giovedì, marzo 26, 2009

il mare di torino

Finalmente lo posso gridare: “la vita è bella” è una cagata pazzesca!
Il film di benigni, peraltro premiato con l'oscar 10 anni fa, non mi ha mai convinto.
Troppo peloso, un film furbetto, non l'ho mai sentito autentico e sicuramente scadente dal punto di vista cinematografico.
Criticare un film che parla della shoah è sempre difficile, oggi posso farlo per due ragioni:
1. sono a milano centrale e il mio treno parte solo tra una quindicina di minuti e non ho voglia né di leggere né di ascoltare musica.
2. ho letto ieri sul “corriere della sera” un articolo di danilo taino (“il caso” pagina 45) dal titolo eloquente: “la shoah di benigni non meritava l'oscar”.
Taino, inviato a berlino (beato lui), riportava il duro commento di simone veil.

La veil, una signora di 81 anni, è stata una delle prime donne ministro in francia e primo presidente del parlamento europeo eletto a suffragio universale nel '79.
quando era ragazza è stata internata ad auschwitz, numero 78651.
Ne consegue che può dire tutto quello che vuole in merito.
leggendo questo articolo sono tornato ad una decina d'anni fa, quando ebbi la fortuna di conoscere una donna sopravvissuta a mauthausen.
Anche in quel caso, pur avendo letto moltissimo in merito, rimasi in un silenzio assoluto e apprezzai moltissimo lo sforzo che la signora faceva, a mio beneficio, a ricordare il suo passato.

La signora veil smonta anche schindler's list...considerando questi esperimenti delle favolette che non restituiscono fedelmente quel periodo.
Probabilmente è impossibile.
A riguardo la viel suggerisce, come accettabile, il film holocaust.
A me il film di spielberg, che vidi per la prima volta nel '94 a roma durante il corso AUC (allievi ufficiali di complemento), piacque moltissimo...ma probabilmente grazie alla regia di spielberg. Tra cerami e spielberg qualche differenza c'è.

Il treno è partito! Più o meno in orario.



Il seminario “L'Enterprise 2.0 al tempo della crisi: la concretezza di chi osa” motivo della mia trasferta meneghina, mi lascia una piacevole sensazione.
Anzi, più di una. La mattinata è infatti stata allietata dal confronto con una collega che ha sopportato le mi battute con pazienza permettendomi di ascoltare la parte più teorica senza annoiarmi troppo. Nel pomeriggio ho seguito il tavolo B, ossia quello dove si trattavano i casi più operativi, l'enterprise sul campo, in ambito sistemi informativi aziendali.



Se la mattinata aveva registrato interventi teorici dei docenti del politecnico di milano che mi facevano dire...beh noi, in azienda, siamo ancora lontani da quanto proposto, nel pomeriggio mi sono dovuto ricredere. L'idea che mi sono fatto è che, tolto qualche raro caso di eccellenza, noi si sia un po' più avanti del panorama nazionale.
Ossia quando mi si presenta come un caso di studio un'esperienza (per pudore non faccio nomi) dove le cose più rilevanti sono un sistema di alert – peraltro con le “vecchie” mail - e un'area documentale condivisa...beh allora me state a pià per culo.
Del resto alcuni interventi sono stati un po' fuffosi, come in tutti i convegni, seminari, di questo mondo. Ad esempio il filmato della fiat group ops...mi è scappato un nome, era dal punto di vista della comunicazione efficace, ma le parole del relatore andavano bene in qualsiasi contesto. Credo che sia un problema legato agli slogan.
Quando ti nascondi dietro ad una sigla, ad una etichetta...ci puoi far rientrare tutto: web 2.0, enterprise 2.0, 1 milione di posti di lavoro, quest'anno ci divertiamo ecc ecc
diffidate dagli slogan e dai milanesi, sembra che abbiano inventato tutto loro...e non hanno neanche il mare!
Noi a torino, per esempio, ce l'abbiamo, ma mica lo diciamo in giro!

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