venerdì, dicembre 07, 2007

Autocensura sempre!

Mai avere certezze, mai esporsi, mai schierarsi, temporeggiare, aspettare, vedere se, usare il condizionale sempre, non mettere nulla per iscritto, mai sbilanciarsi. Che è poi l’antico laze biosas, vivi nascosto. Ciò detto, forse, quasi quasi potrei dire, ma lo negherò, ipoteticamente tra i tanti blog che non dicono nulla, il mio compreso beninteso (ma anche malinteso), ne ho trovato uno che, credo (crederei, crederebbi, credessi, credu), mi possa (posserebbe) davvero tornare (tornasse) utile. In un momento storico come il nostro dove, giustamente, conta più la forma del contenuto… http://metodoantistronzi.splinder.com/

Si parla tanto di rispetto della persona, di privacy, di sticazzi.
E poi, ogni giorno, abbiamo letteralmente sotto gli occhi episodi di una certa tristezza.
Sciacallaggio? Boh
Il 5 dicembre scorso La Stampa confeziona un bel “pacco” che, si sa come detto, è più importante del contenuto.
In prima pagina – che, per chi non legge i quotidiani, potrebbe essere interpretata come una sorte di home page – campeggiava la foto del signor aldo pasquero di cuneo, piangeva distrutto dal dolore per la perdita del figlio luca che, a soli dieci anni ha trovato la morte mentre era su uno scuolabus, travolto da un furgoncino di un corriere espresso che viaggiava a forte velocità.

Da un punto di vista giornalistico, la foto colpisce moltissimo è quindi efficace.
Sbatti il dolore in prima pagina…come su un sito, anche sul cartaceo uno poi si può fermare alla prima pagina. E’ quindi lì che devi colpire il lettore.
A questa dinamica io non son riuscito a sottrarmi. L’immagine mi ha fatto soffrire, vedere il signor pasquero così come appariva, già sapendo – da altri media – il motivo del suo dolore.
Poi mi sono subito detto che se avessi io subito un lutto di quel tipo non avrei assolutamente voluto vedere il mio dolore reso pubblico in quel modo.

Oggi quel pensiero è stato rafforzato.
Ancora una volta in piemonte, questa volta a torino, l’altra notte un operaio della ThyssenKrupp è morto per le ustioni riportate nell’incendio scoppiato nella fabbrica di corso regina margherita.
Anche qui quindi dolore e sofferenza oltre alle polemiche sulla sicurezza di un impianto in via di dismissione.
Altra foto ad effetto sia in prima pagina de "La Repubblica" che de "La Stampa", che originalità!
Un abbraccio tra due operai, uno piange l’altro cerca di consolare il suo compagno di lavoro e riesce a trattenere a fatica le lacrime. Si legge anche la scritta “ThyssenKrupp”, una foto che vale uno scoop.
Forse però è stato chiesto il consenso delle persone ritratte alla pubblicazione…non lo so.
So però che sicuramente lo scatto, in quel momento, non era gradito.
Ovviamente non è la stessa foto, ma la stessa sequenza sicuramente, potete fare voi il confronto (non ho infatti usato Photoshop, non sono così bravo)…



Non mi sembra di leggere un gran desiderio di comparire, di farvi vedere.
Formalmente forse no, non so.
Questa però, secondo me, forse, anche se io non mi schiero, compilo il modulo, potrebbe essere, devo sentire il mio capo, voglio dire in via del tutto teorica, ipoteticamente una violazione della privacy.
Nella sostanza, voglio dire: è una violazione alla dignità della persona.
Ma è meglio concentrarsi sulla forma.
Per precisione sulla fonte, questa è la foto che metro news pubblica nella sua prima pagina “torinese” di oggi.

davvero dal cuore, con autocensura inclusa ma andate tutti a...

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