giovedì, ottobre 11, 2007

A-i na nija pì ant ël vin che ant l'eva*


Non ho ancora ben compreso se le iniziative di eataly alle quali ho preso parte recentemente, una “degustazione letteraria” e una serata “in cucina con i grandi chef”, mi siano piaciute così tanto per la loro qualità o per il fatto che il bicchiere di vino viene riempito ogni volta che lo svuoti.
Oddio oggi non è proprio il giorno adatto – sto ancora smaltendo i postumi della bevuta del giorno prima, reduce dalla serata con il grande chef – per porsi il quesito, ma indubbiamente il vino aiuta a star meglio.
Credo che una persona che ha dei problemi li possa sicuramente risolvere bevendo.
Lo so, è la banale parafrasi della pubblicità della sanpellegrino “bevo e sono felice”, ma nella sua semplicità è concetto validissimo.
Se hai un piccolo problema, fatti una bionda. Ossia bevi una birra, se poi vuoi farti anche una bionda ti rilasserai sicuramente.
Se i problemi iniziano ad essere più grandi, bevi una bottiglia di rosso. Sei nella merda? Apri un “jota e be”, come dicono gli spagnoli, l’amato J&B.
Prevengo l’obiezione dei più acuti.
Anche se problemi non ne hai, ma vuoi essere più brillante, bevi.
Sei timido? Bevi. Ad esempio elisa si è messa a bere e poi è andata liscia liscia con le domande allo chef della serata, marisa torta dell’osteria del castello.
Le domande erano anche bastarde:”come si fa la purea?”
O meglio a noi, che con molta difficoltà gestiamo i “quattro salti in padella” (che Dio li benedica), sembravano bastarde. Agli astanti decisamente no!
Non si era ancora spenta l’eco del quesito del mio cucciolo che un autentico moto di stizza e disgusto si era sollevato dai primi banchi dell’aula 2 di eataly, dove si teneva la serata.
Poi il clima si è fatto più sereno, anche gli altri partecipanti alla dimostrazione della Torta sono stati ammorbiditi da un buon nebbiolo. Continuavamo a guardarci male, ma con meno odio rispetto all’inizio.

Il menù proposto dallo chef prevedeva la cacciagione: quaglie con tartufo bianco, lepre al civet e, come dolce, pere cotte con zabaglione e caramello.
Fantastico! Un trionfo del palato e…della nostra maleducazione!
Suscitando ulteriore ribrezzo infatti io ho chiesto il bis (che proletario) di lepre ed elisa di zabaglione.
Avendo dato fondo anche al flute del cucciolo, sono uscito dall’aula satollo e un po’ alticcio.
Non pensavo più al GANTT del progetto X, né al taglio di budget su quello Y, ma neanche all’annosa vicenda dell’acquisto tende per camera da letto, salotto e cucina e la terribile immagine della scirea festante era qsi sbiadita…
Un uomo nuovo, almeno fino alle 6.45 del giorno dopo.


* Ne annegano più nel vino che nell'acqua

1 commento:

Anonimo ha detto...

Curioso però che a cucinare piatti della tradizione piemontese sia stato un giapponese.
Elisa