mercoledì, dicembre 16, 2009

scelta di vita

sabato scorso ho partecipato ad un matrimonio.
era il primo al quale partecipavo dopo il mio.
l'occhio era diverso dal passato, non tanto impegnato nella ricerca delle ragazze disinibite, libere, in cerca di preda, presenza fissa ed iper-eccitata tipica di queste cerimonie ma, ahimè, vigile al "check" su quegli aspetti organizzativi che mi hanno visto co-protagonista, disattento, qualche mese orsono: i fiori, l'auto, il menu, il tableau ecc ecc

la chiesa della trasfigurazione di mussotto d'alba, stile minimalista, moderna
mi è piaciuta moltissima, i fiori alla fine li ho notati comunque meno della fauna di sopra, anche questa volta presente.
a seguire pranzo nelle colline attorno ad alba.



al di là della cerimonia e del resto, la cosa che mi ha colpito è stata soprattutto fare la conoscenza di questo ragazzo che, un paio d'anni fa, ha deciso di mollare tutto e recarsi presso assisi in una comunità chiamata ananda, in un perenne ritiro spirituale.
la storia è quella "classica", da romanzo o filmetto, il tizio legge un libro si licenzia, abbandona la sua esistenza tradizionale e si dedica a meditazione e preghiera.
Nella realtà è più frequente incontrare persone che, come dicono, sono sempre lì lì per abbandonare una vita che non li soddisfa,
ma poi quell'ultimo passo, sia anche solo smettere il lavoro impiegatizio per aprire l'ennesimo ed inutile agriturismo, non lo fanno mai.
Queste scelte estreme creano sempre un certo interesse e un certo imbarazzo.
Io non mi sono fatto molti problemi e ho posto una serie di domande, le più basilari (il poveraccio ha poi dovuto rispondere altre cento volte alle stesse obiezioni), per cercare di capire meglio.
Al di là delle risposte ho apprezzato molto il tono e il suo l'approccio, in una parola mi è sembrato molto sereno e felice per la sua scelta.
Adesso la tentazione di leggere il libro non è fortissima forse perché la mia vita non mi dispiace così tanto, anzi...
sicuramente, qualche anno fa, sarei corso in libreria per vedere l'"effetto che fa". la conoscenza diretta però ha suscitato in me sicuramente il desiderio di andare a trovarlo per vedere se quanto ho immaginato è più o meno vicino alla realtà.
P.S.: una delle domande che alla fine più spesso venivano fatte, con forme e stile diverso in base all'indole delle diverse persone, era "ma si tromba?"
il ragazzo ha rassicurato tutti dicendo che c'è una via monastica ed una via di coppia, facendo intendere che comunque non è certo quello il punto.
e anche da questo dettaglio ho inteso che, probabilmente, non sono tagliato per questa esperienza spirituale.

acqui s.p.a.

vai sul sito www.termediacqui.it/
scegli un "pacchetto benessere",
scegli un albergo (nella fattispecie il "royal", a due stelle, perché vicino alle terme stesse) e
prenoti un week-end!
sembra tutto facilissimo ed in effetti lo è...
i problemi iniziano quando contatti l'albergo
e chiedi qualche info in più. non chiedi niente di particolare: "ma l'accappatoio te lo danno lì o devo portarlo?"
royal: "si certo"
noi: "il percorso cosa prevede"
royal: "venite, poi è tutto lì"
noi: "certo, chiaro, grazie".

poi arrivi in albergo ritiri il voucher e ti presenti al Grand Hotel Nuove Terme alla Beauty Farm (in piazza italia).
solo lì scopri che i "trattamenti" (un fango e un massaggio) non sono effettuati
alla "beauty farm" ma nell'ente "Terme" (Terme di Acqui spa)
i trattamenti sono alle 11 e, adesso, sono le dieci.
ti spiegano che è meglio andare prima alle "Terme (spa)" per la registrazione
e poi c'è il problema (complicatissimo!!!) che, essendo un ente diverso dal centro benessere,
loro non sanno se puoi utilizzare un corridoio interno che unisce le due strutture o devi passare, nudo,
avvolto da un asciugamano (l'accappatoio è in vendita a 32 euro), all'esterno!

pazzesco. per fare il giro, registrarsi e capire che alla fine il corridoio è percorribile (anche alle Terme spa c'era qualche dubbio in merito) perdiamo un'oretta.
per farla breve il pacchetto prevede l'unione di tre "entità" organizzative diverse e che non si parlano.
anzi, litigano tra loro! parlando male l'una dell'altra.
l'utente deve comprendere la loro organizzazione ed adeguarsi sperando di riuscire a godere di quanto regolarmente pagato.
orbene alla fine il week-end lungo dell'immacolata concezione è stato piacevole grazie alla buona volontà dei singoli individui noi per primi e personale lavoratore a seguire...
e se questi tre enti si sedessero al tavolo per raccontarsi le diverse problematiche al fine di rendere trasparente all'utilizzatore finale ops, non vorrei fraintendeste il tipo di trattamento, all'utente finale problemi dei quali lui non dovrebbe assolutamente preoccuparsi?
forse così qualcuno tornerebbe...io la prossima volta opterò per Pré-Saint-Didier

martedì, dicembre 15, 2009

associazione a delinquere

questa la condanna, in primo grado, per l'ex amministratore delegato della juventus, antonio giraudo.
ecco cos'era la juve di moggi, giraudo e bettega, semplicemente una associazione a delinquere!
è stato condannato anche tullio lanese, ex presidente aia.
io come arbitro me ne vergogno profondamente.
vorrei sapere se lo stesso sentimento è provato dal tifoso bianconero.
non credo, a sentire i recenti cori dopo juventus-bayern monaco che inneggiavano a luciano moggi.

venerdì, dicembre 11, 2009

http://www.worldpressphoto.org/

ho visto la mostra allestita al museo di scienze naturali di torino.
le foto sono tutte significative e bellissime.
a me è piaciuta questa di Zhao Qing...nonostante la tragedia,
si riparte a vivere, più forti delle avversità:


Cina, Shenzhen Evening News
General News: 2° premio foto singole
descrizione: Il terremoto del 20 maggio 2008 ha devastato la provincia cinese orientale del Sichuan
Alcuni sopravvissuti della città di leigu si preparano da mangiare tra le rovine della loro abitazione.

mercoledì, dicembre 02, 2009

la pulsantiera del masochista

la potete apprezzare alla metropolitana di torino.
un esempio di progettazione illuminata: la si utilizza poggiandovi, spesso inavvertitamente..., il culo.
si scherza ma c'è da piangere! ieri ci ho appunto poggiato il culo: è partito l'allarme e poi la voce dell'omino che chiedeva cosa stesse succedendo.
il povero cristo credo che riceva ogni giorno chiamate fasulle, vista la collocazione della pulsantiera e nonostante il posticcio cartello che inviata a non sedersi.

mercoledì, novembre 25, 2009

scale mobili

mi piace fare vignette a mano libera solo quando eventi banali e quotidiani mi "chiedono" di farlo. mi piace prendere spunto dalla realtà...
ultimamente quest'ultima ne era stata avara.
ieri sera ho assistito invece ad uno di quei dialoghi cinematografici che meritano un disegnino naif.

siamo sulle scale mobili che dalla metropolitana portano al piazzale XVIII dicembre...a porta susa, per capirci.
io mi trovo per caso sullo stesso gradino del bambino (avrà avuto tra gli 8 e i 10 anni), appena sopra di noi la madre. magrolina, nervosetta. pisellabile solo a fatica, non suscita il mio interesse.
quest'ultima si gira verso il figlio e chiede in prestito il cellulare, avendo lei esaurito il credito sul suo e dovendo avvertire il "papà" del loro arrivo.
il bambino, sul perfettino e con l'aspetto del noiosissimo primo della classe, non è entusiasta di prestare il cellulare...la madre, osservando la titubanza del pargolo, lo incalza con un monito:"dai...non fare il bambino".
lui, perplesso, la guarda e chiarisce:"ma io sono un bambino!"
benché l'imberbe avesse la tipica faccia del bambino serio e studioso, quello che prenderesti a sganassoni tutto il giorno se la madre non ti vedesse, l'ho trovato geniale.

giovedì, novembre 19, 2009

good news - lula nun fa lo stupido

ieri sera, incredibile, la pensavo come vespa. starò invecchiando.
ma la vicenda battisti mi pare chiara.
probabilmente non lo è per governo francese e non lo era per il governo brasiliano.

cesare battisti è un delinquente comune che ha ucciso un poliziotto della digos, andrea campagna, ed è implicato - e già condannato in contumacia - per l'uccisione di altre tre persone (un maresciallo della polizia penitenziaria, un macellaio e un gioielliere: tre poveri cristi non certo l'impersonificazione del capitalismo che i pac in modo pecoreccio e confuso cercavano di combattere).

la notizia che il tribunale federale brasiliano ha concesso l'estradizione - l'ultima parola spetta ora al presidente lula - è una good news una buona notizia, come quella che il programma "report" distilla dopo aver raccontato le cose che non vanno...e di cose che non vanno ce ne sono tantissime!
vedi la privatizzazione dell'acqua o il vespa che difende cosentino ("poveretto") perché l'imputato in odore di mafia apprende le notizie riferite ai suoi problemi giudiziari prima dai giornali che dalla magistratura.
ok! non dovrebbe andare così: ma la sostanza delle gravissime accuse vogliamo "anche" prenderla in considerazione?

giovedì, novembre 12, 2009

tranione? a casa!

leggendo l'eneide al liceo ho iniziato ad interrogarmi in modo più consapevole sul concetto di "pietas".
forse la parola "pietas" neanche l'avevo mai sentita prima...
la pietas, per me, è poi diventata uno degli aspetti più affascinanti di enea stesso
(non avevo ancora installato "call of duty" sul mio pc...che non avevo per altro).
ricordo, lo ammetto, anche didone come una eroina desiderabilissima (una sorta di naomi campbell).
dell'eneide altro non mi sovviene, se non la fatica che può aver fatto enea a caricarsi sulle spalle il vecchio anchise.
anche perché doveva esserci una qualche illustrazione che deve aver colpito la mia memoria visiva.
non ricordo invece, benché vecchio guerrafondaio, le battaglie e gli scontri narrati nel poema.

probabilmente invece il nostro "carlo" ha letto con maggiore attenzione non già l'opera virgiliana,
ma solo qualche commedie latina,
rimanendo forse affascinato dal tranione di plauto,
il servo astuto.

carlo infatti è più realista del re.
o meglio più berlusconiano di berlusconi.
alla bondi, alla bocchino per intenderci.
è sottosegretario alla presidenza del consiglio e non ha mai riscontrato la mia simpatia.
parlo dell'ex dc carlo...giovanardi.
la pietas è transitata nella misericordia cristiana, un aspetto evidentemente sfuggito all'ex dc che, in quest'ultima settimana, ha proprio oltrepassato il limite: le sue dichiarazioni su cucchi - arrestato e massacrato di botte - sono semplicemente vergognose.

mi domando perché a fare la fine di cucchi siano sempre e solo gli "ultimi". gli indifesi.
si ha forse memoria di un boss ucciso a furia di percosse?
no. in quel caso un occhio lo chiuderei anche, con buona pace del fatto che lo stato non può (non dovrebbe) scendere al livello di chi persegue, indipendentemente dalla natura del reato commesso.
purtroppo è facile (e da vigliacchi) essere forti coi deboli e deboli con i forti.
nei fatti e nelle parole è quello che è successo con cucchi.
vorrei sentire il parere di giovanardi sugli sviluppi del caso cosentino...
ossia il candidato in pectore per la regione campania fino a qualche giorno fa.
ma come è ipotizzabile anche solo pensare di presentare cosentino non dico come governatore,
ma come rappresentante dei genitori in una classe di bambini dell'asilo?

è evidente che cucchi aveva i suoi problemi...
tanto evidente che ogni commento mi pare superfluo.
mi colpisce e disgusta quindi la mancanza di "pietà" di giovanardi.
l'assoluta insensibilità che denota un vuoto totale,
la vicenda fa emergere la sua pochezza e la sua aridità culturale.
una mancanza di umanità preoccupante.
anche turandomi il naso, non potrei mai votare questo ex dc.

giovedì, novembre 05, 2009

enzimi al bar sport

lui ha più di sessantanni, probabilmente in pensione, ricorda, fisicamente, placido, l'attore. si, è un bell'uomo. cliente.
l'altro ne ha poco meno di sessanta e, dico io, sogna la pensione, è un po' sovrappeso, ma spaccia un approssimativo savoir faire che lo rende accettabile e professionale, ad un occhio distratto almeno. lavora come barista, serve ai tavoli, da dipendente.
lei è sui trentacinque, lavora sicuro. mora, gradevole, uno sguardo poco malizioso.
se fosse meno tonta potrebbe apparire più interessante. deve essere una capra. anche lei cliente che fa colazione al bar.

i protagonisti di questo involontario (in divenire? boh) triangolo tutte le mattine inscenano un teatrino
che è la prima cosa, al mattino, che mi suscita un lieve divertimento.

il canovaccio è sempre lo stesso, ma qualche battuta cambia ogni mattina.
come cambia la mise di lei, ovviamente oggetto del desidero e del blando, sabaudo, falso-cortese, contendere, qualche volta, quando la sua scelta sull'abito è più sbarazzina, qualche sguardo in più, ossia il mio, lo ruba anche. lo ammetto.
appare leggermente burrosa e, anche per questo, più desiderabile.

i primi due, maschi, benché ingrigiti, sono meravigliosi.
pendono letteralmente dalle labbra della femmina. storia vecchia come il mondo, direte voi. certo.
lei è una sostenitrice ultrà della seconda squadra di torino, quella della nota casa automobilistica, per intenderci.
loro, forse per questioni di età, tifano il toro.
lungi da me l'idea di criticarli, di fronte alla bernarda al "cuor" non si comanda.
li trovo meravigliosi poiché, è evidente, se la cliente non fosse burrosa, lievissimamente felliniana,
ma vecchia carampana non la degnerebbero di un minuto di attenzione.
invece leggono e si documentano per poter poi interloquire con Lei che conosce a memoria
la formazione della gobba e segue ogni sua partita.
passa una buona mezz'ora a leggere le incredibili cazzate che tuttosport propone a piene mani.
ma come si fa a leggere per mezz'ora quel giornale?

l'altra mattina è arrivata a dire che ha pianto in occasione di una sconfitta della vecchia e bastarda signora.
è solo di fronte a questa immane cazzata che il placido, dopo mesi di guerra di trincea, l'ho visto andar in difficoltà:
come assecondare una che spara certe castronerie?
dopo un attimo di incertezza il nostro però ha subito recuperato terreno
sdrammatizzando con una battuta simpatica, dicendo che, forse, per queste cose non è il caso.
cosa dovrebbe fare, viceversa, un granata?

è bellissimo vedere gli ingrigiti attaccare la preda con calma e sapienza.
sicuri che è la goccia che scava la roccia, non l'impetuosità di uno schizzo ops di un getto d'acqua.
quale rara saggezza porta in dote il capello bianco.

come enzimi all'assalto di una macromolecola, fino all'inevitabile vittoria.
una battuta qui, un lieve apprezzamento là.
sempre un bel sorriso, sempre una cortesia affettata.
l'uno che cerca di essere più simpatico dell'altro. come al liceo con la compagna fica.
insomma una melassa che ti rende imbevibile il cappuccino e ti fa venir su la brioche e
di fronte alla quale devo nascondermi con maggior cura dietro al mio giornale,
per non farmi sgamare. occhio sull'articolo della bugiarda,
ma orecchio attento ad ogni imperdibile scenetta.

ma come è bello farsi i cazzi degli altri!
PS.: sbaglierò, ma non gliela darà mai

martedì, novembre 03, 2009

sunrise vertical

domenica scorsa, primo novembre, per caso, sperso tra le risaie del vercellese mi sono imbattuto in questo cimitero abbandonato, in uno scenario quasi (sullo sfondo le ciminiere nucleari di trino...) incontaminato.
ho provato una forte emozione e per un po' mi sono elevato a pensieri più profondi
rispetto ai miei soliti, da trivio.



Visualizzazione ingrandita della mappa

lunedì, ottobre 26, 2009

m'arrazzo, poco

piero, cazzo, ma anche con l'auto blu dovevi andarci?

almeno non l'hai nominata assessore regionale alle pari opportunità...

venerdì, ottobre 23, 2009

paradossi e stili di vita

l'altro giorno in una riunione noisissima di lavoro, benché in città, guardo fuori e vedo un albero lievemente mosso dal vento e, in lontananza, altro verde.
penso alla natura, le montagne, gli animali, l'odore dell'erba.
le persone parlano tra loro, ma io sono assente, decisamente altrove.
nessuno se ne accorge, credo.

tra me e me penso: ma cosa sto a fare qui mentre potrei essere fuori, all'aria aperta...facendo qualche km potrei "riguadagnare la natura". ri-avere ritmi "naturali".
ma poi mi rendo conto che la cosa triste è in realtà che il mio è un pensiero poco originale mutuato da qualche lettura o da qualche film ambientalista.
il mio habitat è quello costituito dalla scrivania, le pareti grigie e il monitor del pc sempre acceso! anche il mio banale stile di vita (casa-lavoro) è in realtà altro motivo di corruzione. bella la campagna...ma dopo un po' che palle.

venerdì, ottobre 16, 2009

sparecchio io, pulisco io, pago io...e il lavoratore se ne sta a casa

addirittura anche in cina, come scrive rampini, IKEA è un luogo di culto e, per entrarvi, bisogna aver pazienza e mettersi in coda.
l'altro giorno anch'io, ma senza dover fare coda, non ho resistito alla tentazione ed ho varcato le soglie del nuovo centro commerciale di collegno.
dovevo comprare una mensola da 5.99 E, sono uscito avendo speso circa 92 euro di materiale vario (raccoglitori per doc, cornici, la famosa mensola ecc) e 12 euro per l'immancabile pasto a base di polpette svedesi e salmone marinato.
rispetto alla "vecchia" IKEA di grugliasco, lo spazio espositivo è decisamente aumentato, il percorso guidato è identico ma ci sono delle scorciatoie utili.
andarci poi in settimana senza le migliaia di neo-fidanzatini che mettono su casa
- chissà quanti di questi avranno poi come ricordo agro-dolce questo momento, una volta che il loro rapporto si sarà inevitabilmente spento o concluso - è il massimo.

il brutto è che è un po' come andare al McDonald...prendi tantissime cose e poi rimani inevitabilmente gonfio ma non sazio (ergo meglio andare al "Mac Bun" di via susa 22/e a rivoli TO, ossia una agrihamburgheria autarchica che, proprio per il nome scelto, sta avendo qualche problemino con la nota multinazionale USA).
anche all'IKEA ti sembra di aver fatto i migliori affari della tua vita, ma poi dopo due settimane quando vedi la libreria billy la prenderesti a martellate.
tendenzialmente la roba che si acquista costa poco, ma quasi sempre vale anche poco. in ogni caso, sarà una questione di frequenza, andare all'IKEA è sempre un bel momento di gran lunga più divertente rispetto alle mie saltuarie visite al MacD.

l'altro giorno, all'IKEA, ho notato un paio di elementi assolutamente specchio dei tempi e della crisi economica: riduzione del personale.
vi propongo questo fantastico cartello

altro dato evidente è questo: sono state introdotte moltissime casse automatiche. non sarà invece che se il vassoio lo ripongo io - e il conteggio della spesa me lo faccio io - voi aumentate utili e tagliate sul personale?

martedì, ottobre 13, 2009

angelino cannavaro

ieri sera ho ascoltato per caso al TG5 l'intervista a fabio cannavaro, capitano della nazionale di calcio.
si lagnava del polverone nato attorno alla puntura di vespa che l'ha costretto a prendere del cortisone per
non rischiare uno shock anafilattico (fossi stato il medico, io il rischio l'avrei corso...)

questa la vicenda:
il coni invia richiesta a juventus di comprovare con documentazione integrativa quando dalla società
correttamente comunicato (ossia l'assunzione da parte di cannavaro del cortisone).
questa richiesta viene ignorata per errore dalla juventus.
il polverone nasce da qui.

di cosa si lamenta il cannavaro?
il coni avrebbe dovuto chiamarlo (si, si! voleva che qualcuno gli facesse una telefonata)...come ho letto questa mattina al bar su "la stampa".

siamo alle solite: siamo un paese di buffoni e, grazie a qualche dote pedatoria e molta astuzia (vedi rigore di grosso con australia oppure materazzi che provoca zidane ecc), di "campioni del mondo".
è corretto quindi che il capitano della squadra campione del mondo chieda un trattamento speciale, di favore, dal coni...
come era stata chiesta l'amnistia (non dal "drugo" del bar di mirafiori sud, in prima fila c'era l'onorevole mastella...), in virtù della coppa del mondo, per le ruberie della juventus di moggi e giraudo.

è la logica del lodo alfano alla fine: c'è qualcuno che non deve rispondere, come fanno gli altri,
alle regole che ci siamo dati. anzi, se le rispetti sei un po' pirla.

tornando al pezzo su "la stampa" di oggi (ma evitate di comprare il giornale! per favore)
nonostante tutte le dichiarazioni appaiano come pronunciate direttamente da cannavaro (sono tra virgolette) sono in realtà state sapientemente edulcorate.
cannavaro dice di aver fatto una "cazzata"? sul giornale diventa: una cosa stupida. birichino!
cannavaro dice "mi girano i coglioni"? sul giornale diventa: mi girano le scatole. birbantello!

ma poi che problema è?
è un perbenismo tipicamente torinese? anche, ma non solo.
peraltro in controtendenza con il linguaggio del nostro milanese premier:
che parla di sputtanamento della stampa estera...e riceve grandissimi applausi.
meditiamo con il buon benigni. roberto imita sgarbi con una sequela di improperi.
e commenta che silvio, probabilmente, lo farà: "presidente della commissione cultura".
in italia la realtà supera sempre la fantasia.

venerdì, ottobre 09, 2009

eroine e somari

la più bella della settimana è questa: morte le zebre dello zoo sotto le bombe israeliane, i palestinesi si arrangiano con vernice e asini.
la trovo una idea geniale, molto "italiana".
la considerazione a margine è che l'animale zebra non ha proprio nulla di affascinante ed è alla fine un somaro con le righe...volete mettere il fascino mitologico di un toro?

a seguire, nelle notizie belle di questi giorni, la bocciatura del lodo alfano, è stato un autentico momento eiaculatorio.
di nuovo a margine è invece triste che dopo gli attacchi a consulta, presidente della repubblica e chi più ne ha più ne metta, il buon silvio abbia anche denigrato, intervenendo telefonicamente dal buon - per lui... - vespa, rosy bindi, con una vecchia battuta già sentita: "più bella che intelligente".
è vero che la bindi non è una gran topa, ma il dibattito deve essere su "argomenti" (fatti, numeri) e non su attacchi personali.
mi sarei aspettato - vabbè sono retorico, lo ammetto - una replica del ministro delle pari opportunità a difesa di un parlamentare donna...ma pare che la carfagna non abbia stigmatizzato nulla.

a mo di pungolo per la nostra ministra, vorrei citare un libro che ho comprato - l'ennesimo...devo smetterla! - ieri e che ho subito molto apprezzato: "per sempre lontano" un romanzo di amy bloom che racconta la storia di una autentica eroina pronta a tutto, anche a vendersi, per riabbracciare la figlia...
ma questo è un romanzo. tra una vicenda verisimile e la realtà ci sono diversi scranni, partecipazioni televisive, ricchi premi e cotillons.

giovedì, ottobre 08, 2009

dilemma

cultura bassa o alta? ma poi...ha senso distinguere?
è cultura tutto quello che si ricorda.
però, mi chiedo, tra 50 anni ricorderemo ancora il "fanculo" di zangi o gli scritti polemici di saramago? non lo so o, meglio, sono molto indeciso.

vedi video del zangi:


domani sera, alle h 21 presso il circolo dei lettori in via bogino n. 9 in turin (tel.: 011 432 68 27),
appuntamento immancabile con il premio nobel per la letteratura (nel '98) josè saramago.
esce infatti "il quaderno" una raccolta di articoli sul blog di saramago usciti tra settembre 2008 e marzo 2009 e pubblicati da bollati boringhieri editore.

ci saranno con lui anche il giornalista luca rastello e il regista gabriele vacis, ingresso libero fino a esaurimento posti.
se andate prima c'è anche il ristorante aperto (cell.: 348 241 63 67)...ma non l'ho ancora testato, cucina piemontese in ogni caso.

martedì, ottobre 06, 2009

un palazzo che brucia in città...

siamo alle solite.
il mio amore mi fa soffrire.
ma non è un problema tra me e lui.
no, non c'è un altro, non sto parlando di un triangolo ambiguo.
stiamo insieme da oltre cent'anni, ma mi fa sempre star male per come gioca (o non gioca): il mio toro!

carenza di personalità e via un altro scialbo pareggio con l'ancona, ieri sera.
noi prendiamo goal da centrocampo (da un nostro ex giocatore delle giovanili)
riusciamo a pareggiare al 94...e cosa succede?
il centravanti sale sulla balaustra e si mette a litigare, novello cantona, con un tifoso!
io apprezzo la grinta, ma il rischio di squalifica del bomber si fa ora grandissimo.
siamo al masochismo.

come quando vedi due giocatori, gasbarroni e di michele, litigare per battere una punizione, l'unica ottenuta, dal limite.
secondo me "gas" ha detto al capitano: "batto io ma te la metto sulla testa"
poi invece ha cercato il tiro diretto.
di michele è infatti andato poi a posizionarsi e sembrava convinto di dover giocare un pallone ovviamente mai arrivato!

nel dopo-partita ascolto uno speciale sulla gara.
è vero insisto a volermi fare del male.
a "radio nostalgia" testa, noto tifoso del toro e conduttore di varie trasmissioni televisive sui granata, è stato molto duro.
specie con colantuono, il nostro romanissimo "mister".
ha ragione testa: che cazzo ti lamenti, caro mister, per anticipi e posticipi che ti complicano la gestione della squadra!!!
ma non farmi ridere! anche gli altri li gestiscono, senza troppi problemi. è che siam scarsi nella testa!
se si va in "A" voglio un bel repulisti, altrimenti si torna dove siam ora, nell'inferno della "B".
siamo perfino riusciti ad uscire con il livorno (ha fatto 1 goal solo in tutto il campionato! e a noi ne ha fatto due).

il problema è che poi queste critiche (vedi testa) e questo malumore (primi fischi...ma come si fa a sopportare questo schifo?)
si riflettono negativamente sulla formazione.
voglio dire: non hanno la personalità per ripartire da queste critiche per cambiare andazzo.
rischiamo solo di spaventarli oltre!
è assurdo. dobbiamo anche applaudirli quando vengono sotto la curva...
altrimenti mettono il broncio e poi giocano male.

come è assurdo che si battibecchino continuamente con questi avversari.
dico io: hai davanti non ibra, ma mastronunzio.
devi metterti a discutere con mastronunzio??? ma chi cazzo è? nunzio è il nome e mastro il cognome?
o il lavoro?
devi distruggere l'avversario sul campo e stop.
ci sta che loro, essendo evidentemente scarsissimi tecnicamente (tanto da farci dire, a ragione, che noi siamo superiori di gran lunga), le provino tutte, sta a noi non cascare nel tranello.
ma mi sembra che ci caschiamo sempre.

come facciamo ad essere ammoniti più noi di loro?
l'ancona che viene a torino dovrebbe tornare a casa con 10 ammoniti!
ci han contenuto invece senza fatica e noi abbiamo preso le solite assurde ammonizioni legate ad inutili proteste e piagnistei.
che poi coppola se gioca così una la salta e una la gioca.
è totalmente fuori: entra con una foga assurda, sempre
è sempre a rischio giallo...e parla troppo con l'arbitro.
grinta si...ma con un po' di malizia!!!

ma rimango pazzo di te...

lunedì, ottobre 05, 2009

grande dino!

More about I miei mostri
sul frontespizio si apprezza questa citazione: "Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?"
...non è proprio un problema che condivido, ma posso sempre usarla con la moglie!

luxus e felicità

mostra al museo di antichità, via xx settembre 88/c a torino (vicino al duomo per capirci)...da non perdere.
io ci avrei messo anche una parte interattiva e/o qualche immagine filmata selezionata, come era stato fatto per la mostra sui guerrieri di terracotta cinesi.
fantastici gli "odori" come fantastiche le citazioni (marziale, ovidio ecc), a partire dalla lettera sulla felicità di epicuro (no, non l'ha scritta muccino!)...da leggere, rileggere senza soluzione di continuità.

bella la statua dell'ermafrodito che fa riflettere su quanto si sia involuta, per certi aspetti, la nostra società.
sarà che 2000 anni di chiesa cattolica han lasciato qualche segno?

purtroppo le foto erano vietate...quindi dovete andare a vederla (chiude a gennaio, c'è tempo).

lettera sulla felicità (a Meneceo)

Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell'animo nostro.

Chi sostiene che non è ancora giunto il momento di dedicarsi alla conoscenza di essa, o che ormai è troppo tardi, è come se andasse dicendo che non è ancora il momento di essere felice, o che ormai è passata l'età. Ecco che da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a conoscere la felicità. Per sentirci sempre giovani quando saremo avanti con gli anni in virtù del grato ricordo della felicità avuta in passato, e da giovani, irrobustiti in essa, per prepararci a non temere l'avvenire.

Cerchiamo di conoscere allora le cose che fanno la felicità, perché quando essa c'è tutto abbiamo, altrimenti tutto facciamo per possederla.

Pratica e medita le cose che ti ho sempre raccomandato: sono fondamentali per una vita felice.

Prima di tutto considera l'essenza del divino materia eterna e felice, come rettamente suggerisce la nozione di divinità che ci è innata. Non attribuire alla divinità niente che sia diverso dal sempre vivente o contrario a tutto ciò che è felice, vedi sempre in essa lo stato eterno congiunto alla felicità.

Gli dei esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la gente comune, la quale è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha.

Perciò non è irreligioso chi rifiuta la religione popolare, ma colui che i giudizi del popolo attribuisce alla divinità.
Tali giudizi, che non ascoltano le nozioni ancestrali, innate, sono opinioni false. A seconda di come si pensa che gli dei siano, possono venire da loro le più grandi sofferenze come i beni più splendidi. Ma noi sappiamo che essi sono perfettamente felici, riconoscono i loro simili, e chi non è tale lo considerano estraneo.

Poi abituati a pensare che la morte non costituisce nulla per noi, dal momento che il godere e il soffrire sono entrambi nel sentire, e la morte altro non è che la sua assenza. L'esatta coscienza che la morte non significa nulla per noi rende godibile la mortalità della vita, senza l'inganno del tempo infinito che è indotto dal desiderio dell'immortalità.
Non esiste nulla di terribile nella vita per chi davvero sappia che nulla c'è da temere nel non vivere più. Perciò è sciocco chi sostiene di aver paura della morte, non tanto perché il suo arrivo lo farà soffrire, ma in quanto l'affligge la sua continua attesa. Ciò che una volta presente non ci turba, stoltamente atteso ci fa impazzire.

La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più. Invece la gente ora fugge la morte come il peggior male, ora la invoca come requie ai mali che vive.
Il vero saggio, come non gli dispiace vivere, così non teme di non vivere più. La vita per lui non è un male, né è un male il non vivere. Ma come dei cibi sceglie i migliori, non la quantità, così non il tempo più lungo si gode, ma il più dolce.

Chi ammonisce poi il giovane a vivere bene e il vecchio a ben morire è stolto non solo per la dolcezza che c'è sempre nella vita, anche da vecchi, ma perché una sola è la meditazione di una vita bella e di una bella morte.

Ancora peggio chi va dicendo: bello non essere mal nato,
ma, nato, al più presto varcare la soglia della morte.

Se è così convinto perché non se ne va da questo mondo? Nessuno glielo vieta se è veramente il suo desiderio. Invece se lo dice così per dire fa meglio a cambiare argomento.

Ricordiamoci poi che il futuro non è del tutto nostro, ma neanche del tutto non nostro. Solo così possiamo non aspettarci che assolutamente s'avveri, né allo stesso modo disperare del contrario.

Così pure teniamo presente che per quanto riguarda i desideri, solo alcuni sono naturali, altri sono inutili, e fra i naturali solo alcuni quelli proprio necessari, altri naturali soltanto. Ma fra i necessari certi sono fondamentali per la felicità, altri per il benessere fisico, altri per la stessa vita.
Una ferma conoscenza dei desideri fa ricondurre ogni scelta o rifiuto al benessere del corpo e alla perfetta serenità dell'animo, perché questo è il compito della vita felice, a questo noi indirizziamo ogni nostra azione, al fine di allontanarci dalla sofferenza e dall'ansia.

Una volta raggiunto questo stato ogni bufera interna cessa, perché il nostro organismo vitale non è più bisognoso di alcuna cosa, altro non deve cercare per il bene dell'animo e del corpo. Infatti proviamo bisogno del piacere quando soffriamo per la mancanza di esso. Quando invece non soffriamo non ne abbiamo bisogno.
Per questo noi riteniamo il piacere principio e fine della vita felice, perché lo abbiamo riconosciuto bene primo e a noi congenito. Ad esso ci ispiriamo per ogni atto di scelta o di rifiuto, e scegliamo ogni bene in base al sentimento del piacere e del dolore.

E' bene primario e naturale per noi, per questo non scegliamo ogni piacere. Talvolta conviene tralasciarne alcuni da cui può venirci più male che bene, e giudicare alcune sofferenze preferibili ai piaceri stessi se un piacere più grande possiamo provare dopo averle sopportate a lungo.

Ogni piacere dunque è bene per sua intima natura, ma noi non li scegliamo tutti. Allo stesso modo ogni dolore è male, ma non tutti sono sempre da fuggire.
Bisogna giudicare gli uni e gli altri in base alla considerazione degli utili e dei danni. Certe volte sperimentiamo che il bene si rivela per noi un male, invece il male un bene.

Consideriamo inoltre una gran cosa l'indipendenza dai bisogni non perché sempre ci si debba accontentare del poco, ma per godere anche di questo poco se ci capita di non avere molto, convinti come siamo che l'abbondanza si gode con più dolcezza se meno da essa dipendiamo. In fondo ciò che veramente serve non è difficile a trovarsi, l'inutile è difficile.
I sapori semplici danno lo stesso piacere dei più raffinati, l'acqua e un pezzo di pane fanno il piacere più pieno a chi ne manca.

Saper vivere di poco non solo porta salute e ci fa privi d'apprensione verso i bisogni della vita ma anche, quando ad intervalli ci capita di menare un'esistenza ricca, ci fa apprezzare meglio questa condizione e indifferenti verso gli scherzi della sorte.

Quando dunque diciamo che il bene è il piacere, non intendiamo il semplice piacere dei goderecci, come credono coloro che ignorano il nostro pensiero, o lo avversano, o lo interpretano male, ma quanto aiuta il corpo a non soffrire e l'animo a essere sereno.
Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza.

Di tutto questo, principio e bene supremo è l'intelligenza delle cose, perciò tale genere di intelligenza è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia intelligente, bella e giusta, né vita intelligente, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili.
Chi suscita più ammirazione di colui che ha un'opinione corretta e reverente riguardo agli dei, nessun timore della morte, chiara coscienza del senso della natura, che tutti i beni che realmente servono sono facilmente procacciabili, che i mali se affliggono duramente affliggono per poco, altrimenti se lo fanno a lungo vuol dire che si possono sopportare ?

Questo genere d'uomo sa anche che è vana opinione credere il fato padrone di tutto, come fanno alcuni, perché le cose accadono o per necessità, o per arbitrio della fortuna, o per arbitrio nostro. La necessità è irresponsabile, la fortuna instabile, invece il nostro arbitrio è libero, per questo può meritarsi biasimo o lode.
Piuttosto che essere schiavi del destino dei fisici, era meglio allora credere ai racconti degli dei, che almeno offrono la speranza di placarli con le preghiere, invece dell'atroce, inflessibile necessità.

La fortuna per il saggio non è una divinità come per la massa - la divinità non fa nulla a caso - e neppure qualcosa priva di consistenza. Non crede che essa dia agli uomini alcun bene o male determinante per la vita felice, ma sa che può offrire l'avvio a grandi beni o mali.
Però è meglio essere senza fortuna ma saggi che fortunati e stolti, e nella pratica è preferibile che un bel progetto non vada in porto piuttosto che abbia successo un progetto dissennato.

Medita giorno e notte tutte queste cose e altre congeneri, con te stesso e con chi ti è simile, e mai sarai preda dell'ansia. Vivrai invece come un dio fra gli uomini.

Non sembra più nemmeno mortale l'uomo che vive fra beni immortali.

patrizie

commentare con ritardo un fatto d'attualità spicciola ha poco senso.
però due parole sulla patrizia, devo farle.
no, non mi riferisco al trans con cui si appartò lapo.
parlo della d'addario.
orbene credo non si debba parlare, in questo caso
di "servizio pubblico" per la trasmissione annozero.
non è stato dato nè il numero di cellulare nè il tariffario con le specialità in evidenza.
forse era questo che voleva sapere belpietro.
malignità a parte, ha ragione berlusconi ossia questa trasmissione gli porta voti.
credo, seriamente, che a star zitta la d'addario ci avrebbe guadagnato.
mi è parsa una povera tapina, pur se tale non deve essere.
come fai a dare risponde così poco credibili alle domande più probabili?
("perchè hai registrato tutto?" ecc).
di pessimo gusto il citare il padre morto ad ogni piè sospinto.
massimo rispetto per le escort, ci mancherebbe ma credo che si possa anche far altro (che battere)
per portare avanti un progetto paterno. boh

parlando invece della trasmissione, da notare gli altissimi ascolti che fanno pensare:
bravissimo santoro da una parte a creare l'attesa, ma sicuramente c'è moltissima gente che vuole qualcosa di segno opposto o comunque diverso dai vari fede o vespa.
in ogni caso la "sceneggiatura" (è smaccato il fatto che santoro abbia una tesi e ogni filmato, ogni parola, è congeniale a farla formare anche al telespettatore) della puntata è stata meno efficace di quella della settimana precedente.
"costruita" anche quella ma costruita meglio, meno attaccabile.
a seguire il puntatone del vespa che cannibalizza annozero omettendo, guarda caso, le parole durissime del premio pulitzer carl bernstein.
oddio un premio pulitzer può anche dire cazzate,
ma non è successo questa volta!

venerdì, ottobre 02, 2009

call center enel

ma che bel servizio!
---------------------
buongiorno,
nella mattinata di martedì 29 settembre 2009
il sottoscritto, marito della vostra cliente
(codice fiscale XXXXX e numero cliente XXXXX),
per ben tre volte chiama il vostro numero 800 900 800.

la domanda è banale:
nella bolletta con N. fattura XXXXXX del XX/09/2009
bimestre agosto-settembre 09 (totale da pagare XX,XX euro)
nella pagina 2 alla voce "Altri proventi e oneri (L)"
viene effettuato un
"rimborso deposito cauzionale" (non soggetto IVA) di -15,49E
e un
"addebito deposito cauzionale" (non soggetto IVA) di 15,49E
il Totale L è quindi pari a zero.
perché è stato effettuato un addebito di 15,49 euro?
NB.: il rimborso ci è dovuto per la domiciliazione in banca della bolletta

nella prima telefonata:
la risposta al perché sia presente un "addebito" di 15,49 euro è stata che ci deve essere stato un cambiamento di conto o di tariffa che ha determinato rimborso e addebito. chiedo ulteriore chiarimento e la comunicazione cade.

nella seconda telefonata
la risposta alla stessa domanda è stata, nuovamente, che c'è stato un cambiamento di tariffa (questa volta la signoria sottolinea che saremmo passati da tariffa "bioraria" a "normale") che ha determinato rimborso e addebito. la telefonata si chiude normalmente.
verifico poi con mia moglie che da parte nostra non c'è stato né chiusura di conto né richiesta di cambio tariffa

nella terza telefonata
la risposta alla stessa domanda è la medesima delle volte precedenti:
dico che non c'è stato nessun cambiamento di conto o tariffa e chiedo nuovamente che mi sia chiarito
questo addebito di 15,49E: la consulente inizia una spiegazione poco convincente con riferimento alla bolletta precedente e quando chiedo un chiarimento la comunicazione cade.
(esprimo, con uso tastiera telefono, valutazione della consulente pari a 1)

tralasciamo qualsiasi commento sulla stranezza di una comunicazione ottima fino alle mie richieste di chiarimento,
e Vi chiediamo nuovamente, cortesemente, di avere una risposta alla domanda iniziale:
perché è stato effettuato un addebito di 15,49 euro?


Sicuri di una Vostra spiegazione, cogliamo l'occasione per ringraziarVi anticipatamente e per salutarVi
cordialmente,

seguono firme

mercoledì, settembre 30, 2009

terra madre

ieri ho partecipato alla serata al taurus di ciriè organizzata dall'amministrazione comunale ciriacese, in collaborazione con la Condotta Slow Food di Ciriè e Valli di Lanzo.
è stato proiettato il documentario di ermanno olmi terra madre e a seguire è intervenuto carlo petrini, presidente di slow food.



il film mi è piaciuto moltissimo per la sua sceneggiatura.
la mezz'ora finale ha seguito il ciclo della natura secondo il ritmo del contadino che prepara il terreno, semina, aspetta e, infine, raccoglie il prodotto. petrini poi sottolinea la valenza politica della denuncia implicita in questo gesto: le multinazionali controllano ad oggi l'80% del mercato delle sementi e con i prodotti geneticamente modificati non sarà più possibile ripetere il gesto visto nel filmato.
non potrò più con un seme avere nuovamente il mio prodotto di partenza.
petrini raccoglie consensi dal pubblico essendo bravo ad andare a prevenire le obiezioni di spettatori, evidentemente, con conoscenze e posizioni diverse. riesce a parlare, cosa più semplice, al tipo "peace&love" (tipo macchietta di verdone), ma anche all'anziano (in piemontese) o al tizio che ha subito a noia il pippone ecologista o, cinico, si annoia subito quando sente troppi inviti alla "fratellanza" (parlo del sottoscritto ovviamente).
non che sia un valore che non apprezzo, ma credo che sia un tema da toccare con un certo...tatto.
petrini, come dicevo, da buon piemontese (esageruma nen), è stato efficace e accanto alle immagini buocoliche è andato a citare quei dati che il cinico ama sentire. produciamo cibo per 12 miliardi di persone quando siamo solo 6 miliardi e 1 miliardo non mangia proprio!
Olmi ci invita ripartire dall'analisi logica, ci dice carlin.
e spiega: soggetto, predicato (verbale) e complemento oggetto ossia "noi mangiamo cibo".
adesso, la tesi di carlin e del movimento, è il cibo che mangia noi.
gli allevamenti intensivi di animali destinati alla macellazione inquinano più delle industrie, lo sfruttamento intensivo delle terre a fini di produzione impoverisce il terreno, un quintale di grano rende al contadino 10 euro...
da qui le risposte, sintetizzando, di una gestione più oculata delle risorse (abituarsi ad un consumo inferiore e non parlare di rilancio dei consumi per risollevare l'economia), contatto diretto tra produttori e consumatori ecc
petrini chiama quindi in causa la politica, evidenziando come sia la destra che la sinistra nonha in agenda questi temi.
in sala è presente anche il sindaco brizio che annuisce.

petrini non si risparmia e parla a braccio per circa un'ora.
poi tutti...a mangiare!
ovviamente petrini disinnesca subito l'aspetto paradossale: prima parliamo di fame nel mondo e poi andiamo a sfondarci di cibo.
il cibo proposto infatti è, per le focacce ad esempio, prodotto in loco, ergo a "km zero" e i formaggi proposti non costituiscono un pasto loculliano ma sono una selezione nel rispetto della bio-diversità.
sinceramente mi perdo, sono ormai le 22.30 di sera, lo spiegone sulle particolarità del formaggio polacco proposto (sicuramente non a km zero, in questo caso) assalito dai morsi della fame mi getto all'assalto del mio piatto accompagnato da un buon e robusto vino piemontese.



non sono certo di volervi invitare all'assaggio del formaggio polacco...ma il film è assolutamente da vedere
e l'edizione di terra madre del 2010 sicuramente da appoggiare, come hanno fatto i partecipanti alla serata con una offerta libera (era vivamente consigliato di fare una offerta minima di 10 euro...).

lunedì, settembre 28, 2009

Grande Torino

l'altra sera una giornalista rai (rai tre) che presentava un servizio su un torneo giovanile è riuscita a dire "baligalupo" al posto di "Bacigalupo".
cosa fare? ucciderla?
no, non si può. licenziarla? bah...
aiutiamola a colmare la sua ignoranza.
sul "Corriere della sera" Montanelli scrisse il 7 maggio del '49 queste righe sulla squadra di calcio del Torino, già "Grande" ma reso immortale dalla tragedia di Superga.

Oggi, affacciandomi alla finestra, non ho visto giocare a calcio i ragazzini in piazza San Marco, sulla quale guarda la mia casa, tra i resti delle bancarelle che vi tengono mercato il lunedì e il giovedì. In genere, ce n'è una nuvolaglia, affaccendati a correre dietro palle, di tutte le categorie e di tutte le età: scolari delle scuole medie con la cartella dei libri abbandonata in un angolo e le dita macchiate d'inchiostro, garzoni di fabbro con la tuta sudicia di morchia, apprendisti parrucchieri con la chioma lustra di brillantina. Li conosco tutti dai nomi di battaglia che si son dati: «Mazzola» è un tracagnotto biondastro dalla faccia larga e ridente; «Gabetto» un bruno esile e nervoso che ha la specialità di non scomporsi i capelli nemmeno nelle fasi più focose del giuoco; «Bacigalupo» è quello che, in genere, difende la porta, sorprendentemente agile per la sua rotonda corporatura; eppoi «Castigliano», «Menti», «Loik», «Ballarin», «Maroso», e così via. Ci sono, ci sono stati tutti i giorni, in piazza San Marco, a giocare: non so da quando, forse da sempre. Si allenano per la grande partita della domenica, quando si mettono in maglia e mutandine, e allora, ai margini, si raccoglie anche il pubblico dei passanti a guardare. In una di queste partite, uno di essi che si chiamava «Grézar», fu degradato sul campo: cioè i compagni gli tolsero quel nome, e gliene diedero un altro, più modesto. Oggi la degradazione è stata generale. Sparpagliati a gruppetti, ai quattro angoli della brulla piazza, a semicerchio intorno a uno che leggeva un giornale sgualcito, i ragazzini di San Marco avevano ripreso ognuno il proprio nome di tutti i giorni, quello col quale il maestro, a scuola, li chiama a recitare la poesia di Aleardi e il padrone della bottega li iscrive nel sindacato dei «praticanti».

E così «Mazzola» non era più che Dubini Mario, alunno della «quarta B». Era lui che leggeva il giornale ai compagni, sedutigli attorno in semicerchio, e ogni tanto approfittava della ciocca di capelli che gli scendeva sulla fronte per ritirarsela su, e passarsi, intanto, la mano sugli occhi. I suoi compagni più piccoli quelli che, in genere, venivano adibiti, nelle partite della domenica, a raccogliere le palle che uscivano in «fallo laterale» (quante volte ho rabbrividito, alla finestra, vedendoli guizzare fra un tram e un'automobile!) e che aspiravano a diventare, a loro volta, Loik, Gabetto, Bacigalupo e Maroso, stendevano, a una a una, per terra, come un generale distende la sua truppa, le figurine dei popolari giocatori, di cui ognuno di essi è, più o meno, ricco collezionista. C'era un po' di vento, e il pulviscolo di rena, che esso trascinava nella sua corsa, ogni tanto ricopriva una di quelle figurine, minacciando di sotterrarla; ma subito il collezionista la spazzava via, passando col dorso della mano una lieve carezza sul cartoncino e poi soffiandoci sopra, puntualmente. Sono ancora gli unici, i ragazzini di piazza San Marco e di tutta Italia che si ostinano a lottare contro i tentativi della rena di inghiottire i loro diciotto eroi.

E le figurine che li rappresentano nell'atto di calciare la palla o di ghermirla al volo, continuano ad essere oggetto di un affettuoso e reverente mercato, seguitano a passare di mano in mano, come vivificati per l'eternità dalla rispettosa ammirazione che suscitano nei loro giovani emuli. Per la partita del 22 maggio con l'Austria, se si farà, il collega Carosio, miracolosamente scampato al disastro, dovrebbe fare, per i ragazzi di tutta Italia, una trasmissione speciale, ribattezzando col nome degli scomparsi i loro sostituti. - Mazzola passa a Menti; Menti indietro a Castigliano...- dovrebbe egli dire al microfono; ché almeno ai ragazzi non sia tolta l'illusione dell'immortalità. Sono appena cinque giorni che li abbiamo visti giocare l'ultima volta, qui a Milano.

La squadra era incompleta. Ci mancava anche il suo capitano, Mazzola. Ma presente era l'orgoglio della bandiera, e fu questo che non le consentì di ammainarsi. Quella sera, a Milano, serpeggiava lo sconforto perché la squadra della città rivale si era cucita sul petto, proprio lì a San Siro, il suo quinto scudetto. E già domani l'erba comincerà a crescere sulla tomba di quei diciotto giovani atleti che sembravano simboleggiare una omerica, eterna, miracolosa giovinezza. Come possono rendersene conto i ragazzi di piazza San Marco e i giovani di tutta Italia? Gli eroi sono sempre stati immortali, agli occhi di chi in essi crede. E così crederanno i ragazzi, che il «Torino» non è morto: è soltanto «in trasferta». Ma anche a noi, che con animo di ragazzi abbiamo sempre frequentato e seguitiamo a frequentare gli stadi, sia consentito immaginare i diciotto atleti del «Torino», «in trasferta». Oh, non ci è difficile raffigurarci il grande campo che, lassù, li attende: senza limitazione di posti, lastricato di erba eternamente verde e molle, senza macchie di nuda terra. La squadra campione, con tutto il suo orgoglio di bandiera, ha voluto recarvisi a carico pieno: non solo gli undici «titolari» ha condotto con sé; ma anche sette «riserve», e l'allenatore, e il massaggiatore, e il direttore tecnico, e perfino tre giornalisti.

Vecchie conoscenze attendevano all'aeroporto quel velivolo carico di giovinezza e di speranza. E come facilmente le ravvisiamo! In prima fila Emilio Colombo, l'Omero dello sport italiano, forse l'unico tra noi che abbia serbato, sino a sessant'anni, intatta, la facoltà di credere nell'immortalità degli eroi. È lui, è lui: rossiccio in viso, alto e gagliardo, con lo stesso abito chiaro di gabardine con cui partì per l'ultimo «servizio», e, per la prima volta in vita sua, non si portò al seguito né un baule con sette vestiti, sette paia di scarpe e settanta camicie di ricambio, né una vasta collezione di saponi e profumi, né una vasca da bagno di caucciù. Accanto si tiene, in un gesto di affettuosa protezione, Attilio Ferraris che di poco lo precedette. Ferraris è ancora in «maglietta», perché in maglietta partì per la grande «trasferta», come Caligaris, mi sembra. Essi non rientrarono, infatti, negli spogliatoi, dopo l'ultima partita casalinga: dallo stadio di quaggiù a quello di lassù, tutto d'un fiato. E Neri ? Eccolo lì, col suo lungo naso. Quella del «Torino» fu proprio l'ultima sua maglia, e non l'abbandonò che per ammantarsi di tricolore, dopo che i Tedeschi l'ebbero fucilato su una collina di Romagna. Ma ora rientrerà in squadra con i compagni; sarà il diciannovesimo campione d'Italia in quest'ultima definitiva «trasferta».

Ascoltate, ragazzi di San Marco e di tutta Italia, ascoltate la radiotrasmissione di Emilio Colombo, che ha ricevuto dalle mani di Carosio, per oggi, il microfono. Domani, poi, ne leggerete le fasi nelle corrispondenze di Casalbore, di Cavallero, di Tosatti, i fedeli bardi di tante imprese gloriose, ai quali lo sport concedeva il meraviglioso privilegio di serbarsi fanciulli sotto i capelli che ingrigivano. «Mazzola passa a Menti, Menti indietro a Castigliano... (e qui la voce si fa concitata, e i ragazzi di San Marco e di tutta Italia si stringono, con gli occhi dilatati dall'emozione e dalla speranza, intorno all'altoparlante)... Castigliano avanti di nuovo a Mazzola che dribbla uno... due... tre avv... goal... goal... ». Chi grida così, chi grida? Siete voi stessi, ragazzi, o il vecchio Colombo, l'unico tra noi che sia riuscito a serbare, intatta, sino a sessanta anni, la facoltà di credere negli eroi ? O tutta la folla di quell'immenso stadio senza limitazione di posti in cui il «Torino» è andato a carico pieno (undici «titolari» e sette «riserve») a giocare la sua ultima vittoriosa «trasferta» ?

Triste è piazza San Marco, calva di alberi, con le sue gialle chiazze di terra senz'erba, con i suoi gruppetti di ragazzi spogliati dei loro nomi di battaglia e senza palla, solo con le figurine allineate tra le pozzanghere. Le due squadre che vi giocheranno domenica hanno deciso di portare il lutto: un segno nero al braccio, sulla maglia. I passanti si fermeranno, come sempre, a guardare; ma invano tenderanno l'orecchio per udire: - Forza Maroso... bravo, Bacigalupo... - nelle fasi salienti della partita. Domenica i giocatori si chiameranno soltanto Dubini Mario, Rossi Francesco, Bianchi Giuseppe, e giocheranno in silenzio, senza apostrofarsi. Domenica, otto giorni soli saranno trascorsi dall'ultima partita a San Siro dove il «Torino», solo a furia di orgoglio, si ricucì sul petto il quinto scudetto che inalienabilmente gli spetta (e voglio veder chi oserà portarglielo via) ma già i primi esili fili di erba saran cresciuti sulle diciotto tombe della squadra in «trasferta». «Forza Torino!», «Vinci Torino!».

di Indro Montanelli

lunedì, settembre 21, 2009

io non ci credo

far sedimentare le emozioni prima di scrivere, o di parlare, ci evita di dire troppe cazzate e a volte non basta neanche.
da qui, in ogni caso, il mio silenzio sui recenti e drammatici fatti di kabul.
se è vero che non si può non avere una umana compartecipazione emotiva nel vedere il figlioletto chiamare il padre all'arrivo delle bare, non si può neanche non essere irritati dai fiumi di retorica che si spendono, nella pubblica opinione italiana (e da parte delle nostre istituzioni), ogni qualvolta muoiono dei soldati italiani (per le morti dei militari degli altri paesi, no...) in una missione...di pace. non in tutti i paesi, a questo tipo di accadimenti, la reazione è la stessa, fortunatamente o sfortunatamente, per ragioni culturali, storiche, politiche ecc ecc questo è ovvio.

mi ha stupito ignazio la russa (vedi intervista rilasciata a TG2), ministro della difesa che, dopo aver parlato di atto "vigliacco" (un punto di vista soggettivo. ad esempio i kamikaze giapponesi che nella seconda guerra mondiale si lanciavano contro le corazzate statunitensi erano considerati la sintesi dell'eroismo supremo, mentre se oggi si immola un afghano è un vigliacco. strano, saran cambiati i tempi), finalmente ha detto le prime parole significative sul conflitto afghano parlando, in sintesi, di uno scontro militare (la GUERRA! quella, cito a memoria, ripudiata dalla costituzione italiana per risolvere le controversie internazionali...o tra paesi, non ricordo di preciso, ma il concetto è questo) in atto, contro il terrorismo, e non citando invece la solita manfrina sull'intervento umanitario.

io la penso un po' come vittorio zucconi: ormai siamo dentro una guerra, e allora facciamola bene!
storicamente (vedi libia o etiopia/somalia) "italiani brava gente" è una formula tanto auto-assolutoria quanto falsa.
in passato, in guerra gli italiani si sono comportati come ogni altro esercito. a seconda dei punti di vista bene o male.
in italia si riesce a far un gran calderone nazional-popolare mettendo insieme el alamein e cefalonia, laddove però, effettivamente, può aver senso parlare di un atteggiamento "eroico" da parte dei protagonisti.
il rischio, adesso, è che si diventi vittime delle nostre stesse falsificazioni (noi sempre "...brava gente") e della nostra stessa retorica ("...eroi qui eroi là", pace e bene).

personalmente dal punto di vista politico io disapprovo gli interventi in iraq (ricordiamoci della mistificazione delle presunte armi di distruzione di massa ovviamente mai trovate) e in afghanistan, dove è evidente il ruolo subalterno e sottomesso nei confronti degli stati uniti. se si decide però di "tener bordone", lasciamo perdere la finta egida di onu e simili, agli USA si dovrebbe poi comportarsi di conseguenza, senza piagnistei coccodrilleschi (un neologismo? forse ma ci siam capiti).
il nostro presidente del consiglio è fonte di ironia da parte di tutto il mondo per frasi e comportamenti, ma anche certi atteggiamenti "diffusi" non sono sicuramente un bel modo di presentarci di fronte alle altre nazioni.
per semplificare non me lo vedo obama, dico obama e non bush, strofinare come ha fatto napolitano una ad una tutte le bare di ritorno dal medio oriente e, banalmente, non è certo per una evidente discrepanza numerica tra i nostri e i loro caduti.
ad ogni nostro lutto si parla di fuga (adesso è di moda il sinonimo "exit strategy").
senza andar troppo lontano, il comportamento degli inglesi, pur con dei dubbi evidenti in seno alla pubblica opinione, mi pare più coerente e in linea con la loro tradizione militare e culturale.

alla fine il polpettone mandato in onda la scorsa settimana è effettivamente illuminante circa il modo di prendere parte a questo tipo di missione da parte di noi italiani.
il film "nassiryia - per non dimenticare", regia michele soavi, è sinceramente inguardabile per le interpretazioni non all'altezza da parte di bova e della pandolfi, ma la dice lunga sull'ambiguità che le nostri missioni suscitano nel sentire comune.
e alla fine l'interpretazione di un evento è più importante dell'evento stesso per la storia di un paese.

una delle prime scene vede l'eroico bova, alias maresciallo carboni, bloccare l'americano cattivo che tiene sotto tiro un civile sospetto...ma perchè? che senso ha? se non voler dire noi siamo i bravi e loro gli stronzi?
decisamente più seri e credibili i film degli anni 30-40 di propaganda fascista (vedi ad esempio "luciano serra pilota").
tutto il polpettone di nassiryia fa vedere il soldato italiano, che rinuncia al suo boccone di pane per darlo al bambino iracheno affamato come da stereotipo, intento unicamente ad aiutare la popolazione locale e trascurare il momento bellico, con l'esito finale ben noto.

o si crede assolutamente e fino alla fine in qualcosa...o è meglio non prendersi per il culo e non credere a niente! questo tipo di classifiche non ha senso e non voglio scader io nella retorica, ma sinceramente mi sembra di gran lunga maggiormente "eroico" il comportamento degli operai della thyssen-krupp (turni massacranti, condizioni di lavoro al limite della sopportazione, misure di sicurezza) che non quello di un volontario nell'esercito italiano che decide - per qualsiasi ragione in primis amor di patria o spirito umanitario - di andare a fare il proprio dovere in aree a rischio.

giovedì, settembre 17, 2009

testimonianza oculare

organizzando l'informazione in maniera bulgara [parlando di bulgaria è divertentissima la notizia di questi giorni: per due settimane di fila escono alla lotteria gli stessi numeri! qualcuno riesce ad essere più buffone di noi!] come è stato fatto per la presentazione "TV" delle opere realizzate a seguito del terremoto in abruzzo, succede che uno non riesca a capir bene come stanno le cose.
nella migliore delle ipotesi, viceversa uno viene preso per il naso.
io non ho capito un granché.
adesso non so se tutto quello che nel filmato su "repubblica" corrisponda al vero, ma so per certo che una affermazione, pesante, sul "modello friuli" è veritiera.

nel 1982 mio padre fu trasferito - e noi a seguire l'anno dopo - in friuli per seguire la ricostruzione delle case distrutte dal terremoto del 1976 (esperienza familiare e lavorativa poi ripetuta in basilicata anni dopo, nell'83-84. inciso: in quest'ultima esperienza ricevemmo una accoglienza affettuosa ed amichevole che in friuli non abbiamo nella maniera più assoluta incontrato).
il "modello friuli" è stato un modello vincente.
le cittadine friulane non hanno perso l'anima, come credo succederà a L'Aquila e comuni limitrofi.
per un innamorato della storia come il sottoscritto, vedere il centro storico abbandonato e colline spianate per costruire case dormitorio nuovo avulse da tutto il resto è una autentica violenza.
in friuli, a san daniele località picaron, alloggiavamo proprio nelle case prefabbricate citate nel servizio. la vita era assolutamente dignitosa, pur con inevitabili inconvenienti. qualche piccolo disagio che, per certo avendo constatato l'estrema dignità delle popolazioni locali, i cittadini abruzzesi avrebbe di buon grado sopportato se avessero potuto dire la loro sulla ricostruzione.
tutti lamentano la lentezza nel prendere le decisione da parte di chi governa, ma in questo caso credo che decidere alla cazzo sia ancor peggio che "perdere del tempo" a pensare.

lettera a "la repubblica"

carissima redazione,
leggo con molto piacere il vostro giornale nella versione cartacea ed occasionalmente in quella online.
oggi però ho trovato un errore davvero madornale che, a catena, ha fatto sì che lo stesso si sia replicato nei vari blog e siti web. si dovrebbe sempre risalire alle fonti o almeno verificarle!
no, non parlo del numero delle escort che hanno partecipato ai festini nella residenza di palazzo grazioli (in questo caso ci siamo), mi riferisco ai numeri di una partita di champions tra una squadra di torino e il bordeaux.

nella pagina http://www.repubblica.it/2009/09/sport/calcio/champions/juventus-bordeaux-14-set/diretta-juve-bordeaux/diretta-juve-bordeaux.html
nel tabellino indicate come numero di spettatori la cifra di 55mila.
forse sommando il numero degli spettatori della prima gara di campionato e delle ultime tre dello scorso anno si arriva a questa cifra.
orbene la capienza dell'olimpico di torino è di circa 27.000 spettatori e nella gara in oggetto gli spettatori erano, come indicato "addirittura" da La Stampa (giornale a respiro locale della famiglia agnelli che metteva in evidenza che c'erano più spettatori per torino-empoli 18.606), circa 17.000.

vi chiederei cortesemente una rettifica del dato errato,
al fine che sia, ancora una volta, chiaro che torino è stata e resterà granata,

sicuro della vostra correttezza e disponibilità colgo l'occasione per ringraziarvi e continuare a leggervi,
segue firma

suma a post

leggo che briatore, accusato di comportamento scorretto nella conduzione del team renault di formula 1, viene difeso da moggi [dico luciano moggi!!!] e galliani!
come si dice, quando la pezza è peggio del buco...

mercoledì, settembre 16, 2009

game goy

un buon blog deve divertire e la componente ludica è imprescindibile per fidelizzare il lettore. ecco di conseguenza il gioco di oggi:
trova l'arbitro più cool! (ho detto cool non culo)
se sei in difficoltà utilizza il suggerimento posto, come dice la parola stessa, a fine post. l'oroscopo la prossima settimana


suggerimento: cerca nelle ultime file

venerdì, settembre 11, 2009

per non dimenticare Franco Lechner

io non ci sto!
non è giusto! a "bombolo" nessun funerale di stato!
perché a mike sì? Allora lo pretendo anche per pippo baudo e maurizio costanzo show che hanno fatto la storia della TV, al pari del signor allegria!
da valutare le posizioni di DJ francesco - il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette -, carlo conti e quel mito di amadeus [ma la marcuzzi? perché no! tv di qualità!].

le parole di umberto eco l'hanno reso immortale in vita, anche se lo stesso giudizio formulato oggi perderebbe di significato di fronte alle tante e ai tanti presentatori mediocri, innanzi ai quali arrivi a rimpiangere lo stesso defunto o pippo baudo, ah quando c'era lui...

lo ammetto, mike non l'ho mai sopportato: troppo legato, sempre, al suo utile...
anche questo enfatizzato connubio artistico con fiorello (qualcuno li ha paragonati a peppino e totò: "ma mi faccia[no] il piacere!")...a me è sempre sembrata una simpatia creata ad arte, mal recitata.
sono in realtà le imitazioni del bravissimo rosario fiorello che, mettendo in risalto gli aspetti più ridicoli [e "cattivi!"] del bongiorno, l'hanno rilanciato alla grande permettendogli un insperato prolungamento della carriera.
sicuramente sarà stato mediocre come diceva eco, ma si è dimostrato di una astuzia, nella gestione del suo personaggio, inarrivabile, tralasciando la questione sulle gaffe vere o presunte (alcune sono vere, secondo me, altre create allo scopo, avendo intuito che pagavano).
il dato preoccupante è proprio questo: non ci avesse lasciato l'altro giorno, ce lo saremmo sorbito fino a 100 anni. pericolo scampato.
largo ai giovani. io farei come moggi jr, punterei sulla d'amico.
dai luciano, si scherza! non te la prendere: la famigliola dai solidi valori morali non te la tocca nessuno.

ma ve lo ricordate quando mike invitò a votare per il suo datore di lavoro?
un furbone! più potere al secondo, più dindini al primo.
quando si parlava della sua elezione a senatore a vita rabbrividivo.
altro pericolo scampato.

martedì, settembre 08, 2009

ma chi sta meglio di lui?

sottinteso, noi non abbiamo capito un cazzo.

di lavori belli, nella vita, non ce ne sono tanti.
uno, ma non so bene che lavoro sia, lo fa sicuramente il mio "socio" - non in affari, ma di bisboccia - wulf.

chiamo alle 3 di pomeriggio...e lui sta dormendo.
chiamo alle 14 e lui è al ristorante.
chiamo alle 18 e lui è a prendere aperitivo
chiamo alle 19 sta comprando gratta&vinci e sigarette
chiamo alle 10 e lui è al bar per la colazione
chiamo alle 11 è al telefono con una amica
chiamo alle 11.30 è in pausa e si prende un caffè con la sigaretta
chiamo alle 22 vede un filmetto
(ok! anch'io rompo un po' le palle...ma lo chiamo in giorni diversi!!!)

un altro è sicuramente quello narrato da revelli quando parla di Cin 'd Luleta, un omino che passava tra le montagne a succhiare il latte di troppo alle nutrici, ossia a pupé le done

lunedì, settembre 07, 2009

elogio del non fare

l'altro giorno, sfatto dalla fatica per i test atletici (maledetto cooper) mi sono dedicato ad una attività che ormai faccio raramente.
mi sono messo a pensare, del resto altro non mi pareva di poter fare essendo debilitato e stanchissimo.
viceversa corro a destra e a manca oppure "devo" leggere qualcosa, vedere un film ascoltare della musica
(ovviamente, prevengo l'obiezione, due cose contemporaneamente non riesco a farle).

devo dire che è stato piacevole.
nella frenesia, paradossalmente, sia delle ferie che del lavoro è facile essere vittima di automatismi e di ritmi troppo veloci per avere il tempo di farlo. quando si pensa poi vengono inevitabilmente fuori delle idee e, se ci sono, soluzioni ai problemi che ci assillano.
si fanno progetti, si immagina, si sogna.
in epoca di crisi economica e di risorse non disponibili, pensare è attività ecologica.
non vorrei però essere frainteso: non è questo un elogio del pensare e agire di conseguenza,
ma un invito a pensare e ripensare senza mai mettere in pratica le idee e i progetti sui quali si è riflettuto.
se infatti si procedesse all'azione si rientrerebbe nel circolo vizioso iniziale, con ansia di realizzare i propri pensati obiettivi.
quindi il segreto per vivere felici è non fare nulla.

venerdì, settembre 04, 2009

ciao riccardo

falsi miti e memoria

una frase di revelli chiarisce, indirettamente, più di molti trattati l'importanza del pluralismo: "E' nel confronto delle voci che i miti si ridimensionano, che i miti crollano." cfr pagina XXXII, il mondo dei vinti, nuto revelli

la raccolta di testimonianze che revelli fece negli anni 70 andando in giro per il piemonte è una lettura molto interessante specie in una fase storica, la nostra, dove il recupero del passato passa molto attraverso "i sapori" di un tempo (vedi sagre o l'enfasi sui prodotti tipici, e strapagati, di eataly) e molto meno sugli aspetti umani legati al passato.
un po' come quelli, io tra questi, che si fanno una religione a loro immagine e somiglianza e poi si dichiarano "cattolici".
quindi da una parte, anche se non possiamo non dirci cattolici..., per dirsi cattolici occorrerebbe rispettare i dettami della chiesa e, allo stesso modo, per
esaltare il passato bucolico occorrerebbe non trascurarne anche gli aspetti meno idilliaci. non so se il parallelismo regga, ma ormai l'ho scritto.

nonostante la memoria renda più dolci anche le esperienze più aspre, quello che emerge principalmente dai racconti dei contadini piemontesi registrati da revelli è la fatica immensa ("culo" si direbbe oggi) che si faceva a lavorare la terra e, quindi, a tirare a campare.
in un modo di poveracci c'era sicuramente più coesione sociale e meno invidia dell'altro ma "il si stava meglio una volta"...beh è difficile da sostenere oltre ad essere irritante per la sua infantile superficialità.
"fortunatamente" la crisi economica ci sta riportando tutti, o meglio la maggioranza, con le pezze al culo. chissà se ritroveremo la piacevolezza di questa dimensione comunitaria. bah, mi sembra difficile, siamo troppo corrotti. come sempre, io per primo.
se vogliamo questi sono anche i temi che vengono richiamati dal bellissimo telefilm - incredibile qsa di potabile e gratis in tv - andato in onda ieri sera su rai tre "survivors", un remake di un telefilm anni 70. in breve, una epidemia azzera (o quasi) la popolazione sulla terra (porterà sfiga in vista della pandemia suina di natale? tocchiamoci pure) e i sopravvissuti si devono dare un attimino da fare.
vabbè sto divagando. rimanendo nella divagazione televisiva, mi è anche piaciuto the mentalist in programmazione un paio di giorno or sono su Italia 1 (grazie silvio).
finalmente un canovaccio diverso dai recenti telefilm che basano la risoluzione dei crimini su prove scientifiche, invariabilmente con lo stesso schema, un po' come il buon dottor house. bello anche quest'ultimo...ma è sempre la stessa solfa!

per chi si dice cattolico ma non lo è e per chi è pigro e non ama leggere, la versione moderna e aggiornata, mutatis mutandis, dell'opera di revelli è online bancadellamemoria.it

giovedì, settembre 03, 2009

saper leggere tra le righe e ridere con poco

John Elkann dice, indignato, che il nonno non nascondeva "1" tesoretto all'estero...io l'ho trovato molto sincero!
"1"?

ieri sera alle 19.15 mi sono soffermato su rete 4 quando ho visto che c'era capezzone.
ho assistito ad uno scambio di battute esilarante tra il fede e il buon capezzone: una vera gara a chi la spara più grossa. uno scambio mellifluo di convenevoli e complimenti reciproci semplicemente imbarazzante.
il gioco a chi è più berlusconiano dell'altro.

capisco ancora fede, ma capezzone...perché lo fai?
si, va bene, posso immaginarlo...ma ne vale davvero la pena?
sei ancora giovane! chissà cosa direbbe pannella!

PS.: i filmati su youtube "capezzone fede" abbondano, credo sia ormai "un genere"
altro che fiorello a pagamento su sky...

mercoledì, settembre 02, 2009

perbenismo

è ora di finirla. siamo tutti pronti a puntare il dito contro questo e quello.
basta aprire un blog e sputare sentenze. siamo tutti bravi a sembrare bravi.
io farei così...io farei cosà.
poi quando veniamo toccati in prima persona diventiamo tutti leghisti!
diciamo le cose come stanno e addio buone maniere e frasi di circostanza.
ecco perché io non mi sento di condannare questo signore:

lunedì, agosto 31, 2009

buffo

l'attacco di feltri a boffo è inopportuno.
solo per le tempistiche.
mi sarebbe piaciuto leggere prima (anni prima) qualcosa in merito.
non per amore di gossip (anche se adoro il genere)
ma perché non se ne può più di chi predica - mi pare il termine e più appropriato in questo contesto - bene ma razzola male.
non mi interessano molto le vicende giudiziarie del direttore di "Avvenire", ma è nauseante e incoerente l'atteggiamento della Chiesa cattolica che da una parte è ferma nel condannare gli omosessuali dall'altra vede, riesce a vedere, in boffo il paladino dei suoi ideali!

PS.: l'altro giorno, spaparanzato sulla spiaggia, leggo su "La Stampa" che "un ministro" sostiene che berlusconi - nella sua magnanimità, aggiungo io...- potrebbe tranquillamente mettere fine a questa diatriba, lasciar perdere la querela a Repubblica (del resto, dico sempre io, non si fanno domande impertinenti!) ecc ma, essendo troppo incavolato, non lo farà.
benissimo. facciamo andar bene anche il princeps legibus solutus...
ma quello che trovo osceno è "un ministro"!!! ossia, come era specificato nell'articolo, questo onorevole signore ha rilasciato (o spifferato?) queste dichiarazioni ma ha poi voluto rimanere anonimo!!! delirio!!!
un ministro della repubblica italiana che parla come uno "scugnizzo" a cui la tv oscura il volto: fa la soffiata, ma pretende l'anonimato!
pazzesco. siamo la repubblica delle banane.
un ministro che pretende di rimanere ANONIMO!!!

giovedì, agosto 27, 2009

parole inutili, divertissement

sarebbe ridondante commentare la censura rai sul trailer di "videocracy",
è una decisione semplicemente fuori dal mondo (in stile bulgaria/romania anni '80) e l'hanno già detto in tanti.

è invece più divertente soffermarsi sulle peraltro trascurabilissime esternazioni del ct della nazionale marcello "uncolpoallabotteunoalcerchio" lippi, raccolte da klaus david, laddove dice che voterà le primarie PD ma poi aggiunge che berlusconi
è (ingiustamente) attaccato per questioni strumentali e, infine, strizza l'occhio al mondo ultrà criticando la "tessera dei tifosi".
aggiunge ovviamente il solito inutile commento sui gay.
un papocchio insomma di una persona che fa bene solo quando sta zitta.
al massimo può parlare a cannavaro e del piero che hanno più o meno lo stesso livello culturale.
senza voler offendere alex nazionale che la laurea, con cepu, l'avrà pur presa.

per un profilo più puntuale del tecnico suggerisco la lettura de "nel fango del dio pallone",
dove sono narrate le imprese del viareggino.
scrive, ad esempio, carlo petrini:
"E in caserma, più che esercitazioni militari, facevamo
allenamenti come se fossimo nel ritiro della squadra. In diciotto mesi,
feci la guardia due volte, insieme a Lippi. La facemmo con fucile,
elmetto e giberne, ma senza i pantaloni, in mutande: per divertirci
mostravamo l'uccello a un frocio che passava sempre davanti al portone
della caserma sperando di rimorchiare qualche bel giocatore in vena di
piaceri proibiti."

quindi nel mondo del calcio omosessuali non ce ne sono (almeno a sentir lippi), ma
nei pressi delle caserme pullulano.

ho smania invece di commentare le odierne rilevantissime dichiarazioni di buffon.
buffon: "a ottobre rischiai di lasciare la juve"
commento: e sticazzi?

la "mia" chicca della giornata però è questa, non fa riferimento all'oggi ma ad un "vecchio" capolavoro di fenoglio:
a pagina 120 de "un giorno di fuoco" (edizione garzanti che raccoglie anche altri racconti, collana "letture per le scuole medie", anno 1971 racconto "il padrone paga male")
laddove il commissario chiede al giovane partigiano
se avrebbe concesso sessualmente sua sorella ad ufficiale fascista
per attirare quest'ultimo in una trappola ed ucciderlo.
il partigiano risponde convinto: "io no"

la nota di guido bezzola è questa:
7 no: evidentemente il commissario avrebbe preferito un "sì" e avrebbe avuto ragione

"avrebbe avuto ragione"???
queste edizioni per le scuole medie sono fantastiche!
hanno una serie di note e didascalie assolutamente ridicole
come quelle dove ci si affretta a dire che l'uso di certe parole offensive (napoli, terrone, africano ecc) è
per rendere il linguaggio rozzo dei contadini delle langhe e non è certo il pensiero dell'autore.

fenoglio ebbe problemi a pubblicare i suoi scritti anche perché, lui che l'aveva effettivamente fatta,
parlava in modo non agiografico della resistenza. anche questa quindi è una lettura assolutamente consigliabile.
se poi avete la fortuna di beccare una edizione con note di guido bezzola, vi fate anche due risate (amare).
bezzola, ma vai a...

lunedì, agosto 24, 2009

Understatement

nei tanti giorni di riposo appena passati (ahimè!), nonostante il tempo libero a disposizione, non ho elaborato nessuna teoria e non ho compreso nulla di nuovo sulle cose del mondo. mi sono però convinto che i piedi siano la mia parte migliore.

pecunia non olet

ma anche "il fine giustifica i mezzi"...
però che tristezza!

daje andretta!

la querelle non è particolarmente originale: chi ha scritto i libri (nella fattispecie "io sono Dio") di giorgio faletti (vito catozzo)? boh
in sintesi eleonora andretta, traduttrice di professione, ha "sgamato" il faletti.
la spocchia e la volgarità del comico è assoluta,
ma l'andretta lo mette a tacere con estrema classe, senza scomporsi...con gli argomenti, incontrovertibili.
le dodici milioni di copie vendute non possono tappare la bocca...

giovedì, luglio 30, 2009

a grande richiesta


alcuni video viaggio di nozze 2009:
bora bora
fakarava
venice, LA
altri video USA 2008:
grand canyon
las vegas
ancora la magica las vegas

contraddizione in termini

Ma come fa Carraro ad essere nominato presidente della fondazione Onesti?
boh la notizia mi ha alquanto sorpreso.
l'altra sera ho invece provato il mio primo moto di simpatia nei confronti del Michael Schumacher.
incredibile, non l'avrei mai detto. è facile detestare i tedeschi (generalizzo ok, ma quanto sono ottusi?)...ma schumi mi stava proprio sulla palle, in modo particolare. credevo irreversibile. un arrogante. antipatico. al servizio di montezemolo, benché non richiesto, suppongo, intimamente gobbo. il suo ostinarsi a non parlare italiano mi irritava moltissimo.
sarà che sono vittima delle pellicole americane (rambo, rocky, the wrestler ma anche i nostri "trinità" e, di conseguenza, "continuavano a chiamarlo trinità") l'idea del vecchio campione che torna è la sceneggiatura già letta ma sempre coinvolgente.
tedesco vola!
se poi ti schianti meglio così...ci esce il filmone!
basta con i "lieto fine".

venerdì, luglio 24, 2009

pressapochismo

ho trovato divertente l'errore del giornalista paolo foschi sul giornale "il corriere della sera" di ieri, giovedì 23 luglio 2009.
non so se per disattenzione o se per ignoranza, in prima pagina, il nostro scriveva un articolo che iniziava così, con un virgolettato di SB (come è identificato nelle trascrizioni che riproducono in maniera non sempre fedele i dialoghi tra patrizia d'addario e il nostro premier):

"Ci sono in giro un sacco di belle figliole. Non sono un santo. Lo avete capito tutti speriamo lo capiscano anche quelli di Repubblica...": Silvio Berlusconi ha deciso di scherzare così sul caso delle escort a Palazzo Chigi durante la cerimonia di apertura dei lavori dell'autostrada Brescia-Bergamo-Milano.

in realtà i festini si sono tenuti, ormai è pacifico, a palazzo grazioli, residenza privata di silvio berlusconi e non a palazzo chigi...semplicemente la sede del governo italiano!
la residenza privata del presidente, mi è capitato di leggere, è si equiparata a residenza di stato, ma anche in questo caso la differenza mi sembra mastodontica.
la gaffe di foschi è davvero enorme.

giovedì, luglio 23, 2009

adesso che saprei cosa dire

anch'io essendo un somaro, verso i 13-14 anni, mi sono avvalso di insegnanti di supporto per avere ripetizioni di greco e latino.
quella di greco aveva 90 anni. una carampana.
quella di latino era davvero carina e ne avrà avuti 24-25. da amare.

quando ero giovincello nei miei sogni erotici rientravano tutte le attrici viste nei film spazzatura, l'insegnante di ripetizioni (solo quella di latino), la zia, la cugina, la commessa del negozio di tessuti, la vicina ecc ecc (no...gli animali sono arrivati dopo)
se fossi riuscito a concretizzare le mie fantasie erotiche oggi sarei (ancora) peggiore?
non credo. è invece questo che sostengono gli psicologi.
il ragazzino rimane turbato...invece con le seghe si cresce bene?
non credo. io ad esempio non sono cieco ma ho iniziato a mettere gli occhiali.

ai miei tempi non esisteva né il cellulare né l'indirizzo di posta elettronica (si stava troppo bene) e quindi mia madre non avrebbe mai potuto scoprire l'eventuale tresca analizzando i miei sms come è successo recentemente ad un giovincello milanese che si è trombato l'insegnate trentenne che gli dava ripetizioni. un sogno che diventa realtà. bellissimo.

anch'io non sono un santo - solidarietà a silvio! -
e so per certo che se mia madre avesse interferito nella mia vita in modo analogo a quanto fatto dall'apprensiva, bacchettona (stronza!) madre milanese oggi sarei sicuramente un ugoy peggiore!

ma cristo! ma farsi i cazzi propri!!!

non ci posso credere: il ragazzino colto in fallo (ops) avrà sognato con tutte le sue forze di ingropparsi l'insegnante.
ci riesce!!! e tu, mamma (matrigna!), cosa fai???
tua madre la denuncia!!!

indignamoci! e il padre dove cazzo era?
almeno lui una parola giusta, alla moglie, la poteva dire: "su cara...ma vaffanculo!"