mercoledì, dicembre 19, 2012

De origine et situ Germanorum

Il breve scritto di Publio Cornelio Tacito "La Germania" è una chicca.
Tanto breve quanto significativo.
Lo scopo principale era contrapporre alcuni aspetti positivi delle popolazioni nordiche (vita dura e ribelle, coraggiosi e con pochi fronzoli) alla dilangante corruzione e  mollezza che si respirava nella capitale.
Fatte le debite proporzioni, è evidente che, benchè siano passati poco meno di 2000 anni, da allora è cambiato poco. Si parla alla nuora perchè suocera intenda.
Questa è la riflessione che si legge oggi su "La Stampa" nella pagina della cultura, a presentazione del saggio "Un libro molto pericoloso. La «Germania» di Tacito dall'impero romano al Terzo Reich" di Christopher Krebs.
Quello che volevo sottolineare qui, rileggendo Tacito, è  un altro aspetto, legato al metodo, ossia la deontologia professionale di chi scrive. Mi riallaccio all'epilogo del trattato laddove specifica che, non avendo verificato una notizia (su ellusii e ossioni), semplicemente non si esprime.
Che bello!
In un mondo dove tutti scrivono (e parlano) a vanvera, una persona che afferma a chiare lettere che non può parlare di qualcosa che non conosce!
Quanti social network chiuderebbero? Quanti "sms" in meno? quanta paccottiglia (in libreria, in edicola, in Tv o in rete...alla radio anche!) risparmiata?

Ecco cosa dice Tacito, potrebbe essere uno slogan o un manifesto:
"Cetera iam fabulosa: Hellusios et Oxionas ora hominum voltusquecorpora atqueartus ferarum gerere: quod ego ut incompertum in medio relinquam."

Invece di limitarsi a commenti banali e a ri-tweettare notizie non verificate: risalire alle fonti (e farsi una idea con la propria testa! possibilmente).

unico

il piacere della rarità...
(anobii.com)

martedì, ottobre 09, 2012

bella novità!

non so da quando ma finalmente su http://www.libreriauniversitaria.it/ sono visibili le recensioni dei libri fatte dai lettori.
fino ad oggi per acquisto di un libro mi basavo su IBS (poche recensioni ma attendibili) e/o anobii (troppe, troppo lunghe e spesso autoreferenziali)...che abbia trovato la terza via?
 Noto prerò "troppe" recensioni positive indipendentemente dal testo selezionato...male male! 

Come si fa a non stroncare "Il profumo delle foglie di limone"?
confronta recensioni:
libreriauniversitaria.it
IBS
anobii

The “busy” trap

"Se vivete negli Stati Uniti del ventunesimo secolo, avrete già sentito un sacco di gente dirvi che ha da fare. È diventata la risposta standard ogni volta che chiedi a qualcuno come va: “Ho da fare”, “Ho un gran da fare.” “Ho troppo da fare.” È chiaramente un’ostentazione mascherata da lamentela. In realtà significa
“Mica male come problema”, oppure “Meglio del contrario”. Fateci caso: di solito chi si lamenta del troppo da fare non è gente che fa mucchi di turni in reparto di terapia intensiva o fa la spola fra tre impieghi a salario minimo. Quelli non hanno troppo da fare: quelli sono stanchi. Sfiniti. Non stanno in piedi. No, a farlo sono quasi sempre delle persone che tutto il loro da fare, molto semplicemente, se lo impongono: si tratta sempre di lavori e di obblighi che hanno assunto volontariamente, di corsi e attività a cui i figli partecipano dopo essere stati “incoraggiati” a farlo.

Sono indaffarati a causa della loro stessa ambizione, del loro slancio o dell’ansia, perché sono dipendenti dall’iperattività e terrorizzati da ciò che dovrebbero fronteggiare in sua assenza. Quasi tutti quelli che conosco sono straindaffarati. Quando non lavorano, o non fanno qualcosa per promuovere il loro lavoro, provano ansia e senso di colpa.

Infilano nelle loro tabelle di marcia il tempo con gli amici, come certi studenti con la media bassa fanno in modo di mettere in curriculum qualche ora di lavori socialmente utili perché fa bella figura sulle domande per l’università.

Qualche giorno fa ho scritto a un amico chiedendogli se questa settimana gli andava di fare qualcosa. Mi ha risposto che non aveva molto tempo, ma se saltava fuori qualcosa di farglielo sapere, che magari si prendeva qualche ora dal lavoro. Ho avuto la tentazione di specificargli che la mia domanda non era un preavviso in vista di un futuro invito: la mia domanda era l’invito. Ma il suo da fare era come un fortissimo rumore continuo al di sopra del quale lui mi gridava le cose, e alla fine ho rinunciato a strillare per farmi sentire a mia volta.

Perfino i bambini, oggi, hanno sempre da fare, con giornate organizzate fin nelle mezz’ore, tra corsi e attività extrascolastiche. Arrivano a casa a fine giornata stanchi come gli adulti.Io appartengo a una generazione di mezzo, e ogni pomeriggio avevo tre ore di tempo totalmente disorganizzato e quasi sempre libero da controlli che usavo per fare qualsiasi cosa: sfogliare l’enciclopedia, creare filmini d’animazione, girare con gli amici per i boschi

lanciandosi zolle di terra negli occhi, tutte cose dalle quali ho ricavato capacità e informazioni importanti, che ancora oggi rimangono preziose. Quelle ore di libertà sono diventate il modello di come avrei voluto vivere il resto della mia vita. L’isteria di oggi non è una condizione della vita necessaria né inevitabile. È una cosa che ci siamo scelti, anche solo accettandola.

Qualche tempo fa ho parlato su Skype con un’amica che ha lasciato la città per gli affitti troppo alti, e che adesso vive in una residenza per artisti in un paesino nel sud della Francia. Dice di essere felice e rilassata per la prima volta dopo anni. Lavora, sia chiaro, ma il lavoro non le consuma l’intera giornata e il cervello. Dice che le sembra di essere tornata all’università: ha un giro di amici che si ritrovano al bar tutte le sere. Ha di nuovo un fidanzato (una volta mi aveva così riassunto, con mestizia, la questione delle relazioni a New York: “Hanno tutti troppo da fare e credono tutti di poter fare di più”). Lei credeva che la sua personalità – frenetica, nervosa, ansiosa e triste – fosse l’effetto di una deformazione imposta dall’ambiente. Ma nessuno di noi vuole vivere in questo modo, non più di quanto uno voglia trovarsi in un ingorgo stradale o farsi calpestare dalla folla di uno stadio, o subire i crudeli responsabili delle scuole superiori: è una cosa che ci costringiamo a fare collettivamente e vicendevolmente.

Essere indaffarati funziona come una sorta di rassicurazione esistenziale, di barriera contro il senso di vuoto: è chiaro che la nostra vita non può essere insulsa o banale o priva di senso se siamo sempre così indaffarati, pieni di impegni, richiesti a ogni ora del giorno.

Una volta conoscevo una ragazza che faceva uno stage nella redazione di una rivista. Durante la pausa pranzo non le permettevano di uscire, nel caso avessero avuto urgente bisogno di lei. Parliamo di una rivista di programmi televisivi, la cui esistenza è diventata inutile nell’istante in cui sui telecomandi è comparso il tasto “menù”, ed è quindi difficile interpretare una simile pretesa di indispensabilità come qualcosa di più di una forma di autoinganno istituzionalizzato.

Oggi, un numero crescente di persone non fa più nulla di tangibile.

Forse tutto questo nostro istrionico sfinimento è solo un modo per dissimulare il fatto che controlli che quel che facciamo, in buona parte, non ha la minima importanza.

Io non sono indaffarato. Sono l’ambizioso più pigro che conosco.

Come molti di quelli che scrivono, anch’io sento di non meritare di vivere quando per un giorno non scrivo, ma penso anche che quattro o cinque ore siano sufficienti per guadagnarmi un altro giorno di permanenza sul pianeta.

Nelle migliori giornate normali della mia vita, al mattino scrivo, al pomeriggio vado a fare un lungo giro in bicicletta e le commissioni, e alla sera vedo gli amici, leggo o guardo un film.

A me questo sembra un ritmo sano e piacevole. E se mi chiamate chiedendomi se ho voglia di lasciar perdere il lavoro e andare a visitare la nuova ala americana del Metropolitan, o a guardare le ragazze a Central Park, o semplicemente a bere cocktail rosa con un retrogusto di menta per tutto il giorno, io vi risponderò: “a che ora?”.

Negli ultimi mesi, però, a causa di una serie di obblighi professionali ho pericolosamente cominciato a essere indaffarato anch’io.

Per la prima volta ho potuto dire agli altri, e senza mettermi a ridere, che avevo “troppo da fare” per andare in un certo posto o fare quello che mi si chiedeva. E ho capito perché alla gente questo tipo di lamentela piace: ti fa sentire importante, richiesto e sfruttato.

Solo che io detesto essere indaffarato davvero. Ogni mattina avevo la posta piena di email in cui mi si chiedeva di fare cose che non volevo fare o mi si presentavano problemi che dovevo risolvere. la situazione si è fatta sempre più insopportabile, fino a quando un giorno sono fuggito nella località segreta da cui vi scrivo.

Qui di obblighi quasi non ne esistono. Non c’è la televisione. Per controllare la posta elettronica devo prendere la macchina e andare in biblioteca. Passo anche una settimana intera senza vedere nessuno che conosco. Mi sono ricordato dell’esistenza dei ranuncoli, delle cimici e delle stelle. Leggo. E mi sono rimesso a scrivere sul serio per la prima volta dopo mesi.

È difficile trovare qualcosa da dire sulla vita se non ci si immerge nel mondo, ma è altrettanto impossibile capire di cosa potrebbe trattarsi, o come meglio dirlo, se poi non si fugge.

L’ozio non è solo una vacanza, un’indulgenza o un vizio: è indispensabile al cervello come la vitamina D al corpo, e in sua assenza viviamo una sofferenza mentale deformante come il rachitismo.Lo spazio e il silenzio offerti dall’ozio sono una condizione necessaria per fare un passo indietro e osservare la vita nella sua interezza, effettuare connessioni inaspettate e attendere il repentino lampo estivo dell’ispirazione. Paradossalmente, è necessario se si vuole combinare qualcosa. “L’indolente sognare è spesso l’essenza di ciò che facciamo”, scriveva Thomas Pynchon nel suo saggio sull’accidia. L’eureka di Archimede nella vasca da bagno, la mela di Newton, Jekyll e Hyde: la storia è piena di aneddoti in cui l’ispirazione arriva nei momenti di ozio e in sogno.

Viene quasi da chiedersi se le più grandi idee, invenzioni e capolavori non sono merito dei fannulloni, perdigiorno e scansafatiche più che degli stacanovisti.

“L’obiettivo del futuro è la piena disoccupazione, così che tutti possano giocare. Ecco perché è necessario distruggere l’attuale sistema politico-economico”. Può sembrare il proclama di un anarchico armato di canne, ma in realtà sono parole di Arthur C. Clarke, che tra un’immersione in mare e una partita a flipper trovò il tempo di scrivere Le guide del tramonto e concepire i satelliti per le telecomunicazioni.

Il mio vecchio collega Ted Rall ha da poco scritto un editoriale in cui propone di separare il reddito dal lavoro, dando a tutti i cittadini uno stipendio garantito, il che suona esattamente come il genere di idea assurda che tra un secolo verrà considerata un diritto umano fondamentale, come l’abolizione della schiavitù, il suffragio universale e la giornata lavorativa di otto ore.

Furono i puritani a trasformare il lavoro in virtù, evidentemente scordandosi che Dio l’aveva inventato come punizione.

Forse il mondo andrebbe rapidamente a rotoli se tutti si comportassero come me. Ma mi sento di ipotizzare che una vita umana ideale si collochi da qualche parte tra la mia proterva indolenza e il corri corri frenetico del resto del mondo.

Il mio ruolo è semplicemente quello di cattivo esempio: sono il ragazzino che fuori dalla finestra dell’aula fa le smorfie a te seduto al banco, invitandoti, solo per stavolta, a inventare una scusa e venire qui fuori a giocare.

Nel mio caso, quest’incrollabile indolenza è più un lusso che una virtù, ma è vero che ho preso la decisione, molto tempo fa, di privilegiare il tempo rispetto al denaro, perché ho sempre avuto chiaro che il miglior modo d’investire il mio tempo limitato sulla terra è trascorrerlo con le persone che amo.

È possibile che sul letto di morte io mi penta di tutto il lavoro non fatto, e di non aver detto tutto quello che avevo da dire, ma in realtà penso che il mio vero rimpianto sarà quello di non potermi più fare un’altra birra con Chris, un’altra lunga chiacchierata con Megan, o un’ultima grassa risata con Boyd.

La vita è troppo breve per darsi davvero da fare". - mc

TIM KREIDER è un giornalista e fumettista statunitense. Questo articolo è uscito sul New York Times con il titolo The “busy” trap.

tratto da:
Internazionale n. 959

Elementare, Watson!

al centro...

un passo indietro

Silvio, l'Italia ti chiede di fare un passo indietro...

mercoledì, ottobre 03, 2012

Amore, rete e stati uniti

Anobii - che Dio lo benedica - tra i suoi tanti meriti "diretti" ne ha anche un altro "indiretto", ti permette di riflettere.
attività che in effetti già svolgevo,
ma che è stata potenziata con i dati reperiti dal sito, dati che posso analizzare da punti di vista diversi dal solito.
l'opera immane che ho iniziato da un po', il caricamento di tutti i miei libri cartacei (...a caricare quelli digitali ho rinunciato non potendo utilizzare il caricamento massivo previsto), mi ha aperto nuovi scenari interpretativi.

purtroppo le ultime versioni della APP anobii per smartphone sono decisamente peggiorative rispetto alle precedenti: non si hanno dati attendibili sullo stato della propria libreria e non si leggono, benché esistenti, le recensioni degli altri lettori.

riflettendo, la cosa curiosa, benché banalmente fisiologica, che mi è saltata all'occhio è il cambiamento di gusti e di letture nel corso degli ultimi vent'anni (o meglio 25).
l'evento più rilevante è la scoperta degli americani (i viaggi negli USA hanno aiutato, indubbiamente).
Un tempo bistrattati, un po' per ideologia un po', credo, per influenza del classico che i classici nostrani inevitabilmente spinge.

E poi ci sono i gusti personali...ma quanto tempo perso dietro a letture che oggi mi paiono così inutili!!!
Prendi in mano un libro improbabile per caricarlo su anobii e ti rendi conto, dalla personale codifica vergata a mano sul volume, che l'hai letto!
Non te lo ricordi più...e mai diresti di essertelo sorbito.

Adesso il tempo è poco per leggere e mi coglie l'ansia di non riuscire a "scandagliare" tante opere che meriterebbero letture e riletture.
voglio essere esodato!
e dedicarmi solo più a colmare questa lacuna e, in primis, ad amare la mia bimba.

ieri pomeriggio ero intento nella solita caccia al tesoro - il reperire libri fuori catalogo di autori che amo cercandoli nei mercatini dell'usato - ed ho osservato una scena che spero di poter vivere tra qualche anno: padre e figlio adolescente intenti nella mia stessa, al momento solitaria, operazione di ricerca.

alla mia bimba vorrei regalare questa passione unitamente all'imprescindibile amore per il toro...un modo quest'ultimo per sperare di poterla legare - con un filo più o meno esile e non certo in modo oppressivo o malsano - a me, per sempre. Fra cinquant'anni sentirla e dirle: "Gio', hai visto come abbiam giocato bene ieri?"

inutile nasconderlo

dopo 3 giorni da atalanta-torino (1-5) sono ancora qui che godo.

che bambinone...

lunedì, ottobre 01, 2012

Spam

ricevo e pubblico:
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Gentile Cliente,
  A causa del nostro recente aggiornamento sui nostri server e necessario aggiornare i vostri dati.
Le alleghiamo la documentazione necessaria per fare l'aggiornamento.
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Questa e-mail e` stata inviata all'indirizzo di posta elettronica da te indicato al momento dell'iscrizione al sito CartaSi.
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I migliori saluti,
Servizio Clienti CartaSi
.................................................................................
 
Mi fanno quasi tenerezza questi truffatori maldestri.
Riescono, in sole tre righe, a rivolgersi al sottoscritto utilizzando il "voi", il "lei" e il "tu".
Ecchecazzo! Un po' di coernza!

giovedì, settembre 06, 2012

100% giorgia

innamorato matto di lei... 


nb.: la foto è stata scattata della mamma...

apologia di del piero

non avrei mai immaginato di poterla fare, ma la lettura dell'articolo odierno di marco ansaldo ("del piero, era meglio chiudere col calcio") mi ha spinto a fare una breve e mal articolata - non ci sono avvezzo - difesa del giocatore simbolo della gobba.

il contesto è noto: la dirigenza della juve (andrea agnelli in testa)
lo scorso hanno ha dato il benservito al numero 10.
avrebbe potuto gestire con maggior classe la situazione, ma lo stile juve è una balla epocale ergo non lo citerei neanche.
tifoseria (Estiqaatsi?) e giocatore non l'han presa bene.

del piero, da apprezzare in questo caso, non ha fatto polemiche.
oggi la moglie rilascia una intervista dove però traspare l'amarezza, normale.

la bugiarda, più realista del re, risponde con questo pezzo assurdo di ansaldo.
come allo stesso modo lo erano i panegirici scritti fino a ieri.

quando si scrive un pezzo, si possono fare delle ipotesi, certo, ma se sei un "giornalista" è meglio che tu citi fonte e/o dica le cose chiare, ti attenga ai fatti, se li conosci li riassumi per il lettore, teoricamente il tuo padrone per dirla con l'indro.
ansaldo si lancia invece in una serie di supposizoni e commenti gratuitamente malevoli (esempi: "’idea bizzarra di calpestare il pianeta rovesciato non troviamo nella sua scelta niente di coraggioso nè avventuroso",  "è difficile unirsi all’entusiasmo scatenato attorno al del piero calciatore", "triste finale", "Sinceramente non crediamo alla favola che ci sia stata, fuori dagli uffici di del piero, la coda universale di club in attesa del suo assenso." ecc), lasciandosi andare a considerazioni personali che, credo, non interessano molto ad alcuno.

a sydney ci sono stato. è un altro mondo. interessantissimo. già solo per questo si potrebbe essere entuasisti di questa nuova avventura. sicuramente là il calcio fa ridere ma perchè privarsi di due anni di gioco (chi si avvinica a chiudere con qualcosa che l'ha divertit molto fa fatica a farlo...come, fatte le debite proporzioni, faccio anch'io con l'arbitraggio) ben remunerato?
è poi evidente - è questa una ipotesi che si poteva fare essendo semplice semplice - che non sono certo i soldi che l'hanno spinto alla scelta: avrebbe sicuramente potuto monetizzare ancor meglio in cina o in arabia (vedi il recento espatrio di quel pirla di lippi...anche in questo caso comunque si può parlare di "scelta di vita" che sfido chiunque a non trovare stimolante. se poi uno preferisce stare 8 ore di fronte a un PC in corso tazzoli beh cazzi suoi!).

questo articolo, unitamente al "buongiorno" di gramellini (arriva ad elogiare se stesso! pazzesco: pessimo gusto vedi "lezioni di vita") mi fanno capire meglio quanto io sia masochista. granata fino al midollo quindi.
è carta strtaccia, ma ogni mattina la leggo...

in bocca al lupo del piè!
(così, tra le altre cose, non ci stai sui coglioni qui a Torino)

mercoledì, luglio 25, 2012

Prima elementare

A settembre ci sarà inserimento di Giorgia all'asilo nido.
Sono emozionatissimo, come non mi capitava di esserlo da un bel po'.
Io all'asilo non ci andai e credo che quell'esperienza non vissuta un po' mi mancò, specie nel confronto con gli altri bambini che l'avevano fatta.

Per fortuna l'impatto con le "istuzioni", benchè posticipato, fu buono lo stesso.
Grazie a queste persone:


purtroppo, davvero troppo troppo presto, alcune non ci sono più

 nota: in calce un impagabile "foto flesch" (sic)

giovedì, luglio 19, 2012

quaranta

A 40 anni è giusto fare qualche considerazione sul passato. non parlo di veri e propri bilanci, ma di riflessioni. tornassi indietro, pur non avendo particolari motivi per dolermene, ecco però, laddove la vita fa le sue giravolte, dove ha i suoi snodi, proprio lì, dicevo, darei piu' importanza, dovendo fare delle scelte, al seno.

lunedì, luglio 16, 2012

Nativa digitale

Tra qualche giorno il mio amore compirà un anno.
Da qualche settimana ha compreso che, utilizzando un ditino, può far scorrere le immagini che appaiono sullo smartphone di mamma e papà e quando mi strappa - sempre - il telecomando di mano, per imitazione, lo direziona verso il televisore e schiaccia i bottoni (a caso ovviamente)!

Ieri ha preso una matita e ha iniziato a tirare righe su un foglio!
E' inutile dire che sono estremamente orgoglioso di lei e la adoro senza ritegno.

  

giovedì, luglio 12, 2012

incazzature

la frase che più odio sentire ogni santa mattina alla radio è: "traffico in via di intensificazione nei pressi delle grandi città". Ma va? pensavo che dimunisse nelle ore di punta e scoppiasse alle 4 di notte.
a seguire altra frase irritante è quella sul carissimo segretario PD: "bersani si irrita"
mi chiedo: ma quand'è che si incazza?
e di motivi per farlo ce ne sarebbero.
mi frega poco che tu dica "non siamo d'accordo sui tagli alla sanità".
è populismo allo stato puro. se non sei d'accordo, benchè all'opposizione, devi agire.
è troppo facile limitarsi alla critica sterile e, de facto, mettercelo nel culo.
è questo il suo limite alla fine: sta lì, nel mezzo. anzi peggio: si lascia fare ad altri il lavoro sporco.
come è stato fatto in regione per la legge che smembra il CSI-Piemonte: a cose fatte il PD dice di non essere d'accordo!
E NO!!! Di nuovo troppo facile!
Non ci si può defilare, nascondere, non fare un beneamato cazzo e poi prendere il microfono al TG3 per fare la bella figura, disapprovando! Disapprovi cosa? Ma andate a cagare.

lunedì, luglio 09, 2012

odio lo stress

La sfida personale nel futuro prossimo è cercare di lavorare sulla mia "vulnerabilità".
Un concetto che il giovane non considera. Evidentemente la recente paternità mi ha maturato. Finalmente.
Ho così scoperto una serie di ansie che non potevo immaginare di avere, anzi che non immaginavo proprio di avere.
Sono molto apprensivo nei confronti della mia principessina e, entrato in questo mood, credo purtroppo di aver aumentato il mio livello di preoccupazione anche per una marea di altri piccoli dettagli che vorrei gestire nella vita di tutti i giorni. Forse spesso inutilmente e con una maniacalità che stupisce persino me!

Ecco vorrei lavorare su un distacco maggiore verso queste quisquilie (spesso vere e proprie cazzate) che però mi turbano rendendomi di fatto vulnerabile...sensazione che non avevo provato frequentemente in passato) e concentrarmi solo sui problemi veri, ossia distingure meglio le cose dando le giuste priorità.
Sicuramente la stanchezza nel seguire tante cose, a lavoro e a casa, con attenzione mi rende suscettibile e nervoso.
Da qui il post: a scriverlo, questo proposito, sembra molto banale...altro è metterlo in pratica.
Almeno una volta fissatro per iscritto potrò ricordamene: ma mi devo applicare!


venerdì, giugno 22, 2012

Io voglio



"Je veux"
Donnez moi une suite au Ritz, je n'en veux pas!Des bijoux de chez Chanel, je n'en veux pas!
Donnez moi une limousine, j'en ferais quoi? papalapapapala
Offrez moi du personnel, j'en ferais quoi?
Un manoir a Neufchatel, ce n'est pas pour moi.
Offrez moi la Tour Eiffel, j'en ferais quoi? papalapapapala

Je Veux d'l'amour, d'la joie, de la bonne humeur, ce n'est pas votre argent qui f'ra mon bonheur, moi j'veux crever la main sur le coeur papalapapapala allons ensemble, découvrir ma liberté, oubliez donc tous vos clichés, bienvenue dans ma réalité.

J'en ai marre de vos bonnes manières, c'est trop pour moi!
Moi je mange avec les mains et j'suis comme ça!
J'parle fort et je suis franche, excusez moi!
Finie l'hypocrisie moi j'me casse de là!
J'en ai marre des langues de bois!
Regardez moi, toute manière j'vous en veux pas et j'suis comme çaaaaaaa (j'suis comme çaaa) papalapapapala

Je Veux d'l'amour, d'la joie, de la bonne humeur, ce n'est pas votre argent qui f'ra mon bonheur, moi j'veux crever la main sur le coeur papalapapapala Allons ensemble découvrir ma liberté, oubliez donc tous vos clichés, bienvenue dans ma réalité!

Traduzione:
Datemi una suite al Ritz, non la voglio! Gioielli di Chanel, non li voglio!
Datemi una limousine, per fare cosa? papalapapapala
Dammi il personale, per fare cosa?
Un maniero a Neufchatel, questo non fa per me.
Dammi la Torre Eiffel, per fare cosa? papalapapapala
Voglio Amore, gioia, buon umore, i vostri soldi non fanno la mia felicità, voglio morire con la mano sul cuore papalapapapala vanno di pari passo, trovare la mia libertà e così dimenticare tutti i vostri stereotipi, benvenuti nella mia realtà.

Sono stanca della vostra buona educazione, è troppo per me!
Io mangio con le mani, io sono così!
Sto parlando molto e sono sincera, mi scusi!
Nessuna ipocrisia più, mi sono rotta!
Sono stanca delle lingue di legno!
Guardami, in tutti i modi senza alcun rancore, io sono fatta così (io sono fatta così) papalapapapala

Voglio Amore, gioia, buon umore, i vostri soldi non fanno la mia felicità, voglio morire con la mano sul cuore papalapapapala vanno di pari passo, trovare la mia libertà e così dimenticare tutti i vostri stereotipi, benvenuti nella mia realtà.

giovedì, giugno 21, 2012

tentazioni grilline

Mack dice a Roscoe "Ciccione" Arbuckle "a Hollywood non puoi fidarti di nessuno, per cui rilassati" (pagina 173 "Io, Ciccione" di Jerry Stahl).


In parlamento invece, quando si parla di lestofanti, puoi fidarti del PDL.

Ieri ennesima dimostrazione: si vota per arresto di Lusi.
Cosa fanno gli "avversari" del PD?
abbandonano l'aula!

Ogni volta che si chiede autorizzazione a procedere contro chicchessia, bella coerenza, fanno così.
Nessuna logica garantista, beninteso; la linea guida è in realtà determinata dalla volontà di tutelare preventivamente e direi storicamente il boss, il loro datore di lavoro sempre, in ogni caso.
In breve si fa capire che ieri, oggi e, soprattutto, domani sarà sempre un voto avverso a mettere al gabbio un politico.
"Noi facciamo così" fa capire il partito-azienda e, implicitamente, si richiede agli altri partiti di fare lo stesso.

...mi prude la mano destra: con tutte le sue contraddizioni,
la tentazione Grillo si fa sempre più forte.

martedì, giugno 19, 2012

villa della regina

Da non perdere una visita alla villa della regina di bordighera.
Cosa non si potrà più scordare?
la terrazza panoramica!


fotoritocco

Patetico "fotoritocco" uscito ad inizio maggio su "La Stampa".
Come si può apprezzare dalle immagini presenti sugli smartphone tutte con sfondi evidentemente diversi dall'immagine pubblicata.
Come sempre, busiardi.


le scarpe di giorgia

venerdì, giugno 15, 2012

buffoni e stelline

sono stato ripreso da alcuni amici per la mia spiccata - e stucchevole - anti-juventinità.
è vero, sono noioso e ripetitivo. io stesso mi digerisco a fatica.
 ma credo che caratteristica principale del tifoso granata debba essere un odio senza distinguo verso la goeba.

all'indiano al quale l'uomo bianco ha tolto tutto cosa vuoi dire se manifesta il suo odio viscerale?
è in una riserva, la libertà è ormai incocepibile per lui, non recuperabile, il suo mondo è finito, gli rimane quel sentimento che denota orgoglio e coscienza.
allo stesso modo, qui a torino, la famiglia agnelli e le istituzioni ci hanno messo nell'angolo.
va bene. però lasciateci almeno la libertà di non accettarlo supinamente!
ci crogioliamo e ne facciamo un vanto, della sconfitta!

fortunatamente motivi che rinfocolano il mio odio non mancano mai.
due settimane fa buffon raccontava che non bisognava fare le verginelle, "meglio due feriti che un morto" ecc insomma che certi risultati sul campo ci stanno (perchè farsi male?).
 Adesso ha cambiato idea: la spagna deve vincere con la croazia per via della sportività del blasone ecc e questo buffone deve essere capitano della nazionale italiana (per la quale non riesco a fare il tifo vedendo la gentaglia che vi milita: bonucci, chiellini, buffon ecc)?
 ma che se vada a fare in culo lui e l'altro ignorante di nome cassano.

ci si sbaglia per difetto quando si dice che il calciatore non deve parlare di null'altro che non sia il calcio (cassano avrebbe evitato la solita figura barbina con le sue dichiarazioni omofobiche frettolosamente e pateticamente smentite subito dopo): il calciatore non deve parlare di nulla! deve giocare e basta!

ultima chicca i manifesti che, copiosi, sono comparsi in città: 


ste cazzo di stelle proprio non riescono a sbolognarle!
adesso sono in saldo!
ma andate a cagare (bis), per favore!

giovedì, giugno 14, 2012

deutschland


i tedeschi - a ben riflettere ed epidermicamente - mi stanno enormente sulle palle.
ma non è bene generalizzare.
c'è il tedesco buono e quello cattivo.
questo qui era buono come il pane...

venerdì, giugno 08, 2012

giovedì, maggio 31, 2012

iperfurbi

Essendomi già capitato in passato, in altro centro commerciale (a settimo), devo ipotizzare che la tecnica, banale, di alzare il prezzo e poi applicarvi uno sconto in percentuale sia prassi abituale nella grande distribuzione.

sinceramente, essendomi sempre trovato bene alla coop, per prodotti e servizio, ne sono rimasto un po' deluso.

come documentato dalla fotografia scattata ieri presso centro commerciale ipercoop di ciriè, si può apprezzare il giochino:

il prezzo reale era di 219 eurini
alzato artificiosamente a 229 e poi, teoricamente, scontato del 13% con un prezzo finale pari a 199 euro.

a pensar male, come diceva il gobbo, si fa peccato ma non si sbaglia.

mercoledì, maggio 30, 2012

Petizione CSI-Piemonte pubblico e unito!

Il post precedente si chiamava "prospettive" e il tema era ben diverso...

Qui invece si rischia di non averne più di prospettive.
Pubblico quindi l'invito, già mandato a i miei "contatti" via e-mail,
e chiedo a tutti  i lettori di firmare la petizione
sicuro della serietà e bontà del mio lavoro e di quello dei miei colleghi
nella stragrande maggioranza appassionati alla propria attività lavorativa,
come lo sono io.

..............................................................................................................
Ciao,
all'indirizzo  http://www.petizionepubblica.it/PeticaoListaSignatarios.aspx?pi=csiunito è presente la
petizione per un "CSI-Piemonte pubblico e unito", onde evitare "spezzatini" e il cambiamento delle finalità del Consorzio
nel quale lavoro.

cosa fa il CSI? vedi http://it.wikipedia.org/wiki/CSI-Piemonte

Ringrazio in anticipo per il sostegno,
UG
.................................................................................................................

a presidio di un'idea!



la petizione:

A:Pubblica Amministrazione del Piemonte

Per il futuro del CSI Piemonte.

Il CSI Piemonte, consorzio informatico pubblico fra Regione, Province, Atenei, Comune di Torino e altri 90 soggetti territoriali della nostra Regione, è la prima realtà piemontese del settore ICT. Occupa 1200 dipendenti e le attività dell'indotto coinvolgono aziende con centinaia di addetti. Oltre ad operare direttamente per la gestione e lo sviluppo del sistema informativo degli Enti consorziati è impegnato a coinvolgere le aziende piemontesi in progetti ICT a livello nazionale ed internazionale.
Il CSI realizza direttamente progetti di sviluppo e gestisce con suoi dipendenti tutti i sistemi informativi degli enti consorziati arrivando per questo ad avere un positivo rapporto continuativo di fiducia con gli utenti della Pubblica Amministrazione.
Da più di due anni la politica si interroga sul futuro del CSI.
I lavoratori del CSI hanno chiesto sin dall’inizio la predisposizione di un piano industriale, ma nulla è stato fatto dai responsabili politici, per rendere meno nebuloso il futuro del CSI. Invece di chiedersi come utilizzare al meglio il Consorzio pubblico per la gestione del sistema informativo degli enti piemontesi, alcuni politici hanno deciso di farlo diventare una Società per Azioni per poi svenderne ai privati le parti più appetibili (come ad esempio la Sanità e la gestione delle infrastrutture tecnologiche).
Riteniamo che, lavorando per tutti gli enti consorziati, le risorse necessarie per progredire ci siano. Crediamo inoltre che il CSI debba essere rafforzato nel suo ruolo di soggetto tecnico di coordinamento per garantire la congruenza del sistema informativo della Regione e degli altri enti. Per questi motivi il CSI deve rimanere UNITO e PUBBLICO.

I firmatari