venerdì, ottobre 24, 2008

Avviso ai naviganti, forse

Il 22 ottobre berlusconi dice che ricorrerà alle “forze dell’ordine” per impedire l’occupazione delle università.
Il 23 ottobre, dietrofront, il premier nega di aver mai parlato di “polizia nelle università”.

Sinceramente silvio mi ha preso in contropiede.
Avrei voluto scrivere, ma non ho avuto il tempo per farlo, che mi faceva ridere, in primis, il comportamento dell’opposizione che, nella persona di veltroni, convoca una conferenza stampa per chiosare queste dichiarazioni del presidente del consiglio. Stigmatizzandole e facendo il suo predicozzo.
In buona sostanza, Silvio affermava in realtà una banalità assoluta, per un rappresentante delle istituzioni, ossia che non avrebbe tollerato un atto illegale, l’occupazione in questo caso.
Se il falso in bilancio fosse ancora reato, per assurdo, il presidente del consiglio dovrebbe minacciare azioni per perseguirlo? E’ un po’ ridondante, dovrebbe perseguirlo stop.

Chi occupa una università compie un atto illegale e se ne assume la responsabilità.
può essere moralmente lecito (ma anche corretto politicamente) compiere un atto illegale, diversamente se aspettiamo che sia l’ordine costituito a riformare sempre se stesso saremmo ancora ad aspettare modifiche alla politica estera dell’impero romano d’occidente.
Proprio i nipoti dei “galli” – popolazione che poco apprezzava una politica estera un attimino aggressiva da parte dei romani - ci insegnano che se una cosa non sta nè in cielo né in terrà è lotta dura: in francia scioperi e dimostrazioni sono scontri duri e lo stato risponde con forza.
Ma almeno è una cosa seria!

La vicenda dimostra come sempre l’ipocrisia di fondo della nostra società.
Il Berlusconi del 22 ottobre sosteneva una posizione ferma e coerente con il suo ruolo e “ci stava”.
Ridicola l’opposizione di veltroni. Il 23 ottobre si scopre che era il solito teatrino e paradossalmente il patetico predicozzo veltroniano ha sortito un insperato successo.

Saviano recentemente citava pound, sostenendo che un uomo che non è pronto a correre dei rischi o non vale niente o è su posizioni ideali che non valgono niente.
Lo studente è pronto a correre dei rischi, che arrivi o meno la polizia quindi si occupa, si rischia. Questi politici ondivaghi non corrono “rischi” perché valgono poco e si limitano a flirtare, senza coerenza alcuna, con quello che è l’umore del momento. Un giorno dico una cosa, un altro ne sostengo un’altra ancora. Nessuno ci capisce niente e io continuo così, mentre i problemi veri rimangono irrisolti.
Taglio da una parte e porto soldi da un’altra (nella fattispecie i soldi che non prendo più dall’ICI li taglio sulla scuola e li giro alle banche. Grazie!).

Questa mancanza di coerenza ovviamente si esercita anche nella politica estera.
In Afghanistan si tiene il moccolo agli stati uniti per aiutarli a fare la guerra ai talebani.
Ci si nasconde dietro formule ambigue quali missione di pace, supporto alla popolazione e cazzate simili, vabbè sarà che si deve dire così e fare cosà. non diciamo che facciamo la guerra? Ci può stare. Facciamola. ma almeno facciamola bene!!!
Leggo invece che frattini, in un suo lineare avviso ai talebani, è pronto al dialogo con le aree moderate dei movimenti talebani, al di là della contraddizione in termini, il concetto è evidente: sconfiggere i talebani con la forza pare non essere possibile allora diventiamo “amici”, o almeno parliamone. frattini precisa però che il dialogo non implica la legittimazione dei telebani.
Boh. Vorrà dire che parlerà loro ma sarà molto scortese, non essendo i talebani legittimati (da chi?) a parlare con chicchessia.
La mancata legittimazione dei talebani da parte di frattini pare abbia gettato nella frustrazione i talebani…probabilmente la chiave di volta del conflitto sarà questa batosta psicologica sui combattenti afghani.

geniale!

Nessun commento: