lunedì, marzo 10, 2008

Gambe di legno, cuore di stagno…burattinaio

L’orecchiabilissima canzone del cartoon su pinocchio faceva proprio così:
”Gambe di legno, cuore di stagno burattino, ma quando diventerai un bimbo come noi”
In realtà “lui” lo si accoglieva solo con un urlato “gamba di legno, vaffanculo” ed altri beceri improperi ai quali lui, ovviamente molto “diverso” da noi, aristocraticamente non rispondeva.



Era questo il teatrino che si godeva al Combi, campo dall’allenamento oggi scomparso vicino all’allora stadio comunale, durante i derby primavera.
Lui, giovanni agnelli, arrivava a partita iniziata per gustarsi queste divertenti gare tra ragazzi, che solo persone malatissime potevano andare a vedere, oltre ai tecnici addetti ai lavori.

Ovviamente la maggioranza di malati era costituita da granata scatenati che a veder arrivare il personaggio simbolo del nostro atavico odio dava letteralmente di matto.
La reazione dell’Avvocato, così come tutti lo chiamavano e chiamano tuttora, era davvero nobile e, devo ammettere, mai altezzosa.
Probabilmente noi e “gamba di legno” eravamo consapevoli che così doveva andare: lui arrivava a casa sua e noi, come ospiti, godevamo di più a mandarlo ad un altro paese.
Tutt’altra reazione, solitamente volgare, stizzita, spocchiosa era quella dei vari cuccureddu, trapattoni, lippi…che erano evidentemente infastiditi dai molti insulti, assolutamente gratuiti, che noi lanciavamo loro e, per la nostra gioia, lo davano a vedere…non comprendendo, essendo loro poca cosa, che la nostra reazione era naturale, fisiologica, doverosa, rispettosa del nostro e financo del loro passato calcistico. Che ignoranti!

Anche all’Avvocato faceva piacere vederci così numerosi e così rancorosi nei suoi confronti, non ho dubbi. Nel nostro gergo da stadio era un modo per riconoscere il valore dell’avversario, un attestato di stima e agnelli, che allo stadio ci andava, questo lo sapeva bene.
Un po’ quello che è successo ieri in torino-atalanta.
Massimo rispetto per la tifoseria orobica: tanti, compatti, cattivi. Hanno urlato per tutta la partita, hanno accusato la botta solo durante il nostro vittorioso goal di barone. Sembrava stessero vincendo loro, gridavamo tutti, scatenati. In una parola “grandi”.

Che bello sporgersi dalla balaustra per urlare a squarciagola, sulla falsariga del loro “atalanta facci un goal”, “ce lo sucate, tutt’insieme, ce lo sucate alè” accompagnando l’urlo con ampia e rituale gestualità, realizzata portando entrambe le braccia tese verso il cielo dall’alto fin verso, qsi a toccarlo, il nostro sistema decisionale primario. Altro che commento tecnico di bergomi, su SKY.
Non ha prezzo irridere volgarmente i tifosi avversari, quelli che si meritano rispetto beninteso: i doriani, i bergamaschi non certo i clivensi o gli udinesi.

Ad Agnelli non si possono non ascrivere grande classe e, pur facendo sempre i suoi interessi, una visione politica ed economica non limitata e non così spregiudicata, come per usare un eufemismo tende a diventare quella odierna dei magnati dell’economia che se so magnati proprio tutto, ormai.
Ma forse, ha detto tremonti, l’articolo 18 non lo toccano.
Forse? Ma che vor dì “forse”…o lo tocchi o non lo tocchi!!!
E’ vero le varie casse integrazioni le pagava tutta la nazione…ma alla fine non posso neanche sputare nel piatto nel quale ho mangiato anch’io, essendo mio padre orgogliosissimo
anziano fiat (UGAF…come ama puntualizzare). Io stesso poi in Irlanda ci sono andato grazie ad una borsa di studio di mamma fiat.

Sabato sera, avendo un’ora buca prima della cena del cena (nino festeggiava per l’ennesima volta il suo 18esimo genetliaco) abbiamo pensato bene, avendo anche la tessera musei, di andare a vedere la mostra pomposamente intitolata “il secolo dell’avvocato”, all’interno della mole Antonelliana.
Chi non è di torino deve sapere che qui tutto quello che è riferito alla fiat è pomposo.
Agnelli si mette l’orologio sulla camicia?
Agnelli ha classe! Che mito! L’avesse fatto qsi altro il commento sarebbe stato “cul lì a l’è propi incutì”
La vera ed unica dinastia riconosciuta qui non è quella dei Savoia – certo gli eredi non hanno giovato per un recupero in tal senso – ma quella degli Agnelli.

Orbene la mostra non mi è piaciuta. Un filmato messo su senza particolare costrutto, faceva vedere una raccolta di immagini in movimento senza audio.
Io avrei apprezzato una raccolta più parlante, ossia un sunto di quelle battute che resero agnelli celebre e personaggio al di là del suo ruolo e del suo potere.

C’erano poi un gran numero di fotografie su pannelli che si inerpicavano verso la sommità della mole per due-tre rampe di scale.
Guardando le immagini ho subito pensato ad Alessandro Cocco, il tipo che da circa una ventina di anni ha il record di partecipazioni programmi televisivi e foto con vip o semi-vip.
La differenza è che Cocco è quello più felice di farsi immortalare con l’altro mentre nel caso di agnelli probabilmente era qsi sembra l’altro nella parte di Cocco.

Si potevano scegliere fotografie più interessanti di quelle dell’Avvocato con Montezemolo, dell’Avvocato con X, dell’avvocato con Y per esempio privilegiando quelle particolari, maggiormente evocative del personaggio stesso.
Ho ad esempio apprezzato l’idea di far vedere una riproduzione della pagella del ginnasio.
L’ho apprezzata anche perché ho finalmente capito dopo vent’anni perché il mio professore di religione, don barrera, dava i voti espressi in questo modo:
“molto”, “poco” ecc e non con i tradizionali 5-6-7 oppure i vari “sufficiente”, “insufficiente”, “buono” ecc ecc.
Nel modello previsto nella pagella di epoca fascista non si prevedeva l’indicazione di un voto numerico classico, ma l’indicazione dell’impegno dimostrato verso questa materia particolare.



Lo si poteva effettivamente chiedere a don barrera…ma erano talmente tante le cose che non tornavamo che quella era propria l’ultima, non a caso smisi di avvalermi dell’insegnamento per dedicarmi ad altre attività (leggi farmi li cazzi mia).

La mostra ha comunque colmato quel buco temporale e ci ha permesso poi di andare alla Gaia Scienza, una onesta osteria vicino a corso san maurizio, per festeggiare il cena senza dover attendere l’ora fissata, annoiandoci oltremisura.



Incredibile a dirsi cenino si è presentato con soli 5 minuti di ritardo! E’ un record!
Buon compleanno cena!

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