martedì, ottobre 12, 2010

scusate, di chi è questo kalashnikov?

mi sembra che ci sia molta confusione su chi e perché debba disporre di armi e chi no.
mi domando: se a milano, invece del taxista, fosse stato un ottantenne ad investire il cane adesso si farebbe la campagna mediatica per dotare i pensionati di pistola?
mi viene da dire che per fortuna alla guida c'era un taxista...
non oso infatti immaginare orde di pensionati armati fino ai denti che, alle poste, ti seccano per passarti avanti oppure alla fiera del paese ti gambizzano per aver la strada libera agli assaggi gratuiti.

in parlamento invece ci si interroga se, dall'altra parte del mondo, alla guerra
(leggere oggi "jena" su La Stampa una delle sue - rarissime - "freddure" efficaci
"la guerra si fa con le bombe") uno ci debba andare con o senza bombe.
io in afghanistan per far contento bush (adesso il pacifico obama si limita a chiedere "istruttori militari")
non ci sarei andato, ma una volta che vado in guerra beh...la farei bene.
com'è che una guerra si fa bene: uccidendo.

nel surreale dibattito scatenato dalla morte dei 4 alpini (ogni volta che muore un soldato parte la tiritera sul ritiro ed anche questo è un risvolto, a dir poco, comico) si distingue, come sempre, il geniale fassino: il nostro ha sì dubbi sulle bombe, ma ritiene che certo qualcosa per la sicurezza dei soldati bisogna fare. un colpo alla botte e uno al cerchio.
forse fassino vuol varare una "campagna di comunicazione" per ribadire - ai talebani - che la nostra presenza è all'interno di una missione di pace e quando qualcuno di loro ci lascia le penne è solo eccesso di zelo?

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