giovedì, novembre 05, 2009

enzimi al bar sport

lui ha più di sessantanni, probabilmente in pensione, ricorda, fisicamente, placido, l'attore. si, è un bell'uomo. cliente.
l'altro ne ha poco meno di sessanta e, dico io, sogna la pensione, è un po' sovrappeso, ma spaccia un approssimativo savoir faire che lo rende accettabile e professionale, ad un occhio distratto almeno. lavora come barista, serve ai tavoli, da dipendente.
lei è sui trentacinque, lavora sicuro. mora, gradevole, uno sguardo poco malizioso.
se fosse meno tonta potrebbe apparire più interessante. deve essere una capra. anche lei cliente che fa colazione al bar.

i protagonisti di questo involontario (in divenire? boh) triangolo tutte le mattine inscenano un teatrino
che è la prima cosa, al mattino, che mi suscita un lieve divertimento.

il canovaccio è sempre lo stesso, ma qualche battuta cambia ogni mattina.
come cambia la mise di lei, ovviamente oggetto del desidero e del blando, sabaudo, falso-cortese, contendere, qualche volta, quando la sua scelta sull'abito è più sbarazzina, qualche sguardo in più, ossia il mio, lo ruba anche. lo ammetto.
appare leggermente burrosa e, anche per questo, più desiderabile.

i primi due, maschi, benché ingrigiti, sono meravigliosi.
pendono letteralmente dalle labbra della femmina. storia vecchia come il mondo, direte voi. certo.
lei è una sostenitrice ultrà della seconda squadra di torino, quella della nota casa automobilistica, per intenderci.
loro, forse per questioni di età, tifano il toro.
lungi da me l'idea di criticarli, di fronte alla bernarda al "cuor" non si comanda.
li trovo meravigliosi poiché, è evidente, se la cliente non fosse burrosa, lievissimamente felliniana,
ma vecchia carampana non la degnerebbero di un minuto di attenzione.
invece leggono e si documentano per poter poi interloquire con Lei che conosce a memoria
la formazione della gobba e segue ogni sua partita.
passa una buona mezz'ora a leggere le incredibili cazzate che tuttosport propone a piene mani.
ma come si fa a leggere per mezz'ora quel giornale?

l'altra mattina è arrivata a dire che ha pianto in occasione di una sconfitta della vecchia e bastarda signora.
è solo di fronte a questa immane cazzata che il placido, dopo mesi di guerra di trincea, l'ho visto andar in difficoltà:
come assecondare una che spara certe castronerie?
dopo un attimo di incertezza il nostro però ha subito recuperato terreno
sdrammatizzando con una battuta simpatica, dicendo che, forse, per queste cose non è il caso.
cosa dovrebbe fare, viceversa, un granata?

è bellissimo vedere gli ingrigiti attaccare la preda con calma e sapienza.
sicuri che è la goccia che scava la roccia, non l'impetuosità di uno schizzo ops di un getto d'acqua.
quale rara saggezza porta in dote il capello bianco.

come enzimi all'assalto di una macromolecola, fino all'inevitabile vittoria.
una battuta qui, un lieve apprezzamento là.
sempre un bel sorriso, sempre una cortesia affettata.
l'uno che cerca di essere più simpatico dell'altro. come al liceo con la compagna fica.
insomma una melassa che ti rende imbevibile il cappuccino e ti fa venir su la brioche e
di fronte alla quale devo nascondermi con maggior cura dietro al mio giornale,
per non farmi sgamare. occhio sull'articolo della bugiarda,
ma orecchio attento ad ogni imperdibile scenetta.

ma come è bello farsi i cazzi degli altri!
PS.: sbaglierò, ma non gliela darà mai

Nessun commento: