martedì, febbraio 03, 2009

i pensieri indecenti di un neotrentasettenne

Quando posso scegliere su un mezzo pubblico il posto a sedere, e difficilmente si può, cerco di evitare lo scompartimento o il posto dove c’è gente che parla.
Per due motivi: di solito si sentono solo discorsi di una noia mortale e, soprattutto, perché ho sempre con me un libro che mi piace leggere senza essere disturbato. la mattina poi, mi girano le palle vorticosamente e quasi tutto mi disturba.

Oggi, sul treno, ahimè, la scelta era obbligata, così mi sono seduto accanto ad una giovane donna evidentemente impegnata in una conversazione fitta fitta con i suoi dirimpettai, ho poi scoperto che il dialogo era solo a due, ma il racconto, fatto a voce decisamente alta e con una certa teatralità, destava comunque l’attenzione di diversi, assonnati, viaggiatori.
Cercando di andare ad occupare il posto libero, accanto al finestrino, ho poi notato, al di là del cicaleccio persistente, che la giovane era bionda, aveva una voce, per quanto può esserlo una voce femminile, piacevole ed era vestita con un certo gusto.
In una parola, mi sembrava sensuale. O, se volete, bbona.
E’ vero, le donne brutte, tranne inspiegabilmente nella mia azienda, sono rarissime, ma quelle con fascino lo sono quasi altrettanto. Questa qui aveva fascino ed era divertentissimo osservare l’effetto che lo stesso esercitava sul suo maturo, e sposato (!), interlocutore.
Alle peggio cazzate pronunciate dalla topina, il suo attento ascoltatore assentiva convinto, evidentemente per compiacerla. Mica scemo il tipo, avrei fatto anch’io così. Anzi no, avrei cercato di far meglio. Fino all’ultimo, in effetti, non escludevo di intervenire…ma la mia discrezione sabauda me l’ha poi impedito. Inoltre quelli che “origliano”, anche se costretti come nel mio caso, mi stanno come dire…in culo e poi mi sto pur sempre per sposare anch’io.
Io avrei cercato di fare qualcosa di più invece di limitarmi ad avvalorare ogni singola parola, neanche stessi ad ascoltare la Montalcini che mi parla di neurobiologia.
Avrei sicuramente abbandonato gli inebetiti movimenti in avanti del capo e, compresa l’antifona, da buon arbitro, avrei cercato di anticipare l’azione ossia di andare laddove la ragazza voleva andare a parare. Per mettere poi un po’ di pepe nella discussione, avrei presentato qualche argomento in apparente contrasto con la visione unica e dominante della discussione, salvo poi confluirvi.

La banale questione dibattuta era presto detta: la ragazza aveva una sorella più giovane che, invece di ammazzarsi di lavoro ed essere una pignola rompipalle come la sorella più anziana, amava divertirsi e lavorare il minimo. E chiamala stupida!
Il racconto della sorella più giudiziosa tratteggiava una sorellina di una certa vivacità e gioia di vivere per la quale subito mi sono sentito di parteggiare scoprendomi molto volubile.
Ma…alla fine sono contento così: non sono intervenuto e non ho appoggiato la tizia bbona ma noiosetta, né ho appoggiato la sorellina più birichina ma forse svampita e son rimasto tra me e me a riflettere che oggi sono 37 ed io in testa ho sempre la stessa cosa...lavoro, lavoro, sempre lavoro.

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