mercoledì, luglio 19, 2017

AB OVO

Mi presento allo sportello, dico come mi chiamo, preciso, come tradizione, "si scrive con la Y"...e, forse per la prima volta in vita mia, il tipo non pare "sorpreso" dal nome poco comune e anzi mi fa: "ha parenti a Lusignè?"
Rimango spiazzato io questa volta, di solito mi chiedono impanicati che lettera sia la "Y" e, di solito, la sbagliano.
Come quella, oltraggio estremo, che mi chiese "Y? Come la Y di Juventus?"

Dico di no, non mi risultano parenti in quel luogo...però in effetti mio nonno, prima di arrivare a Settimo, all'inizio del 900, veniva proprio da quelle zone del Canavese.
Ovviamente mi incuriosisco subito e chiedo qualcosa di più.
"Ho venduto una casa ad un signore di quelle parti che si chiamava così"
"ah...forse fa il fotografo a Rivarolo?"
ricordando un mio omonimo incrociato qualche anno fa.
E lui di rimando:"no. Fa il contadino".

Ecco un'origine più nobile non potevo desiderarla e sognarla.
Mi avesse detto "è il sindaco del paese, il prete, l'impiegato delle poste o il maresciallo" il mio interesse sarebbe scemato.
Ma immaginare che, dalla notte dei tempi, un mio discendente vive ancora nelle stesse zone di origine e lavora la terra come poteva fare un mio avo qualche centinaia di anni fa, mi ha riempito di orgoglio e, per certi versi, di nostalgia. Mi capita sempre quando si parla delle mie radici.
Prossima tappa? andare a cercarlo.

martedì, luglio 04, 2017

Fantocci!

Per andare al ginnasio e poi al liceo, prendevo, tutte le sante mattine, un treno che in una ventina di minuti mi portava a destinazione. O meglio, poi camminavo per altri 10-12 ed ero arrivato. Sempre insieme ai miei amici.
Preciso che all'epoca i treni arrivavano in orario, nonostante Lui non ci fosse già più da un po'.

Se la sera prima in Tv era "passato" un film di Paolo Villaggio, la mattina dopo non si parlava d'altro, in particolare al binario n. 2 - due ce n'erano del resto - aspettando il treno.

E' vero l'offerta televisiva era limitata, non c'erano TV a pagamento, non c'era internet, non c'era un cazzo.
Ciò premesso, tutti, o quasi tutti (i "dark" no, in effetti) ci ritrovavamo lì a raccontare la scena, che tutti già conoscevano a memoria, per ridere ancora, tutti a cercare di riprodurre con le stesse parole - e lo stesso tono - la battuta che avevamo preferito. Qualcosa di paragonabile poteva succedere solo con "Amici miei", ma meno in effetti.

Manco Edwige riusciva a suscitare, il mattino dopo, lo stesso entusiasmo, la sera prima no, ma questo è un altro "film" e ci porterebbe fuori strada.

E' vero eravamo solo ragazzini, ma forse qualcosa di simile succedeva anche nel mondo dei "grandi" che a noi era totalmente sconosciuto, ricordo solo che quell'universo ci appariva abbastanza serioso.
Boh forse i quarantacinquenni d'allora erano cazzoni come quelli di oggi, ma senza internet lo si notava meno...

Ciao "Ugo",
Ugo