venerdì, giugno 19, 2009

profumo di donna

il mio lavoro sicuramente mi piace. non fosse così non ci investirei tempo (straordinario), risorse mentali ecc anche a scapito della vita fuori...che a volte scopro esistere, come adesso. la mia loquacità è spesa in ufficio e la stanchezza tra le mura domestiche mi fa restare spesso in silenzio, nel tentativo di riordinare idee e recuperare energie.
sicuramente la tarta è peggio di me e questo per assurdo gioca a mio (nostro: forse la tarta pensa lo stesso di me) svantaggio.
se mi giro a destra e vedo la tarta, sempre presente, incassata nel suo carapace mi tranquillizzo e mi dico: è tutto normale, vai tranquillo e fatti ancora una buona mezz'ora di delirio.

al di là degli effetti imprevisti del rapporto con la tarta,
mi rendo conto di essere dipendente, il lavoro è una droga.
la vita ti fa scoprire cose che mai avresti immaginato!
non avrei certo immaginato di sposarmi domani o di scrivere queste parole sul lavoro. o mi sto rincogliendo o l'inprinting paterno, una sorta di etica protestante, ha fatto il suo corso.
più la seconda. mio padre prendeva il suo impegno extra-moenia
abbastanza così.

la cosa piacevole e tranquillizzante è che appena uscito dal circo (...non che lavorasse nel mondo dello spettacolo) si è riadattato con estrema flessibilità (l'arma più potente di un goy) ad una vita incentrata sul cazzeggio.
mio padre riesce a vedere 3-4 film al giorno non accusando la minima stanchezza.
sclera da paura se deve andare a fare 1 commissione nel giorno del tour o del giro d'italia: gli piace organizzarsi e probabilmente una commissione potrebbe impedirgli il sonnellino, il giro in bici, il gelato, il giro con il cane, il film su iris, la partita a carte con mia madre.
è abbastanza abitudinario, il babbo.

tornando al sottoscritto, ieri sera al momento di spegnere il pc e avendo davanti 3 settimane di relax mi è un po' preso male..."minchia - mi son detto - non ci posso credere 'ho finito'".
idem questa mattina mi sono svegliato verso le 7 e mi son detto: "e adesso cosa faccio?" essendo quella di riposo una condizione ormai sconosciuta dopo le peripezie dell'ultimo anno, tutto di corsa con mille incombenze lavorative e private.
ma qui è entrata in gioco la flessibilità del goy.
adesso sono le nove e mezza: ho giocato con viky, il beagle di un paio di post precedenti, ho fatto colazione da montini, mi sono letto tuttosport e la stampa (mi sono irritato un attimo solo perchè la bugiarda ha parlato di colantuono, foschi e cairo come di triade: non scherziamo, per favore), mi sono comprato l'ultimo libro di littell adesso faccio due passi in centro per comprarmi delle infradito nuove ecc ecc
passare la vita a incazzarsi sul lavoro mi sembra la cosa più assurda del mondo e pensare ai tizi che ci cascano mi viene quasi da ridere...
ma come si fa ad essere così idioti?

viva le donne! l'unica vera ragione che rende una vita degna di essere vissuta!
immaginate il loro profumo, immaginate un loro sorriso, immaginate una loro allusione maliziosa, immaginate di mescere con loro un buon vino in una calda serata estiva.
immaginate ora di sposarne una, quella che intimamente vi fa sorridere di più.
ecco, il mio sogno, domani, sarà realtà.
(spero che 'sta frase non porti una sfiga della madonna, ma il Control+Z non funziona su questa tastiera...).
PS.: ai colleghi che invece di lavorare mi leggono: grazie per il bellissimo saluto di ieri e la vicinza affettiva

1 commento:

tarta ha detto...

la tarta ti vuole bene e a volte ti dà pure ragione.
per esempio: hai ragione, il lavoro ci piace troppo ed abbiamo un imprinting calvinista: è così che ci facciamo fregare ma è così che in fondo scegliamo di agire ogni giorno.
anche la tarta comunque stacca un po' prima di fulminarsi i neuroni ed incappare in altri "effetti imprevisti".

detto questo, mi mancheranno i cumuli di barbetta che ti strappi nervosamente mentre tenti di spiegarmi l'ultimo casino in cui ti sei cacciato, quindi non mi rientrare troppo rilassato.

un bacio ad elisa. a sabato.