

la chicca resta però la crassa ignoranza dei diversi commentatori (un paio di ex giocatori - ahimè l'ex beppe dossena, "il capitano" - e 2-3 giornalisti evidentemente "eccitati" dalla cagnara in odore di scoop) che quando i giocatori serbi si sono avvicinati agli ultrà sollevando
tre (dio, patria e famiglia, oppure la versione dio, patria e zar o l'ultima attualizzata serbia, kosovo e montenegro) dita della mano destra nel saluto nazionalistico serbo interpretano il gesto in questo modo:"i giocatori indicano la possibile sconfitta a tavolino per tre a zero".
BESTIE! siete ignoranti come delle bestie!
dopo un quindici, venti minuti rettificheranno probabilmente avvertiti dallo stagista in prova con un po' di cultura.


per chi vuole rifarsi la bocca:

domani ore 18.00 alla feltrinelli di piazza c.l.n. (1*) a torino
interviene mauro corona (2*).

* per i giornalisti rai:
1 Comitato Liberazione Nazionale
2 mauro corona è uno scrittore, non il tizio della belen e lele mora

martedì, ottobre 12, 2010

scusate, di chi è questo kalashnikov?

mi sembra che ci sia molta confusione su chi e perché debba disporre di armi e chi no.
mi domando: se a milano, invece del taxista, fosse stato un ottantenne ad investire il cane adesso si farebbe la campagna mediatica per dotare i pensionati di pistola?
mi viene da dire che per fortuna alla guida c'era un taxista...
non oso infatti immaginare orde di pensionati armati fino ai denti che, alle poste, ti seccano per passarti avanti oppure alla fiera del paese ti gambizzano per aver la strada libera agli assaggi gratuiti.

in parlamento invece ci si interroga se, dall'altra parte del mondo, alla guerra
(leggere oggi "jena" su La Stampa una delle sue - rarissime - "freddure" efficaci
"la guerra si fa con le bombe") uno ci debba andare con o senza bombe.
io in afghanistan per far contento bush (adesso il pacifico obama si limita a chiedere "istruttori militari")
non ci sarei andato, ma una volta che vado in guerra beh...la farei bene.
com'è che una guerra si fa bene: uccidendo.

nel surreale dibattito scatenato dalla morte dei 4 alpini (ogni volta che muore un soldato parte la tiritera sul ritiro ed anche questo è un risvolto, a dir poco, comico) si distingue, come sempre, il geniale fassino: il nostro ha sì dubbi sulle bombe, ma ritiene che certo qualcosa per la sicurezza dei soldati bisogna fare. un colpo alla botte e uno al cerchio.
forse fassino vuol varare una "campagna di comunicazione" per ribadire - ai talebani - che la nostra presenza è all'interno di una missione di pace e quando qualcuno di loro ci lascia le penne è solo eccesso di zelo?