venerdì, febbraio 12, 2010

senza protezione

caro guido,
mi hai proprio colto in contropiede! mi ero fatto l'idea che, sotto il tuo controllo, tutto seguisse un percorso diverso dal solito, tutto fosse lindo e pulito.
in effetti, adesso, scrivendole queste cose e risentendole echeggiare nella mente, mi rendo conto di essere stato ingenuo!
è vero, non si finisce mai di imparare e quindi di dubitare.
pare assodato che sicuramente c'è stata leggerezza da parte tua e, come minimo, un tuo mancato controllo. poi, forse, anche qualcosa di più, ma non so e non mi interessa moltissimo capirlo, almeno in questo momento.
ci sono invece un bel po' di cosette che non tornano nella vicenda, evidentemente, indipendentemente dall'esito del giudizio finale.
ad esempio, tu giustamente ti dimetti e il tuo capo cosa fa?
respinge le dimissioni e contrattacca dicendo che la magistratura dovrebbe vergognarsi. ma de che?
siamo alle solite, si crea una ideologia (siamo i giusti sotto assedio dei cattivi) e la si persegue. nella fattispecie lo scandalo fa gioco al giochetto, scusate il bisticcio.
è facile ora dire, nascondendosi davanti ad azioni evidentemente positive compiute dalla protezione civile (stanno anche emergendo grandi sprechi però) che si vuole colpire chi agisce, chi fa le cose. ma è solo retorica.
anni fa benigni ironizzava proprio su questo, se non ricordo male parlando di un idraulico che si ti rifà bene l'impianto, ma nel frattempo mi tromba la moglie!
oddio, non che io sia geloso, ma non è proprio il massimo (cmq telefonare sempre prima di rientrare a casa in un orario non consueto).

ah guì! del capo non si risponde ovvio,
ma tu cosa fai? scoppia lo scandalo e nell'intervista al "Corriere della Sera" te ne esci con:
«Cominciamo dai soldi: pensare che si possa imbonire o addirittura comprare con 10.000 euro uno come me, che ha gestito lavori per centinaia di milioni, è perfino umiliante».
ma che vor dì? come chiedono gli studenti un po' gnoccoloni a roma.
è quindi una questione di prezzo?
per 10.000 no, ma per 1.000.000 sì?
non ci siamo proprio. e poi è tutto negare qualsiasi cosa.
alla moggi mi verrebbe da dire.

ma poi dico io...ma in quella posizione e con quel ruolo con emolumenti sicuramente all'altezza...ma è proprio il caso di desiderare per forza ancora di più?
ma perché? io come sfigato dipendente stipendiato non riesco ad immaginare, raggiunta una certa ragguardevole cifra...cosa cazzo uno se ne possa fare di altri milioni.
probabilmente dovevo chiederlo al buon poggiolini, che i soldi li nascondeva addirittura nel puff e, aggiungo, ma se uno vuole andare a mignotte, scelta lecitissima ci mancherebbe altro, ma te le puoi pagare tu?

quello che posso dire è che invece ti credo quando dici che le fisioterapiste
erano effettivamente tali...

una fisioterapista


il risultato di questa ennesima delusione rilancia una pericolosa voglia di allontanarsi da questo schifo. ahimè uscendone sconfitti però.
io sono più per le battaglie perse,
per "il ridotto alpino" in cui morire sparando l'ultima cartuccia,
ma mai venendo meno allo scontro.
però devo ammettere di comprendere la tendenza delle nuove generazione, e non solo, che questa lotta non vogliono farla. anzi neanche vogliono perdere tempo a capirci qualcosa, ancor prima di ingaggiar battaglia.

il concetto è stato espresso molto meglio di come avrei potuto fare io dal professor gian-enrico rusconi...che essendo stato mio docente (al pari dei grandissimi professori almondo, lombardini, d'orsi, rochat, rutto, avila, di giovine ecc ecc e poi parlavano male di scienze politiche!) leggo sempre con attenzione e piacere.
rusconi parla di "moralità impolitica" (ne "La Stampa", venerdì 12 febbraio 2010, pagina 37) per identificare un nuovo modo, nelle nuove generazioni, di approcciarsi al contesto politico...di fatto rifiutandolo.

dice rusconi: "La tentazione più forte ora è lasciarsi andare all'indifferenza, alla depressione, all'assenteismo civile, come sta facendo visibilmente la stragrande maggioranza della popolazione, dietro il frastuono del circuito politico-mediatico che monopolizza la comunicazione pubblica. La scena politica resta rumorosamente occupata da minoranze che parlano, anzi urlano a nome degli altri."

con l'indifferenza vincono però loro, di sicuro...

Nessun commento: