mercoledì, settembre 30, 2009

terra madre

ieri ho partecipato alla serata al taurus di ciriè organizzata dall'amministrazione comunale ciriacese, in collaborazione con la Condotta Slow Food di Ciriè e Valli di Lanzo.
è stato proiettato il documentario di ermanno olmi terra madre e a seguire è intervenuto carlo petrini, presidente di slow food.



il film mi è piaciuto moltissimo per la sua sceneggiatura.
la mezz'ora finale ha seguito il ciclo della natura secondo il ritmo del contadino che prepara il terreno, semina, aspetta e, infine, raccoglie il prodotto. petrini poi sottolinea la valenza politica della denuncia implicita in questo gesto: le multinazionali controllano ad oggi l'80% del mercato delle sementi e con i prodotti geneticamente modificati non sarà più possibile ripetere il gesto visto nel filmato.
non potrò più con un seme avere nuovamente il mio prodotto di partenza.
petrini raccoglie consensi dal pubblico essendo bravo ad andare a prevenire le obiezioni di spettatori, evidentemente, con conoscenze e posizioni diverse. riesce a parlare, cosa più semplice, al tipo "peace&love" (tipo macchietta di verdone), ma anche all'anziano (in piemontese) o al tizio che ha subito a noia il pippone ecologista o, cinico, si annoia subito quando sente troppi inviti alla "fratellanza" (parlo del sottoscritto ovviamente).
non che sia un valore che non apprezzo, ma credo che sia un tema da toccare con un certo...tatto.
petrini, come dicevo, da buon piemontese (esageruma nen), è stato efficace e accanto alle immagini buocoliche è andato a citare quei dati che il cinico ama sentire. produciamo cibo per 12 miliardi di persone quando siamo solo 6 miliardi e 1 miliardo non mangia proprio!
Olmi ci invita ripartire dall'analisi logica, ci dice carlin.
e spiega: soggetto, predicato (verbale) e complemento oggetto ossia "noi mangiamo cibo".
adesso, la tesi di carlin e del movimento, è il cibo che mangia noi.
gli allevamenti intensivi di animali destinati alla macellazione inquinano più delle industrie, lo sfruttamento intensivo delle terre a fini di produzione impoverisce il terreno, un quintale di grano rende al contadino 10 euro...
da qui le risposte, sintetizzando, di una gestione più oculata delle risorse (abituarsi ad un consumo inferiore e non parlare di rilancio dei consumi per risollevare l'economia), contatto diretto tra produttori e consumatori ecc
petrini chiama quindi in causa la politica, evidenziando come sia la destra che la sinistra nonha in agenda questi temi.
in sala è presente anche il sindaco brizio che annuisce.

petrini non si risparmia e parla a braccio per circa un'ora.
poi tutti...a mangiare!
ovviamente petrini disinnesca subito l'aspetto paradossale: prima parliamo di fame nel mondo e poi andiamo a sfondarci di cibo.
il cibo proposto infatti è, per le focacce ad esempio, prodotto in loco, ergo a "km zero" e i formaggi proposti non costituiscono un pasto loculliano ma sono una selezione nel rispetto della bio-diversità.
sinceramente mi perdo, sono ormai le 22.30 di sera, lo spiegone sulle particolarità del formaggio polacco proposto (sicuramente non a km zero, in questo caso) assalito dai morsi della fame mi getto all'assalto del mio piatto accompagnato da un buon e robusto vino piemontese.



non sono certo di volervi invitare all'assaggio del formaggio polacco...ma il film è assolutamente da vedere
e l'edizione di terra madre del 2010 sicuramente da appoggiare, come hanno fatto i partecipanti alla serata con una offerta libera (era vivamente consigliato di fare una offerta minima di 10 euro...).

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