venerdì, gennaio 12, 2018

"Decifrare il futuro con i classici" di Ester Armanino

Perché se tu e io vivessimo nell’Odissea e uno straniero si presentasse alla nostra porta, prima gli prepareremmo la cena, poi lo faremmo mettere a suo agio con un po’ di musica, e solo dopo gli chiederemmo: chi sei, straniero? qual è la tua storia? Perché se ci scrivessimo messaggi in greco antico, potremmo usare la forma duale che non indicherebbe un noi generico, per molti, ma proprio per noi due, me e te. Perché la Divina Commedia finisce dicendo che è l’amore che muove il sole e le altre stelle: pensa cosa è in grado di fare se gli permettiamo di agire.

Queste sono alcune delle risposte che darei ad un figlio o una figlia se mi chiedesse perché scegliere il liceo classico oggi. Risposte pratiche, lo riconosco, ma sono le stesse risposte che mia madre mi ha dato nel lontano 1995 e che all’epoca mi sono sembrate rivoluzionarie. E per questo è giusto festeggiare questa sera alla Notte dei Licei.
Della questione mi capita di parlare abbastanza spesso, forse perché dentro di me ho ancora accesa la torcia olimpica di un’adolescenza “classica”. Molti sostengono che lo studio del greco e del latino sia una faticosa perdita di tempo, uno sforzo che ruba energie allo studio di materie che invece vanno al passo con i tempi, e a un certo punto della conversazione se ne escono con: ma scusa, sinceramente, a che serve studiare una lingua morta?
In quel momento, confesso, mi sento incredibilmente viva.
E allora come motivazione aggiungerei: perché ti sentirai incredibilmente vivo tra i morti e morto tra i vivi, imparando che il tempo è una soglia che puoi spostare a tuo piacimento attraverso l’arte.
Perché ogni minuto passato a discutere sulla traduzione di una parola difficile, complicata da aprire una cassaforte con la sua combinazione, sarà proporzionale alla tua volontà di comprendere il mondo, e ci vorrà sempre più pazienza, credimi, le lingue morte da due diventeranno centinaia ma se tu sarai preparato, comprenderai.
Perché è importante imparare un mestiere, ma più importante è imparare a pensare. E non c’è fatica così poco pratica ma tanto ripagata come quella di chi forma il suo pensiero sulla cultura classica.
Perché, non hai visto quel tatuaggio che ti piace, cosa dice? Per aspera, ad astra.
A un figlio o a una figlia che stasera potrebbe capitare alla Notte dei Licei, non ho dubbi, risponderei così.

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
dalla prima pagina (continua a pagina 25) de LA STAMPA del 12.01.18

Nessun commento: