giovedì, ottobre 27, 2016

L'Inter-Toro 2-1 del 26.10.16 h 20.45 - né cherpa né sciopa

L'attimo

Al bar della Stazione i cinesi, sapientemente, avevano suddiviso il locale in due: da una parte i gobbi, dall'altra noi, in mezzo, a far da cuscinetto, loro.
I più giovani di loro parlano italiano e con loro si riesce bene o male ad intendersi, con gli altri un cazzo.
Quindi si procede a gesti per farsi capire e sono frequenti le incomprensioni. Le distanze culturali sono enormi.
Per quanto possibile li si prende amabilmente per il culo e loro, immagino, faran lo stesso.
Però è strano che, anche i più giovani tra loro, non abbiano ancora capito che durante una partita se qualcuno segna un goal, ed è dei nostri, si urla.

Quelli "in mezzo" sono un numero sterminato, operosi, silenziosi, efficienti. Non ridono mai. Ai lati lo scazzo.
Il clima è un po' quello dello spaccio a naja: tu sei il rospo, loro gli anziani.
Il servizio è rude. Sinceramente a me non dispiace. Basta con le nostre stantie e ipocrite convenzioni sociali, basta con le buone maniere basta "Buongiorno/Buonasera", "Per favore", "Grazie", "Prego", "macchiato freddo", "in tazza grande"...
Al bar della Stazione tutto questo è finalmente azzerato.
Ti prendi quello che vuoi, metti i soldi sul bancone: se sono di più del dovuto ti danno il resto altrimenti prendi e te ne vai.
Senza un "cherpa" [ndr dal piemontese "Crepa"] senza uno "sciopa" [ndr dal piemontese "Scoppia"] né dall'una né dall'altra parte.
Un mondo perfetto e una fotografia di quello che succede oggi tra Asia ed Europa.
Noi divisi e rancorosi al cazzeggio, intenti a sperperare gli ultimi centesimi, loro uniti a lavorare, pianificare e costruire.

Queste le premesse per godersi l'attimo.
L'istante più bello, in una brutta partita persa meritatamente, è stato non già la nostra rete, ma quello successivo al goal di Belotti.
Dal nostro "settore" parte un boato immenso, io mi ritrovo catapultato in mezzo alla stanza urlante, altri si abbracciano, un paio di ragazzini prendono a calci la porta per stemperare la tensione accumulata fino al quel momento liberatorio.
C'è un gran baccano a San Maurizio, in quel vetusto locale tra la stazione ferroviaria e il campanile quadrato, simbolo del paese.
Un istante dopo, quasi all'unisono, si spalanca una porta laterale e si affacciano 3-4 cinesi sconvolti per capire cosa mai stia succedendo.
Le facce stralunate, sorprese, un po' preoccupate.
Ma cosa vorrai mai che sia successo durante una partita di calcio e in particolare durante l'Inter-Toro? Ha segnato il Gallo!
Così come istantaneamente erano comparsi, i cinesi, veloci di mente, compreso che nessuno stava ammazzando qualcun'altro, richiudono la porta e scompaiono, silenziosi ed enigmatici.
Nel buio, il burlone del paese, con insolita saggezza, chiosa:
"ragazzi adesso tranquilli, occhio che anche il bar è 'loro'...di quelli [sottinteso proprietari] dell'Inter"...

martedì, ottobre 18, 2016

Palermo-Toro 1-4 [17.10.16 h 20.45]

La classica partita che, negli ultimi 30 anni, perdiamo.
Vado al bar dei cinesi, in piazza della stazione, è la prima volta che ci entro.
Non tanto perché sia "gestito" dai cinesi, ma perché la cultura del bar, ahimè, mi manca. Non ho mai avuto tempo di frequentare un bar con assiduità, tranne la mattina prima del lavoro. Ma non è quella la frequentazione che ti permette di vivere il bar, i suo avventori perdigiorno, inimitabili maestri di saggezza e di vita.
Comunque entro e sono guardingo, la mia decennale esperienza mi porta ad ipotizzare una possibile ipotetica ennesima presa per il culo, anche se tutto farebbe pensare il contrario.
Ossia sembra la partita facile e noi veniamo da un paio di vittorie belle e importanti, ma questo per noi non conta nulla, anzi.
Quando siamo lì lì per rialzare la testa di solito arriva il lordone.

Dopo pochi minuti di gioco capisco che il vento è però cambiato. Siamo cazzuti. Sono fiero di loro.
Arriva la birra e fa veramente schifo al cazzo.
Faccio fatica a berla.
Pochi istanti e il maxi-schermo si spegne.
Cristo.
'sti cazzo di cinesi, penso.
Nel buio un tizio fa:"ha segnato il Palermo".
Ridacchio per la battuta.
Qualcuno nel frattempo accende le luci e una ragazza, togliendosi le cuffiette, con aria funebre, conferma "ha segnato il Palermo".
Cristo. Porca troia.
Mi girano i coglioni, ma credo nei ragazzi.
Sarà una serata di merda, penso, ma lotteremo fino alla fine.
La ciliegina sulla torta è il messaggio istantaneo del collega gobbo.
Mi irride "Ah ah Chonev!".
Rispondo pacatamente e prontamente:
"ne parliamo alla fine, suca".
Ci credo e i ragazzi, pare, che ci credono ancor più di me.
Non si scompongono e continuano a macinare gioco.
Al gobbo di "messaggini" gliene mando poi altri 4.
Brevi ma incisivi:
"E 1"
"E 2"
"E 3"
"E 4"
e chiudo con un:
"Lo scemo non canta più?"

Grazie ragazzi, vi vogliamo così!